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Fra la veglia e il sonno
rimane solo un fiore rotto.
Un tempo spezzato
che sta nell’eterno,
dove tutto sembra che dorma
e dove l’erba cresce.
Uno stelo bagnato
non si sa se di vita, di morte,
di pioggia o di rugiada
cerca
– spezzando come pane il pianto –
i passi che hai perso camminando
e una corolla rossa.
Qualche passero
si ferma sull’inverno
specchiandosi sul lago ghiacciato
e non sa su quale lato della vita,
la vita ontinui,
se nel riflesso
o nella ricerca.
Saremo sempre qui,
anche fra cent’anni
con sempre in mano,
le solite domande.
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aspettando il figlio
salutandomi figlia