frontière

elle

.

Ha due seni sodi, timidi nella sua sfrontatezza
di quando me li mostra con l’indecenza di chi sa
d’un incontro casuale, prolungamento di due solitudini
troppo sole anche per farsi compagnia.

Me li porge con delicatezza, con provocazione,
Se avessi un cazzo, sarebbe duro.
Duro per lei e duro per masturbarmi meglio
immaginandomi fuori e dentro di Te.

Mi cerca la notte, togliendomi dalle mani un libro
sul quale mi addormento violentandomi nel Tuo odore,
ogni senso.

No, non T’ho chiamato. No, non T’ho messaggiato.
Però sei con me mentre lei mi percorre
e sei  con me mentre Ti sogno imboccarmi l’anima
con tutta la Tua antica virilità.

E anche stanotte sarò carne per una donna.
Anche stanotte sarò carnefice dei miei sensi
Nel vino galleggia la Tua mano, in cerca di me.

La Tua mano forte sulla mia testa
così diversa da quelle mani piccole
a cui non appartengo se non nell’egoismo del mio Piacere.
Sì, quella mano che sempre mi commuove
e innaffia la terra arida del cuore
in cui a Te m’abbandono.

Cancello i messaggi che mi spedisce il cuore
a cu preferisco l’accanimento della sua lingua sulla mia figa.
Capelli che scioglie su quei seni con cui gioco
per evitare di giocare al pericolo del gioco
d’un poker d’assi, la Tua presenza.

Una cosa le ho chiesto.
Di farsi ruvida la pelle e di farsi
chiamare col Tuo nome.

Curioso.
Ha detto sì.

liberamente tratto dalle mani