.
Sono passati secoli di gioia
ed ora, qui noi abbiamo oltrepassato
il confine della noia.
Raccontarlo a te che sei quello che sei rimasto,
che ti sei inchiodato ad un Amore
per scendere dal nostro disastro
per il grande volo con il peso d’un dolore.
Sono passati tanti treni dalla nostra stazione
e tu scendesti nel disordine sessuale
che si chiamava ancora Amore.
Sai, sono passati secoli di noi,
senza che ce ne accorgessimo,
e tutti quelli che son rimasti, sono tristi;
si giocano la vita ogni sera su una poltrona rossa,
noi che ci siamo bruciati la vita
alla roulette russa.
Rosso,
il tuo colore d’adolescenza,
e sulle corde del tuo violino pizzicavi
un volo d’innocenza
Chissà Eugenio
com’è stato morire per un vizio d’Amore,
prima che Milano scorgesse il tuo cielo
sopra il tetto anonimo del pirellone.
.
Ricordando un amico d’infanzia E.
morto di aids nella città del Pirellone