rumore

urlo

 

C’è un luogo silenzioso che si chiama Anima.
Qualcuno pensa di arrivarci attraverso il rumore
di strilli inguinali
e caos.

Quel mio luogo silenzioso
è una capanna arrangiata
fra due rami duri di un albero
che sembrano gambe
stanche di correre
sembrano morte
atrofizzate
ma
quando io le parlo
o solo l’ascolto
sembra si muovino
come se conoscesero i filtri
dell’anima

movenza circolare
di un’anima sanguinante
circoncisa
che flette su se stessa
come l’ultima ballerina
di can can.

C’è un luogo silenzioso
da qualche parte
in me
silenzioso anche quando
urla
e io non so ascoltare.

Allora mi spoglio
di quei rami duri
e sulle punte circoncise
inizio a ballare

come una bambina
che ha  ancora tutto da sbagliare

.

pas triste

les enfants

 

‘A vita è bella, sì, è stato un dono,
un dono che ti ha fatto la natura.
Ma quanno po’ sta vita è na sciagura,
vuie mm’ ‘o chiammate dono chisto ccà?

E nun parlo pe me ca, stuorto o muorto,
riesco a mm’abbuscà na mille lire.
Tengo ‘a salute, e, non faccio per dire,
songo uno ‘e chille ca se fire ‘e fà.

Ma quante n’aggio visto ‘e disgraziate:
cecate, ciunche, scieme, sordomute.
Gente ca nun ha visto e maie avuto
nu poco ‘e bbene ‘a chesta umanità.

Guerre, miseria, famma, malatie,
cristiane addeventate pelle e ossa,
e tanta gioventù c’ ‘o culo ‘a fossa.
Chisto nun è nu dono, è ‘nfamità.

(Antonio De Curtis – ‘A vita)

archeologie du futur

bouteille

 

Il tempo non eisiste
è solo una intuizione per
immortalarci poi nei ricordi.

*

–  Ero giovane sai?
–  Io lo sarò.    …Da domani.

domani…

io giocherò a non diventare grande mai
(perchè i grandi non capiscono)
e vorrò impazzire
(perchè i pazzi ridono come i saggi)
e vorrò avere tante rughe
(segni di chi non ha paura del tempo)


Eppure il futuro è già iniziato.
(uno, due, tre, stella!)

– E che farai da grande?
–  Forse mi farò un blog


non perchè io abbia cose da dire
solo per illudermi almeno di pensare
di poterne avere

domani, forse

*

âme

soulprint

– questa è l’impronta digitale della mia anima

la mia anima si veste di nudità
nessuna griffe per valorizzarla
solo qualche graffio.

Ho imparato ad Amare quei solchi
che la rendono così com’è.
Leggera e dolorosa come un bacio
intensa come spezie d’oriente
e consapevolmente mia.

– vagito d’appartenenza –

Ed è allora che io inizio ad Amarmi

loop

alone after they dance

 

ah una ragazza a mettere la musica?

E ti scrutano mentre sistemi l’impianto. Mentre colleghi neuroni, casse, mixer e amplificatore.
Ti osservano. Cercano disperatamente l’errore di donna, per rimarcare la maschilità.

Interrompo il collegamento fili per rispondere a degli sms
e per accendermi una winston blu.

Vuoi da accendere?
– No grazie. Ce l’ho.

Il gruppetto di maschi, di perbenista estrazione è curioso.
Sento i commenti su che musica metterò.
(Uno si avvicina)

– Hai qualche pezzo di …?
(non lo lascio neanche finire)
– Ho il mio repertorio. Scusa ma finisco di montare l’impianto.
– Vuoi qualcosa da bere?
– No grazie, ora non bevo.
(finisco di montare tutto)

– Bel caratterino eh?
– No, lavoro, scusa.

Sono così perbenisti che li immagino, mentre li guardo nei loro possibili orgasmi.
Sono così perbenisti che eiaculeranno silenziosi.
Sicuramente brevi.
Sono fermi in piccoli gruppi.
Le ragazze presenti, tutte di buona famiglia, in abiti lunghi
tutte col mignolo alzato
e il cazzo dei loro compagni, sicuramente a riposo.
Floscio.

Mi eccita sapere che romperò i loro schemi
che violerò il loro perbenismo
che li farò vibrare.

Mi eccita sapere che ancora loro non lo sanno.

*

La consolle è vicina al tavolo delle bevande.
negroni, tequila, coca e rum, sangria e birre.

Una ragazza mi osserva. Mi sorride. Mi si avvicina
e mi  porge una ceres.
(come fa a sapere che di tutte quelle schifezze io amo la ceres?)

La ringrazio con gli occhi
e inizio a muovere lentamente i manichini.
Lentamente, in un crescendo
lentamente nella loro inconsapevolezza.

Poi decido di muoverli tutti
lascio partire il pezzo che so li muoverà.
Lascio la consolle per tre minuti
il tempo che mi occorre
per andare sul prato bagnato scalza
ed è il primo orgasmo della serata.

Sciolgono cravatte e pudori
diventano uomini con le loro donne
hanno le prime erezioni musicali
e dureranno molto stanotte,
(io lo so)

La consolle diventa il loro altare
nessun giudizio
quando si gode il momento
l’estasi, la liberazione

Iniziano a preoccuparsi per me
Non mi fanno mancare sigarette e birra e attenzioni
Non fanno mancare complimenti per la musica.
Hanno volti e corpi sudati
– liberi –

Sono alla nona ceres
e la notte è finita da un pezzo
loro ancora ballano, ballano, ballano
senza tregua, senza inibizione.

Scoperanno per la prima volta tutta la mattina
mentre io metto in borsa i miei 250 euro
sistemo tutto l’impianto in macchina
mentre l’alba mi bagna
per poi andare
a dormire

.

passaggio

mains

 

Avrebbero ricoperto ogni mio attimo
presagio
e ricoprono ogni mio dove

mani
filtro dei sensi
(e delle ossessioni)

eppure le mani parlano
nel loro mutismo
(anche mani autistiche dicono molto)

e accarezzo di me
gioia e solitudini

e mi abbraccio
e mi accarezzo
ogni notte
ogni giorno

sempre
senza lasciare traccia
del passaggio

come se
dovesse ancora
accadere


 

rue paradis

the surrender

 

"Se mi chiedessero di scegliere un solo luogo
dove essere penetrata per tutto il resto della vita, sceglierei il culo.
La mia fica ha subito troppe ferite a causa di false aspettative e ingressi senza invito,
di movimenti troppo egoisti, troppo superficiali, troppo veloci o troppo inconsapevoli.
Il mio culo che conosce solo lui, conosce solo la beatitudine.
La penetrazione è più profonda, più completa:
viaggia sull’orlo della follia.
La via diretta dalle mie budella fino a Dio è svelata e sgombra".

(Toni Bertley – The Surrender)

*

 

how do you do?

entrain de penser

 

I hear babies cryin’, I watch them grow
They’ll learn much more than I’ll ever know
And I think to myself, what a wonderful world

***

 

Su… strappami la vita … a morsi
e fumami addosso la tua noia

sai

e a volte mi scappa di fumare
un pò come vivere
o come prima
ed è un pò come dirmi
"sì, io ci sono"

e a volte mi scappa di piangere
un pò come pensare
o come a volte accade
ed è un pò come dirmi
"su, coccolati"

E se ti scappa di baciarmi
non domandarti troppe cose
fallo e basta


 And I think to myself, what a wonderful world

pudique

fragment de femme

 

le rare volte che giocavo i giochi del mio sesso
vestivo tacchi a spillo e sottane
nello specchio di camera dei miei.

Il trucco mai.

La sottana gitana
era la sottana che prediligevo.
Caldi colori e profumi di terre lontane.

In camera mia
le ante dell’armadio
nascondevano specchi
e io stavo nel mezzo
la mia immagine riflessa all’infinito.

La mia anima
quando si vestiva da femmina
era accompagnata dalle immagini di me
perse all’infinito

Era il mio segreto
quello
di tacchi a spillo e sottane
mi si addolciva il viso
ed evidenziavo le mie acerbe curve

poi vestivo jeans e maglioni lunghi
quando uscivo dal segreto degli specchi.
Adidas a strisce blu
una vegogna, il seno.

Il mio maglione era blu
le mie curve si perdevano bene lì.
Nascondevano seno, dolcezza e femminilità

si evidenziava il senso del pudore
e non ho mai messo un centimetro di tacco
per simularmi donna
fuori.

Giocavo a pallone
e andavo a cavallo
per nascondere la femmina
che in un giorno d’estate
avrebbe chiesto disperatamente
di uscire.

C’erano persone austere
quel giorno lì.
Era caldo in terra fredda
e per la prima volta
riposi quel maglione
per sentire meglio
l’odore che emana la pelle
di una bambina diventata donna.

Non credo di aver più messo
da quel giorno
ai piedi tacchi a spillo.

Difficile camminare scalza
su uno specchio rotto.
Schegge ovunque
di frammenti di bambina
che vuole ancora
giocare

nel suo maglione blu

partition

la meme musique

 

Life is what happens to you while you’re making other plans

 

***

allora sfoglio tutti i perchè
tutti gli attimi
in cui mi sono costretta
a vivere

– la vie est belle –

volto pagina con la naturalezza di un orgasmo
e mi trascino in ogni domani
come un fermaglio
come una distrazione
come una certezza

– la vie est un miracle –

allora sfoglio di me
quello che ancora non so

la vie est une bande dessinéè