le temps

sur les ailes des pensée

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Qualcuno tornera’
per sentire la tua voce
devo dirti che la vita
e’ un gioco in mezzo ai prati
che il tempo non ha fine
se vivi per qualcuno
qualcuno tornera’
per amarti tutti i giorni

Il tempo non ha fine
se vivi per qualcuno
qualcuno tornera’
per amarti tutti i giorni

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Piero Ciampi

(Qualcuno tornerà)
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(musica: Paolo Conte – Via con me)

liberamente ascoltato, annusato, strappato,
incondizionato il mio guardare
la copertina dei tuoi occhi.
Chissà quando cazzo mi chiamerai

joie

danser

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M’avete ripreso per il culo della vita.
Strappata dalle radici del mio male
curata come si curano le bestie impaurite
che non si vogliono mandare al macello
che la carne infettata dal male
è cattiva anche da mangiare

E le mie lacrime che cadevano nella minestra
evaporavano in una tua carezza
di parole e leggerezza.

Come il vino la sera
quando segnavo sul foglio i  giorni che volevo morire
e quelli poi in cui mi sono condannata a rimanere.

Stasera al banchetto dei tuoi benportati
cinquantacinque anni
riderò di leggerezza.

E sarà quello per te stasera il mio regalo

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Buon Compleanno Elvio
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(musica: Andre Rieu – Sirtaki)

bonheur II

embrasse

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Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
Che posso fare con una parola e con una mitologia?

Gli alberi mi fanno un poco paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome.
I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono.
Sfogliando l’Atlante progetto la forma di Sumatra.

Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.

Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Sia lodato l’amore che non ha né possessore né posseduta, ma entrambi si donano.
Sia lodato l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’Inferno.

Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.

Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.
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Jorge Luis Borges

"la felicità"
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liberamente tratto dalle Poesie che Amo

déchirer

déchirer

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Mi strappo la vita come fosse una ciocca di capelli.
Fuori nevica.
Mi alzo la gonna per sentire se Tu ci sei ancora,
salgo su per le gambe, fra le cosce, inguine e salgo fino a trovarTi in gola.
Non esci. Rimani lì come un pensiero inespresso, una parola non detta,
una metafora, un qualcosa che non sa se salire o scendere
che rimane appeso come un bagatto
alle pendici del mio sentire.

E ci sei tutto lì.
A volte mi domando quanto giochi la fantasia col cuore
e quanta fantasia giochi sui Nostri corpi.
Anche le anime fanno sesso.
Imperturbabile mutamento dell’essere e del divenire
è bello sentirTi dentro, ovunque

Come una idiota cercare fuori, in un camino
quel fuoco che di Te, mi brucia dentro
come se Tu fossi fuoco e io vento.

Baciami ora piano
fra gli alari
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(musica: Nick Cave and The bad seeds – Into my arms)

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liberamente tratto dal Nostro blog More Ferarum

s'arrêter

s'arreter

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Hai uno sguardo triste come il sole, la sera.
E le corse folli contro i muri
sono inciampi fino all’orlo di sè.

Sono le parole che mi parlano
da altri occhi, inseguendo i miei
quasi a voler fermare un incontro, una parola,
un’emozione che esce dalla bocca
anzichè dal naso.

A cento allora ho vissuto anche ogni morte
corse folli contro ogni muro delle debolezze
fino a rimenere in stato vegetale senza morire mai.

Parole come suoni rivendicano la presenza dei poeti.
Come archi e frecce,
il destino di chi non vuole destino.

Che quando si centra la parola
 spesso si padella la vita
:

(musica: Leonard Cohen – Dance me to the end of love)

liberamente tratto dal silenzio in casa

ma Liberté

Béatrice Niccolai

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io vista da Elvio Cecchi

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Giornata particolare oggi.
Due blogger che non si conoscevano
e che non conoscevo sono venuti a trovarmi.

Diversi i loro dove.
Dalla Sicilia all’Emilia sono arrivati nel Mugello.
oggi siamo qui.

Casa sembra quasi il blog.

Si sono finite diverse bottiglie di vino.
Ora si esce a farne scorta per fronteggiare la sera
parlando di parole e ascoltando di noi,

gli spazi
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(musica: Serge Reggiani – Mia Libertà)

liberamente tratto dalle cose che accadono

maudit

sein

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Maledetta.

M’infiammo di Te dappertutto.
Scosto appena i pensieri perchè Tu possa eccitarTi.
Mi piace la Tua voce tremolante sul nostro Verbo.

Coniugami all’infinito
possiedimi senza avermi mai.

Ausiliare dei miei bisogni
senza appartenenza, il vero appartenere.

Sono Tua.
Strappami tutto da dentro, da fuori
e dove non arrivi.

senza più neanche l’esigenza della mia voce,
nel prima del dopo,

bevimi

liberamente tratto dalle ali del tuo uccello

sous peau

sous peu

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Dove non arriva la distanza del cielo,
sotto le unghie del destino
nasce sul Tuo ramo
l’arcolbaleno.

Mi ci porti sempre per mano, lassù.
Dalla distanza impaurita dei Tuoi anni,
fra le corse sulle carezze che temi,
nelle fughe maschie fra le mie cosce
in Te io vivo

la Ressurrezione
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(musica: Luz Casal – Piensa en mi)

liberamente tratto dalle stelle

odeur III

feuilles

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Le antiche foglie portano sempre nuove stagioni
a richiamare al cielo l’esigenza
d’un forte vento fino all’inizio di Te.

Non sarà la primavera a distinguere
i fiori dalle parole
ne’ l’autunno a ricordare il passaggio
dal cielo alla terra

La stagione dell’Amore
non ha mai lunghi inverni
e il fiume porta con se’ i detriti della stagione morta
fino al germogliare delle foglie
nella nuova primavera

Nel fiume che scorre, un sasso divide le acque
e nell’aria, in ogni stagione,
arriva forte come un dolore,

l’odore di Te
:
:
(musica: Andre Rieu – Ròmeo et Juliette)

liberamente annusato

pardonne-moi

sedue

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Chiedi quasi un rimprovero.
Ed è forse questa mia tolleranza a non farti sentire importante.

Scusa

Sono indirizzate a te, queste parole.
Ci ho pensato tutto il pomeriggio, bevendo vino bianco
e fumandomi l’infumabile. Il primo pacchetto è già partito.
Ne ho tre in attesa della mia solitudine sul comodino
e tre di scorta nascosti in qualche parte della casa
che nemmeno ricordo.
Mi piace, quando posso, stupirmi da sola
e gioire se trovo un pacchetto di sigarette che trovo
magari cercando nella libreria un libro,
o frungando nella cassettiera dei ricordi,
così poco frequentata dal mio masochismo.

Un messaggio sul pc e uno sul telefono
mi chiedono presenza.
Presa di posizione, quasi una punizione.

Ci ho pensato tanto.
Fino alla fine di me stessa e oltre l’inizio di te.

"Ho sbagliato mamma, vado in punizione. Hai ragione."

Anche mio figlio si autopuniva;
io ho sempre preferito parlarci e non abusare di alcun ruolo.
Poi, ad autopunizione avvenuta e mai da me condivisa,
con calma, intorno al fuoco,  si parlava.

Tu mi chiedi la stessa identica cosa.
ch’è una cosa molto più grande quella che mi stai chiedendo.

Pensaci con calma.
Poi ne parliamo magari passeggiando insieme
sui crinali delle stelle.

Perchè non m’incazzo mai?
Perchè è energia sprecata
e io ne ho poca anche solo per sopravvivermi.

Se ci riuscirò,
forse un giorno ti parlerò anche di questo
e se ti parlerò di questo, avrai esaudito la tua domanda

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(musica: Serge Reggiani – Ma Liberté)

dedicato