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Fotografia di H. Tulla
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Credo di non aver scordato nulla:
neanche il tuo nome
inciso nel cielo e nella radice del faggio
e sul mio cuore che batte vertigine
anche senza tacchi.
A due passi da Dio,
proprio quando ne vedevamo l’ombra
siamo caduti nella voragine dell’inferno,
smarrendo del tempo,
lancette e quadrante.
Un fiume largo si stringeva
in viottolo di polvere
perchè tornassimo dove l’attimo
s’era smarrito
o dove credevamo d’averlo intravisto
come un animale morente.
Ora che ho attimi
si muove la luna fra le foglie
la donna piange il suo silenzio;
corre slegato anche da Dio
l’animale ferito
fra le ultime stelle.
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trovato fra diverse cose.
in realtà cercavo l’infradito sinistro
da usare come ala destra.