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"… Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione,
chi tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi,
per consegnare alla morte una goccia di splendore,
di umanità, di verità…"
Fabrizio De Andrè
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Ricordi ancora quando scrivevo parole
partendo dal lato destro del foglio verso sinistra?
Tu mi dicevi: " scrivi, scrivi come senti, scrivi come ti va’".
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Ricordi ancora le punizioni che prendevo a scuola
perchè scrivevo al contrario e tu
scendevi dalla tua cravatta
per prendere in braccio la mia ragione?
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Ottobre, mese d’uva nera
di odore del primo fuoco nella stanza.
Ottobre, mese della dimenticanza.
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La tua casa ora è un odore di malattia,
dove la donna invecchia tutta la tua assenza.
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Non un organo del corpo
le suona più la melodia della donna.
"Quando mi ha conosciuta – dice ricordandoti-
ero anche io così bella".
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Lo sguardo le cade sul posto tuo rimasto vuoto
e il cucchiaio scandisce memorie.
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Ottobre segnò nascita e prima distanza.
Le rose bianche supplicavano ritorno,
le tante rosse, mescolate alle zolle
pregavano per noi dal cuore della terra.
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Una fotografia ci ritrae ridendo
come se stessimo ancora camminando.
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Dalla più feroce delle assenze, babbo.