l'ombre d'un homme

indépendance - avec les mots
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Fotografia di Pubelina

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Tornai a vivere
il giorno che iniziai a morire
ed ancora è un’agonia lenta,
in cui tutto appare come visto per la prima volta.

Mi osservo sopportare
questo silenzio tangibile
che si muove nei giochi dell’aria
e lì quasi prendere forma.

Posarlo sulla tavola quando rincaso,
oppure usarlo come matita
per disegnarmi uno sguardo.

Accarezzarlo ruvido e sanguinate
come lo sguardo di un uomo
senza labbra.

Silenzio che urla
e nell’ora della vanità
si fa velo che lascia intravedere
una nuda semplicità.

Tre dita unite
stringono il contorno di un sogno,
l’ombra ridente di parole
che scivolano via

nei segreti delle coperte.

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trovato ora
ma non ti dirò mai che sono per te

pluie d'été

indépendance - saison pleurant
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Fotografia di E. Baca

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Ho Amato con poco pudore
il tuo corpo
e con la forza dei temporali
quel te impaurito
– scardinato dal vento –
che ti viveva dentro.

Eri d’argilla
come la mia costola
e diluviavi in ogni abbraccio.

Sacra l’acqua
anche per chi come noi,
non ha terra.

Anche i salici hanno le loro ragioni
e si muovono fuori e dentro
le storie dei temporali.

Ora che solo fra i rami
passa quello che mi regala il cielo,
vorrei sedermi a terra
fra i fili del passato
e ricucirmi
– dove il divenire è già stato –

il cuore.

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vorrei scrivere altro
ma le dita battono sempre lì
come pioggia sui vetri

au devenir

indépendance - lettre
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Fotografia di Slavina

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Gli appuntamenti smarriti
tutti in una manciata di secondi:

ti pregai di spengere il tempo
prima che ci bruciasse il sole

ma nello sguardo del divenire
eravamo già cenere.

Diventammo gli alari di un angolo di cielo,
la parentesi di vita
in un oceano di sopravvivenza.

Tu eri l’albero senza foglie,
io un’altalena vuota già prima di partire
nei segreti del carro.

 Rete sul tuo corpo
disegna ancora il silenzio delle ombre
e nomina il passato
ambasciatore senza terra.

Nella tua virilità
muovevi il cuore come una donna
e piangevi come piangono i vivi

come succede d’inverno
o d’improvviso d’estate

sulle finestre aperte
di un arrivederci.

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trovato in una giornata fievole.
il tasso di umidità mi spenge di continuo
persino le sigarette

à l'aube

indépendance - aller
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Fotografia di Rlieke

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Certe albe si vestono di silenzio
come in ogni sempre,
in noi e più oltre
nelle strade larghe dell’indifferenza.

Intorno all’andare dei passanti,
nella morte si compie esistenza.
in quei luoghi dell’abandono
dove altri destini si compiono.

S’illumina solo la notte
per chi ha la notte dentro
e in ogni cassetto.

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Ciao Franco
follia la tua fino in fondo
col dare spettacolo della tua morte.

Preferisco ricordarti com’eri.


boulevard bois

indépendance - fille du bois
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Forografia di Manuela

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Due maglie perse
aprono scenari d’altro.
In questo l’utilità delle tarme
fra gli stracci antichi
laddove li lasciasti.

Oggi,
spoglia di tutto si copre
con quelle due maglie perse,
la memoria.

Ancora la vedo guardarti,
in quest’andare di foglie.

Il tempo della gioia
veste misure piccole
per poterci crescere dentro
e crebbi a dismisura
intorno alla tua Assenza.

Due maglie perse
schiudono gli occhi su altro:
fu così sul viale del silenzio
quel mio primo incontro.

Tu non mi eri distante.
Stavi tutto in un sogno
e piangevi come piangono gli uomini:

lontano e impercettibile
come un salice piangente
a cavallo del vento.

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trovato nelle mani
mentre inseguivo un odore

absence

indépendance - la mèmoire
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Fotografia di Lilina

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Se esiste un paradiso,
voglio immaginarvi scalzi,
come prima di ogni tempo
prima che fossimo genesi di una storia.

Costola che protegge
il pulsare delle onde,
o semplicemente questo vento
dalle mani grandi
che nulla disperde.

Se esiste un tempo,
sono ancora in quello distante
dal volto disteso
come perso in un abbraccio.

Se esiste un paradiso,
oggi mi è distante.

Abito in silenzio
ogni vostra parola
lanciata nel mio fiume
come allora, sassi acuminati
levigati da questo fiume che scorre.

Nulla è come previsto.

Solo l’abete che piantaste in giardino
non cambia mai le foglie.

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trovato nelle mie assenze

mes ans

indépendance - vivre
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Fotografia di L. Martin

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E ora strappami la vita da indosso,
e scarnifica la carne
dal vento.

Riconoscimi fra le ombre,
in un silenzio che batte
come un tempo abbandonato
dentro a un orologio rotto.

I tuoi sguardi
sono i nodi sui miei anni.

Sembra che si stringano
dove il glicine sceglie nuove traiettorie
a filo dell’aria e piange
grappoli di petali
senza dire niente.

Come m’è prezioso
oggi il silenzio:
quest’oracolo muto
dagli occhi grandi.

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Il male di vivere
sta diventando la mia malattia cronica

vie pleurant

indépendance - femme au bois
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Fotografia di Rlieke

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Ora che vita ha ogni giorno
il suo inizio
accerto che mi sono distante
solo quando mi guardo.

Doloroso mi è 
prendermi cura dei capelli,
in manciate di pensieri,
quando m’addormento
e ancora di più lo è
fare il mio ritrovamento
ad ogni risveglio.

Esisto nel centro esatto
del silenzio,
dove mancanza e timore,
sono solo gli argini in cui scorro.

Prego che mi protegga
almeno il vento.

Acqua senza nome
leviga le pietre,
riflette nel semplice esistere

l’innocenza delle stelle.

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giorni inquieti
bisogno di essere silenzio
per capire da dove arriva in me
quella voce che mi chiede soccorso.

chocolat noir

indépendance - reinassance
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Fotografia di Judith S.

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Siamo ancora a fare ombra
alla nostalgia del sole
e a queste giornate lunghe,
appese nell’armadio degli spettri
dello stivale.

I cartoni del latte sono vuoti
anche nelle vie senza nome.
Solo l’inquieto vivere ci è complice
in questo girovagare.

Sembra
che la vita continui
anche sotto le fronde del salice.

E’ ora di accendere il cuore
per schiudere la vita al sogno
o camminare scalzi
sui binari che portano in un qui
mai distante da un altrove.

La vita è altro:

è starci dentro
pitturando luci filtrate fra gli alberi
sulle pareti.

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trovato in una giornata emotivamente sfiancante
e dall’ennesima ingiustizia
che non ha alibi.

liturgie d'une femme

indépendance - la solitude d'un jour
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Fotografia di Sandrine

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Ancora il riflesso della luce
s’intreccia all’andare della corrente
come spinto dall’abbraccio senza casa
del vento.

Ad un passo da Dio
invertire l’ordine cronologico delle disgrazie
o fermarmi implorando sete
a due passi dalla sorgente.

Farmi da parte
mentre la vita oltre noi, passa
riconoscermi nello smarrimento
e più in là,
dove il senso dell’albero
è la radice dell’ombra.

Lì, 
– sorretta dalla sola capacità di cadere –
incidere una preghiera nell’aria
perchè nessuno la calpesti.

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Trovato in giorni non facili.
Il rientro è sempre reincontrarmi
e spesso discutere