abrì

indépendance - souffle

.

Arrivò in un soffio
e ancora non è andato via.
La mano nei capelli, non trova uscita.

Abita ancora le pareti sfitte del mio cuore,
e oltre, dietro un cancello trasandato,
crescono nei prati i soffioni.

Con curiosità il vicino mi chiede dei fiori,
che terriccio uso, come li curo;
per il mio muto parlare mi chiama signora stravaganza,
signorina nostalgia.

S’accende un sigaro non potendo accendere me,
racconta dei suoi cento giorni da uomo
nel letto trovato sfatto di una donna.

Prendo in prestito dai tuoi anni,
la leggerezza di uno sorriso,
chiudo le finestre che in casa è già sera
e il giorno dagli odori di carne 
in qualche vicolo fuori
muore.

L’urlo dei miei giorni
è un coro a troppi fiati e poche parole,
è un lungo monologo senza interruzioni.

E’ un fiore rosso
in un prato in bianco e nero,
nato per sbaglio in un tempo senza futuro.
.

Sono capelli mossi, liberi nel vento 
intrecciati in una lontana notte d’estate
dalla leggerezza
di un soffio

.
Trovato dalla finestra, dagli odori di casa,
dalla vita di me donna