Un problema al mio essere donna mi ha portata
d’urgenza in ospedale.
Un’emorragia e le premure di medici a bloccarla.
Poi il reparto ch’è come tornare in India.
L’India è la coesistenza di vita e morte.
L’india è gioia e dolore.
è tristezza anche in un sorriso
e gioia anche in un pianto.
"No, non rimango, mi faccia firmare"
"Lei è libera di firmare, io così sotto la mia responsabilità non la faccio andare"
"Lei è Libera"
vaffanculo alla libertà
e vaffanculo agli uomini che ti dicono
"sei libera di scegliere"
v a f f a n c u l o
allora ho pianto
come chi di troppa libertà piange
poi, nel letto mi sono addormentata come si addormentano le bambine.
Al risveglio ho pianto di nuovo
e ancora e ancora
come piangono le donne.
Il dottore giovane mi accarezza la testa
"Stai bene oggi?"
"Sì, bene, grazie"
"Se te la senti, se l’emorragia è ferma, sei libera di andare"
vaffanculo
Ero sola nella stanza fino a quando non è arrivata piangendo
una poco più che bambina
col corpo di donna.
Occhi d’acqua.
Acqua nera.
Piangeva.
Io distesa sul letto, smistavo i miei cazzi
perdendomi nel suo troppo giovane dolore.
No, non era venuta a partorire.
Era sola come sono sole le donne libere.
Libere di scegliere
vaffanculo
Aveva un pianto straziante
di quei pianti che ogni uomo dovrebbe sentire
prima di parlare d’amore a una donna
o prima di parlare di parità di diritti
o di Libertà.
vaffanculo
L’hanno portata via sul lettino, dopo una zolletta di zucchero
con del valium. 30 gocce, cazzo.
Trenta gocce di valium e sei libera.
E’ andata via piangendo
è tornata dopo mezz’ora piangendo ancora più forte.
Il singhiozzo lasciava libere parole
troppo lucide per essere confuse
"Nessuno lo sa, mi raccomando, non lo dire a nessuno"
"Io non volevo, però non potevo fare altrimenti"
"sto tanto male"
"giura che non lo dici"
e piangeva forte
come piangono le donne libere
che forse preferiscono morire.
Ci divideva una tendina azzurra, ci univa la libertà.
Uno zainetto, jeans, maglione in terra.
Un paio di scarpe da ginnastica.
L’ho salutata così, con un gesto,
la mano in alto oltre la tendina azzurra
senza guardarla, senza farmi guardare.
Piangevo anch’io
io che non sono per niente femminista,
io che non ho mai abortito niente
se non la mia stessa vita
piangendo
così… come piangono le bambine
Una piccola storia ignobile
liberamente tratto dalle cose che accadono