Maître III

Indépendance - Don Lorenzo Milani con i ragazzi di Barbiana

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"Cara Signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti.
    Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi,
a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che "respingete".
Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate.
    Due anni fa, in prima magistrale, lei mi intimidiva.
Del resto la timidezza ha accompagnato tutta la mia vita.
Da ragazzo non alzavo gli occhi da terra. Strisciavo alle pareti per non esser visto.
    Sul principio pensavo fosse una malattia mia o al massimo della mia famiglia.
La mamma è di quelle che si intimidiscono davanti a un modulo di telegramma.
Il babbo osserva e ascolta ma non parla.
    Più tardi ho creduto che  la timidezza fosse il male dei montanari.
I contadini del piano mi parevano sicuri di sè. Gli operai poi non se ne parla.
    Ora ho visto che gli operai lasciano ai figli di papà tutti i posti di responsabilità
nei partiti e tutti i seggi in parlamento.
    Dunque son come noi. E la timidezza dei poveri è un mistero più antico.
Non glielo so spiegare io che che ci sono dentro.
Forse non è nè viltà nè eroismo. E’ solo mancanza di prepotenza."

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Don Lorenzo Milani
Lettera a una professoressa

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La borraccia e lo zaino sono pronti,
di passo svelto in due ore sarò a Barbiana

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oggi la giornata commemorativa

Dalle cose che sono accadute
e che devono continuare ad accadere