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Era il venticinque aprile
eravamo bambine in fiore e tu, come me,
nell’amore morivi.
Ti ricorda un mazzo di fiori sull’albero
che incide nella storia delle bambine
la morte a cento all’ora dietro la curva del sole.
Il tuo era il mio,
compagna di giochi d’infanzia tradita.
Una strada separava i lunghi pomeriggi di confidenze
in questi occhi chiari
che subiscono le ingiustizie dei corvi sulle carcasse dei vivi.
Era il venticinque aprile e tu dietro il sole, andavi.
Me lo raccontò il tuo nome su un foglio
con una madonna piena di gigli
in quel braccio di strada che stringeva i nostri pomeriggi.
Piansi talmente forte
che scrissi per te le prime parole
di nascosto, su un foglio che ancora fa sangue.
Era il venticinque aprile 1982 e la banda suonava in paese.
Oggi la banda ha suonato ancora
per le strade del paese.
ma a te nessuno ti ha ricordata.
Nemmeno un’orchidea bianca
sulla solitudine
E’ questa la guerra delle bambine
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Elisabetta ho sempre invidiato i tuoi riccioli
nei capelli.