le repos

mouette

.

Fuggiremo il riposo, fuggiremo il sonno,
supereremo in velocità l’alba e la primavera
e prepareremo giorni e stagioni
a misura dei nostri sogni

(Visage de la paix)

Paul Eluard

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(musica: Milly – Vento del nord)

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Liberamente tratto dall’esigenza del non pensare

privilège

esclave des mots

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Una parola lasciata per caso sul Tuo destino,
mentre fiorivi selvaticamente
nella terra abusata del mio cuore.

Fiorivi nell’indecenza di una carezza rubata
e di una parola detta timidamente
per paura Tu non esistessi, ne’ che fossi vero.

E’ così che T’ho guardato fiorire
mentre tutt’intorno ancora bruciava.

Non hai gettato acqua sulla terra abusata.
T’è bastato seminarci un bacio e una carezza
perchè diventassi io stessa il fiume
con cui hai spento ogni desiderio di vendetta.

Accarezzo ogni sera i Tuoi rami
e le parole che custodisco
nel privilegio dell’avere segreti.

Tu che m’hai reso bambina
al mio essere già donna.

Dalle pieghe della Tua bocca,
fra le rughe che nascondi, nel segreto dei segreti,
in assoluta devozione

di nascosto al desiderio di vita
sul Tuo ramo duro di me fiorito,

toccando la luna,
io salgo

.
Liberamente tratto dal ramo del ciliegio in fiore

existence

nudité

.

Accarezzata dal vento
s’asciuga di Te la mia solitudine.

Cerco quiete dove sempre s’alza tempesta.

Con le mani,
raccolgo come un tesoro prezioso queste lacrime
e sono lacrime tutte spese per Te, Amore.

Sono cambiate persino le stagioni
nell’intervallo delle mie attese
in un lungo interminabile inverno.

Solo il sienzio racconta le parole migliori
lasciando di Noi oltre le lacrime del cielo,
l’odore acre della pelle sudata del cuore.

Nel vicolo buio,
lontano da ogni desiderio di vita
battono sui tacchi del tempo come puttane
ancora i cuori
 per ricordarsi esistenza

.
Liberamente tratto dal senso delle lacrime

liquide amniotique

ma certaine solitude

.

Il locale non è più fumoso come un tempo.
Amo i locali pieni di fumo in cui si aspirano le solitudini.
Amo la carta con le righe, dove poter appoggiare le parole.

Sono settimane che ogni tanto arrivano nella casella della posta
delle lettere scritte a mano per me.

Ferruccio fu il primo, tre anni fa a regalarmi la ritrovata emozione
di una lettera scritta appositamente per me, in cui il raccontarsi
aveva il fascino del tempo "speso" per l’altro.
L’odore della carta e dell’inchiostro sono una cosa ormai rara
da ricevere e da dare.
Ferruccio è oggi un caro Amico, molto più grande di me,
d’un paese del nord est italiano con cui divido piacevoli giornate di vino e parole.

Stamani mi sono concessa il lusso di sedermi
nella sala nascosta di un caffè a scrivere parole sulla carta
da spedire in busta chiusa a chi m’ha regalato la gioia dello stupore,
facendomele trovare in quella casella di posta che non porta alcun nome.

Da due anni non ricevo più nemmeno le buste delle utenze
da quando ho deciso di vivermi dentro che tutto quello che c’era fuori
non aveva più alcun senso.

Sono stati anni silenziosi, nonostante il lusso di un blog.
Sono giorni di luce solare, in cui i bioritmi del fisico non corrispondono
a quelli del tempo delle persone che portano un orologio.
Il mio cartier d’oro lo accantonai quando scelsi
che preferivo il calore di un raggio di sole.
Il mio tempo me lo dice solo il pc, collegato con un cavo esterno dalla finestra.

E’ la scelta d’una vita dentro, intima,
condivisa solo con le poche persone a cui ora ho concesso l’accesso.

C’è rumore fuori, intorno a una pazza che scrive parole,
che piange il liquido amniotico in cui si fa il bagno,
che con le docce fredde si rassodano le guance del cuore.

Chiusa la collezione di mont blanc col pennino d’oro in cassaforte
scrivo con semplici bic blu, le parole sulla carta.

Carta che lusso!
In India la carta è un bene prezioso perchè mancano gli alberi
e la legna che c’è viene usata per itnagliare mobili o farci le pile
per bruciarci, nel rito dei sette cicli vitali, il corpo del defunto.

La nudità non è pornografia.
Trovo molto più pornografica l’esibizione di una laurea ad honorem
in presunzione elevata a  judicem, nelle scelte altrui.

Tre lettere sono partite oggi
e una, a me molto cara l’ho trovata in cassetta.

Il postino ch’è un ragazzo intelligente sa che quella cassetta senza nome
senza carta, senza diritto d’esistenza è la mia.
Ogni tanto trova un caffè pagato al bar e senza dire niente,
mi lascia un foglietto bianco con su scritto "grazie Beatrice"

E non mi notifica mai, con alcuna ricevuta di ritorno
il mio sporco, inconsueto reato d’esistere

.
Liberamente tratto dalla finestra socchiusa
e dal vento fra le tende

mon verbe

la petite danseuse

.

Come non AmarTi, Parola?
Tu che del mio sangue fai inchiostro
per piangere nuove pagine
in un libro che si scrive ogni giorno.

Sono cresciute persino le bugie
nell’incapacità di mentire all’anima.

Ti accarezza ogni giorno il verbo della mia carne
in carezze che solo con Lui
rendono tutte le ferite sopportabili.

Si sofferma silenzioso a catturare un mio dolore
 nelle pagine bagnate
e m’allunga, nel mio destino,
un Suo abbraccio.

Potrei non AmarTi, Parola?

.

Liberamente tratto dall’Amore per mio Figlio
Unica Vera Poesia della mia Vita

la mer

Aimer

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Di quante lacrime sia stato pianto il mare
non l’ho mai capito.

Mentre le onde restituiscono nuovi odori,
le conchiglie trattengono segreti.

C’è un mare profondo in ogni cuore.
C’è una nassa per ogni lacrima restituita
e una lontana tenerezza
che mi stringe il cuore ogni volta
che qualcuno mi costringe alla rinascita.

Il mio cuore io non so quanto sia profondo
è lì dentro che sono sempre caduta
fino all’assenza persino di barriere sui fondali.

L’ultima volta che mi sono giocata il cuore
non è stato per gioco.

E’ stato per Amore.

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Liberamente tratto dall’Amore

timidité

Jeanne Moreau

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Il viaggio

Sto viaggiando spesso con le parole e mi piace guardare dal finestrino
tutto quello che mi si muove dentro.
Di solito in scompartimenti poco affollati con prenotazione obbligatoria.
Lascio sempre detto a chi mi segue a distanza gli orari di arrivo e ripartenza dalle varie stazioni
perchè seppur sveglia, mi dimentico di scendere.
Arriva allora una telefonata, un sms per ricordarmi di scendere alla prossima fermata.
Quando mi perdo nei miei paesaggi dentro, difficilmente ricordo che esiste un fuori.

Non so per quale strano motivo, quando qualcuno mi si siede accanto
di solito inizia a parlarmi di se’. 
Di solito mi parlano con nostalgia e curiosità.

In viaggio non programmo mai le cose che dirò o farò.
Ho smesso di programmare quando ho capito che non serve a niente
programmarsi l’esistenza, perchè tanto c’è sempre un imprevisto
a farti da inciampo.
Preferisco far fare le flessioni agli occhi e al cuore
per godermi l’istante che sto vivendo.
perchè il dopo non si sa mai se arriverà.

Amo le stazioni. Amo le stazioni dove qualcuno mi aspetta.
Mi piace sapere che qualcuno è lì
per un abbraccio, per un bacio, per una carezza.

Alla stazione mi aspetta una persona speciale
a cui non posso non voler bene.
Mi avverte che la stampa ha parlato di noi
in un binomio che non conoscevamo ne’ io, ne’ lui
all’incontro previsto per i poeti liguri.

Manovale di sensazioni insieme ai poeti

Arriviamo nella sala affollata di poeti e curiosi
con un grande tavolo pieno di microfoni per dare volume alle sensazioni.
Inizia a parlare l’editore indicandomi subito
come unica poeta fuori regione, voluta lì per festeggiare i 10 anni della Casa Editrice.

Sono di una timidezza impressionante nonostante la mia apparente sicurezza.
Si crea subito curiosità intorno a me e la timidezza fa da regina.
Giovanni Choukhadarian mi introduce dedicandomi una poesia,
poi proseguo io con tre pezzi di cui un inedito.
In finale, sempre all’apice della poesia, concludiamo in un timido bacio.

Senza micorfoni, lontano dai tavoli per i letterati.
Rimaniamo lì solo una mezz’ora, il tempo necessario per ricevere
un invito da una neo associazione culturale imperiese per le loro manifestazioni
in cui è stata richiesta la mia presenza.
Lasciamo quasi subito i poeti per andare a Arma di Taggia
dove mi aspettano gli Amici del Tenco.

Senza pelle

Senza pelle arriva tutto, subito.
Credo che Giovanni abbia avuto questa capacità, subito
di percepire di me, l’essenza.
Insieme percorriamo le strade che ci mostrano il mare.
Bello ascoltare anche il silenzio dell’altro, interrotto di tanto in tanto
da una frase, uno sguardo, un sorriso.
Con gli Amici del Tenco so che posso stare nuda,
so che mi vogliono bene.
Con loro riesco a dimenticarmi delle lacrime
Con loro io sto bene.

Lei è diversa

Incontro la mattina successiva l’editore
per le cose che vanno stabilite.
Ormai sono a casa lì, ogni volta che salgo ad Imperia.
Mi guarda quasi con stupore e forse con dolcezza
e mi dice: "Poetessa Niccolai, lei forse non se ne rende conto. Lei è diversa".
Forse. Ma  ho sete come tutti. Ha mica un bicchiere d’acqua da darmi?
Allora ride. Poi proseguiamo sulle cose da dire e da fare.

Incontri

Una delle cose magnifiche dei miei viaggi, sono le persone.
Ad Albenga credo di aver non fatto incontrare solo parole.
Speciali sono le persone e sempre ci si riconosce dall’odore.
Lo sanno Roberto, Stefano e lo sa Vittoria.

Se di una serata di poesia si riesce
 a finire in familiarità, penso
che il senso della poesia sia davvero arrivato.

Io non amo molto i letterati.
Io, manovale dei miei sensi, preferisco
chi ancora si commuove per un abbraccio
o si innamora della luna.

Il Cuore I

Il rientro è passato per una sala di terapia intensiva
dove una persona conosciuta attraverso le mie parole
ha avuto un grave problema col cuore.
Ci conoscemmo ad una serata di poesie a casa di amici comuni.
Ricordo che il nostro primo incontro fu un abbraccio di lacrime
e lui, uomo adulto mi ringraziava e piangeva.

Rimango in silenzio nella camera d’ospedale in cui una macchina
gli tiene sotto controllo il cuore.
– Ho paura a emozionarmi, Beatrice, non so che scherzo mi giocherà il cuore.
Gli tengo la mano e con l’altra gli regalo una copia del libro.

Non so che scherzi giochi il cuore,
ma siamo tutti un pò malati.

Lo bacio, l’abbraccio e gli do appuntamento per il 10 novembre.
Le lacrime hanno un valore estremo.
Soprattutto quelle date così senza troppe parole.

Il Cuore II

Laura ha sempre un viso aperto, solare.
Laura ha appena 46 anni e un dolore che parte dal cuore.
L’ho incorciata sui miei camminamenti mattutini
ed aveva un sorriso strozzato dalla paura.
– Beatrice, dopodomani mi ricoverano. Mi operano.
Ho qualcosa alla testa.
Cerca di sorridere poi scoppia in un feroce pianto, non comune a lei,
da sempre donna energica e forte.
Spero di vederti ancora, poi.
Auguri per il libro, fa’ conto che il 10 io ci sia.
Ma spero di vederti, poi…
Lo spero tanto ma non lo so come andrà a finire qui.

Le restituisco un abbraccio, non avendo troppe parole.
Le lacrime mi costringono a un troppo raccontato silenzio.

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Liberamente tratto dal diario di bordo
dal bordo degli occhi
dagli occhi del cuore

caresse

caresse

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Sono tornata stanca ma contenta.

Penso che dovrò farmi i documenti scaduti tutti da tempo
che sans papier non credo mi sarà possibile fare un check-in
ne’ mi farebbero volare, giovedì.

Esco e torno.

Nel frattempo accarezzami l’anima
bagnata anche sugli scogli
come il mare

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Liberamente tratto dalle cose che Devo fare

meute

meute

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Starò muta su dove farò due incontri di poesia
a cui tengo molto.

Uno è quello con alcuni amici del Club Tenco
domani sera, dopo il reading ufficiale con altri poeti
alla Camera di Commercio di Imperia.

Sabato un incontro con i ragazzi di una scuola superiore ligure.
Incontro che non dirò dove si terrà visto
che l’incontro nella scuola mi è stato volutamente boicottato
da una pistola ad acqua.

La sera di sabato sarà in un caffè letterario di Albenga
insieme al poeta Roberto Bani.

Clandestina anche negli incontri di parole:
dopotutto non potrei avere una vita diversa.

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Per fortuna
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(musica: Leonard Cohen – Hallelujah)

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Hallelujah