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Fotografia di P. Lilies
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La ragazza va
e tutto torna a farsi rumore di silenzio
nel paese che per fame,
dorme.
Solo le foglie
coprono gli anni del viale,
coprono strati d’asfalto.
La vita
è la prima scorciatoia per l’inferno,
non poterla vivere
è già starci dentro.
La porta, per quanto apertà
è la bocca silente
d’una vergine.
Ciglola e sembra che pianga.
Le lacrime più alte,
nascono nella verità del silenzio,
nel dolore composto
di un sole ch’è già spento.
Dal pulpito
di chi si lava le mani
nel lavabo degli altri,
si rinnova prepotente
la tortura dell’olocausto.
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Qui
un articolo che ho apprezzato
di Adriano Sofri
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trovato nella febbre che sta passando