l’ensemble de la pensée

l’ensemble de la pensée

.

Se sposto le idee da dove le ripongo
io mi confondo.

E’ curioso cercare un pensiero, quello specifico
che sai di avere senza ricordare dove
sia stato messo.

No, non guardarmi così.
Non l’ho archiviato.
L’avevo solo appoggiato sulla pila dei tuoi pensieri
così simili ai miei tanto da confonderli.

Hai lasciato due pensieri spaiati
in fondo al letto e una busta di idee
che so apparenerti.

Riconosco le idee, non la busta

Hai la testa in ebollizione, lo so.
Sei così distratto che hai preso i miei pensieri
invece di riprenderti i tuoi
che sono ancora qua, nel posto dove io avevo lasciato i miei.

Non cercare nei miei pensieri
quei pensieri tristi o peggiori dei tuoi
che fanno male solo a guardarli

Scartali come caramelle
e lasciami la dolcezza
quella che tu di me, ami.

Lasciala qui ch’io possa non fartela mancare mai
e riprendi le buste di idee
che vuoi portare via.

Poi la sera, quando arrivi
prepari cartoni di pensieri distruttivi,
ansie, angosce, paure,
non li cataloghi nemmeno da quanto li conosci
mi dai un bacio e li porti
fuori dalla porta

Poi torni
a parlarmi di Noi

Ti ho preparato il mio pensiero più dolce per cena.
Ne vuoi ancora?

Sì, ancora…   io ho Fame

ed è in quella tua frase che io ritrovo i miei pensieri

liberamente astratto
tratto dalla fantasia – jeux de mots

après

homme

.

"Gli ho appena fatto un pompino da urlo
(uccello, palle, buco del culo) il giro completo, più e più volte,
finendo ogni tanto con tutto l’uccello immerso fino alla gola.
Per me ogni pompino è un atto di follia,
perchè sento che ognuno potrebbe essere l’ultimo,
quindi ognuno contiene tutto ciò che ho."

The surrender

tratto da  "The surrender" di Toni Bentley , pag. 155

le mal d'aimer

fais moi mal

 

Tu me fais mal, mais c’est bon
(
che non sento male, mai)

neanche se oltrepassi la linea del dolore che non è mai fisico
è l linea retta sulle mie curve morbide
del tuo atterraggio.

Ho il culo che è una portaerei
e tu ci atterri sempre volentieri, con lo slancio
d’un pensiero che tenta la caduta forte
per diventare carezza lieve

Tu me fais mal, mais c’est bon
(che non sento male, mai)

neanche se se ti dicessi che
ho chiuso ogni strada al destino, tu ci crederesti.
Atterreresti comunque, con lo stesso slancio
in ogni mio rimando

E’ sempre oggi il tempo
dei dolori da archiviare e delle violenze da subire
in uno slancio d’ali incatenate
di gabbie senza mura su cui scrivere poesie.

Je te fais mal, mais c’est bon
(non senti male mai)

che il dolore t’appartiene oltre l’appartenenza
come il sogno di strapparmi i seni
per baciarli fra le tue mani
e portarli via dove ora sei

e dirti frasi impronunciabili
scritte e incise a fuoco sul tuo petto
fra le impronte del tempo
e le mie carezze.

Je te fais mal, mais c’est bon
(non senti male mai)

Allora stringo forte i miei seni
come fossero i tuoi pensieri
così forte da sentre quasi male

e non sentire male mai 

liberamente tratto dai pensieri
jeux de mots

voix blanche

(...)

 

poi ci sono dolori che non hanno voce

se un blog serve a qualcosa
presto ai bambini, la mia

.

Indépendance

est un blog contre la pédophilie et les maltraitances d’enfants

nella colonna a sinistra sarà  presente da oggi, il link per segnalare
agli organi di polizia postale casi di pedofilia,
maltrattamenti ai minori o pedofilia in rete.

dignité

liberté

.

Avrei voluto abbracciarti forte ieri sera.
Mi conosci ormai, non sono una che abbraccia
ne’ una che si lascia abbracciare con facilità.

Siamo così diverse io e te
anche se abbiamo abitato, in momenti diversi lo stesso utero.

Siamo opposte sia nei nomi, sia nei segni del cielo.
Tu Angela, una pesci
io, Beatrice, una sagittario.

T’avrei voluto dire che ti voglio bene
io non credo di avertelo mai detto
non lo dico mai a nessuno…
lo dico solo a tuo nipote.

Siamo opposte
anche se così simili nelle scelte come nel dolore.

Quando mi hai detto d’avergli restituito la Libertà
mi hai fatto male
ma so che il mio dolore di sorella e cognata
è nulla rispetto al tuo di moglie.

E penso che lo Ami ancora
così tanto da lasciarlo andare…
perchè è da questi gesti che si misura
la grandezza di un sentimento

Certo che vent’anni insieme, anche se sei più piccola di me
sono uno stonfo di tempo.

Di te sai cosa ho apprezzato?
La dignità della sofferenza.
Cosa da poche donne.
Cosa rara.

Ti ho vista cresciuta anche se avevi gli occhi lucidi

Sono stata orgogliosa di te
sono orgogliosa di te
per non aver paura di ricominciare.

Io quel capitolo l’ho vissuto un paio di volte in vita mia
ma mai dalla parte più difficile
che è quella di chi subisce una scelta.

Stavi in silenzio ieri sera
mentre cazzeggiavo al solito
delle mie teorie sulle scopate
con le amiche e davanti a mamma che ti guardava  e dentro un pò piangeva.

Io so che tu vieni qui.
Ne parlammo anche ieri sera
e so che mi leggi.

Dopo sarai di nuovo a casa da mamma
e presto ci sarai definitivamente, qui
a ritrovare il punto da cui ripartire.

Solo una Donna è capace di tanto
e sono sempre meno
le donne che Amano anche lasciando andare

perchè tu lo sai
quello è il più grande atto d’Amore
anche se è quello
che chiude la scena.

Ti voglio un gran bene.

Non avere paura.
quando si chiude una porta, s’apre sempre un cancello
(le mie porte non hanno più nemmeno i cardini)

liberamente tratto dai cazzi nostri
drammaticamente reali

labyrinthe

provocateur

 

Non importa quale sia il tuo nome
ne’ come sei.

Stammi dietro ch’io ti ricorderò lo stesso.

Non usare voci
lascia cantare le mani
accordale dal dentro le mie mutande.

Se accordi bene, Lei piangerà.
Se dirigi tutti i sensi all’unisono Lei ti travolgerà.

Stammi dietro senza ch’io sappia niente di te
non cerco la storia di un uomo
nelle mie mutande

Respirami addosso solo il desiderio
e perditi per una sera

une seule nuit

Non usare parole
lascia muovere le mani
Non usare la fantasia d’altri. Voglio la tua.

et jeu… jeu  avec elle
c’est  un jeu de mémoire et de  labyrinthe

Tu y trouveras ton nom

liberamente tratto dalla fantasia
jeux de mots

voeux

vie

 

Ti ci saresti impiccato là dentro
pur di non uscire.

ciavevoluteroaccoglienteforse

Ti concepimmo di domenica.
Era freddo e c’era la neve.
Era il cinque febbraio e tuo padre e io
ci  amammo così forte che quasi tu già  gridavi.

Ci amammo per un intero pomeriggio
così forte da spostare la spirale
e lasciarti passare.

Lo scoprimmo in odore di primavera
e tanta voglia di patatine.

La Pancia è un gran bel lasciapassare
sempre in prima fila a teatro
nei cinema, nei negozi, ai concerti… (ne abbiamo visti molti io e te)
sempre la precedenza  a dare esami in facoltà.

Studiammo molto io e te;
anche dopo esser nato mi accompagnavi
in facoltà a dare esami.

Dodici esami in sette mesi
Dodici esami, il lavoro, la casa, un marito e un figlio in nove.

Avevamo la media del 28,5.
Poi il tredici febbraio 1992
– data epocale –
con orgoglio mandai a cagare un professore
(il prof Vecchi, gran bel rompicoglioni)
ed accettai il suo stupido diciotto
solo per potergli urlare in viso che  era uno stronzo.
sciupai drammaticamente la media…
…però tu mi guardavi e ridevi
ed io, solo per quello ero felice.
Ma avevo deciso: non avrei mai più messo piede in quella facoltà.
E così fu.

Mi sarei accontantata di due brevi  master alla Bocconi
per continuare a cambiarti  pannolini
e inventarti storie sul fuoco
o costruire pupazzi di stoffa per giocare.

Quando mi chiedi cosa voglio fare da grande
non ho mai risposte.

Però una cosa c’è che io voglio fare da grande.
Voglio essere sempre la tua mamma

vale più di dieci lauree

buon compleanno, tesoro.

***
A quest’ora il parto era aperto
e io al mio solito stavo mandando affanculo tutti…
tutti, tranne te.

Alle 5,35 saresti nato col cesareo.
Eri bellissimo. Somigliavi tutto tuo padre.

liberamente tratto dall’album di famiglia
la nostra storia

oncogénétique

lutte contre le cancer

 

E’ quando ti accorgi di doverci lottare
nel quotidiano che prende forma
r e a l e
non solo nel pensiero ma in ogni atto
in ogni istante della giornata.

Anche un raffreddore diventa pericolo
Un dolore, un malessere
lasciano intravedere la sua ombra.

Nell’immaginario comune succede sempre agli altri
E’ lontano, ti senti immune.

Poi ti trovi improvvisamente a lottare ogni giorno
per tanti giorni
per mesi, per anni
senza mai capirne l’origine.

Spesso è tardi.
Comunque arrivi ti chiama in trincea
– ed è per sempre –

Inizia la lotta mensile, semestrale, annuale
solo per non farlo avanzare
solo per delimitarlo.

Amputa.
Non solo il corpo. Amputa dentro.
Si insinua come il peggiore dei mali
e non permette stati di tranquillità.

Solo dopo capisci l’importanza della Prevenzione

liberamente tratto dalla mia Vita