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Claudio Lolli – Dalla parte del torto
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E se mi chiedi cos’è la Libertà
ti racconterò dei miei capelli tornati scuri
e della gioia dei capelli bianchi che saltano fuori,
bizzarri senza Paura.
E se mi chiedi dove nasce la nostra storia
ti chiederò di sederti accanto a me
a guardare le nuvole passare
sugli occhi chiari che la Libertà c’ha consegnato.
Inizia così la nostra storia, figlio del vento.
Inizia in una strada di Berlino
nel tiepido tepore di luglio del ’41.
Julia aveva diciott’anni e una lingua dell’est
sopravviveva deportata in una fabbrica
e costruiva oggetti di morte.
La sera faceva l’amore di nascosto con un soldato
che non parlava la sua lingua.
Dal lungo bacio nacque
l’abbandono di una ragazza sola con una bambina dentro.
La ragazza dell’est dagli occhi chiari
mise al mondo una bambina
e la chiamò con nome della Pace ,Eirene, Irene.
ειρενη
Il passaporto per il cielo erano allora
occhi chiari come il cielo d’estate
e lunghe trecce color grano.
Aveva diciott’anni quando le presero con violenza la bambina
per la prassi di regime, per la salute della nazione
negli ospedali curvano i lineamenti
durante il futuro del massacro.
E se mi chiedi che colore ha la Libertà
ti dirò ha capelli scuri
e la dolcezza del tempo che il tempo
non restituirà.
Il passaporto per la sopravvivenza
erano occhi chiari e capelli morbidi di seta bianca,
la storia regalò a Irene questa
Libertà.
I bambini scuri andavano dritti in paradiso
i bambini castani andavano all’inferno
I bambini biondi avevano la Libertà.
La storia ci ha regalato capelli biondi
e Irene divenne figlia di ariani facoltosi nella terra
di neve alta d’inverno e sapore di lamponi e mirtilli d’estate.
Alla giovane ragazza dell’est
fu detto che la Pace era andata in paradiso
e per sessant’anni la cercò.
La storia ci avrebbe resa la libertà
di cambiare terra al destino
e avere altre lingue da imparare.
Irene s’innamorò di capelli scuri e occhi profondi
alto come la pazienza, bello come il sole
in quella terra di cipressi e girasoli
che t’hanno dato l’Appartenenza.
E se ti chiederanno che colore ha la Libertà
ti dirò, ha capelli scuri con capelli bianchi
che non hanno pudore d’essere foglie del tempo.
E se ti ricorderai il giorno più lungo
che la storia ti ha regalato
fu il natale dalle tre lingue alla stessa tavola
che dopo sessant’anni tua nonna Irene ti regalò.
e tu chiedevi, chiedevi, chiedevi
e abbracciavi col cuore incuriosito
il Dolore della Libertà
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Dopo l’abbraccio dell’anziana ragazza dell’est
che andò dove la pazienza
ha bisogno di stare nel vento nel mondo
nacquero capelli scuri sulla testa di tua mamma.
Era arrivato il tempo
dell’abbandonare i capelli biondi che c’avevano
dato il passaporto nella storia per la Libertà.
era arrivato il tempo d’essere scuri senza più Paura
in una terra senza età
Ed è quello, tesoro,
il Colore della Libertà
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Dall’album di famiglia, dalle radici,
dal cuore e dal valore prezioso delle lacrime