nudité

allongé

.

Dentro le lacrime ci nasce il mare.
Sponde senza argini, i miei occhi.

Una mano mi rincorre sull’ombra letta delle parole,
mi stringe e mi ringrazia.

"Le sue parole sono belissime, sono pugnalate.
Prima o poi potremo parlarne?"
M’interroga così, fermandomi per strada,
cercando in me un gesto, una smorfia forse di compiacimento.

Rimango immobile nel miei nodi,
ora che mi sono concessa il lusso della nudità,
sempre meno mi vesto, sempre meno rispondo a salve.
"Prima o poi, capiterà", rispondo

C’è rumore intorno alle parole.
C’è rumore e scappo nei miei labirinti.
Solo una finestra rimane aperta sul grande ciliegio in fiore.

Oggi ho pianto tanto.
Il linguaggio delle lacrime non ha bisogno di parole
ne’ di traduzioni per essere capite.

Solo un bambino
s’è avvicinato ai miei argini e ci si è tuffato
senza farmi domande, senza volere risposte,
regalandomi la gioia di un abbraccio.

Oggi è stato quel piccolo bambino
il filo del mio aquilone
.
Liberamente tratto dagli embrici rotti della vita

valeur

reveil

.

Fuori di me cadono le foglie
mi incanto a guardarle, lasciarsi spostare dal vento.
In ogni foglia, ci sei Te,
così poco padrone della Tua vita.

Mi fa nostalgia pensarTi così
e sempre piango sul lungo argine che sai.
L’argine dei nostri baci,
l’argine di cui mai sei stato capace,
Tu, da sempre foglia al vento.

Un tempo quell’argine era luogo di giochi d’infanzia
e di fugaci corse d’amore dietro i cespugli.
Solo i cani corrono liberi sulle sponde del letto del fiume
che non nasconde segreti.

Su quell’argine ora cadono le foglie
solo qualche anziano oltre me
ci porta a spasso i pensieri.

Il viale del tramonto
ha il sapore dell’abbandono.

Tu che mi chiedi odio
solo per lavarti come una lavandaia
china su se stessa,
la coscienza.

Credo che oltre al Tuo egoismo
non rimanga molto.

Odiare costa tantissimo.
Tu vali molto meno

.
Liberamente pensato, dedicato
con tutto l’Amore che sai

fleur blanc

fleur blanc

.

Il Tuo fiore bianco,
in cui proietto la mia rinascita
è fiorito nella terra senza radici.

Un giornale locale ti mostra fiorito
perchè ancora qui fa notizia un ciliegio che fiorisce.
Il 12 ottobre a pochi chilometri da qui è fiorito un ciliegio.
Bevendo un caffèmacchiato nel solito bar ridevo da sola stamani,
alla lettura della notizia.

Rientrando in casa ho cercato con google
"il galletto mugello ciliegio in fiore"
e dallo stupore
è uscito per qualche strana coincidenza
il mio nome.

.
Da tutto l’Amore di cui hai paura,
dolcissimo Ciliegio in fiore

étale

étale

.

Attraverso i miei occhi sarei scivolata dalle Tue labbra
per rimanere nella Tua voliera,
ramo duro d’un ciliegio in fiore.

Un passero si ferma dove abbiamo perso
l’ultima coincidenza col destino.

Sulla panchina dei giorni ancora si scrivono
le cicatrici d’una corteccia senza troppi anni, l’anima.

Gioventù in Te ritrovata
come una pendolare dell’anima Ti attraverso le labbra
in una carezza, in una ancorata parola.

Il Tuo ramo, tristezza assoluta
in cui disseto di me, la quiete dei giorni.

Io, sbagliata per natura,
Io errante per impossibilità di matricolazione
sul Tuo ramo sboccia
ancora una volta,

 il mio fiore

.
Liberamente tratto dalla tenerezza

ciel

blanc

.

Dopo anni di solitudine si impara a riconoscere il cielo.
Ho grossa dimistichezza con l’odore della pioggia
e coi segnali dell’aria.
Il cielo sempre ci racconta tutto quello che sta lì sotto.

Il rumore delle foglie che cadono
come sospese in un Amore eterno,
sempre si posano da qualche parte
a concimare la nuova terra.

Le stagioni proteggono i malesseri di ogni tempo
e il cielo racchiude tutto quello che il cuore accarezza
come in un soffio di vento.
Anche le lacrime si asciugano in un prolungato bacio.

Foglie senza destinazione,
come parole lasciate andare a curare antiche ferite,
profumano gli odori di una donna.

Rinascono fiori,
dietro il ciglio dell’occhio,
come nell’ultima curva,

s’incontrerà quasi per nostalgia,
il destino

.
Liberamente tratto dall’amara dolcezza delle lacrime

dans tes bras

embrasse

.

Il modo tuo d’amare è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.
I tuoi baci sono offrirmi le labbra perchè io le baci.
Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
quella solitudine immensa d’amarti solo io.

.
(La voce a te dovuta) 
Pedro Salinas

.
(musica: Leonard Cohen – If it be your will)

.
Liberamente tratto da una delle Poesie che Amo

illettré

en pensée

.

Abbracciata alla mia capacità di solitudine
incontro nel mio deserto
fiumi di pensieri e una lacrima che sempre fa traboccare il mare.

Incapace di quiete, rimango abbracciata a me
dove anche il mare trasuda i pensieri senza pelle.

Le tue squame
rimaste impigliate al mio cespuglio di donna
per una solitudine senza pudore
mi ricordano una solitudine più sola della mia.

Dalla mia,
tutti i sogni e tutti i fallimenti del mio cielo
su cui ancora scrivo il dolore di una carezza.

Lieve e senza fazzoletti, m’imbratta di me,
il cuscino senza sogni

la sera

.
Dalle delusioni, dalla polvere, dalla dignità.
Dall’odore di donna.
E soprattutto dalle parole mute che scrivono sulle guance le parole più vere

maman

doleur

.

Non riesco a trovare il tempo nemmeno per venire a trovarti.
Il mio poco tempo libero non coincide mai con gli orari di passo dell’ospedale.

Allora preparo un brano sul pc e lo lascio suonare
non appena tu rispondi dal telefonino.

Oggi ho lasciato suonare Sergio Endrigo con la sua
"Io che amo solo te" ed è stato il mio buongiorno per te, mamma.

Quel brano fu il primo bacio col tuo futuro e con le mie origini,
in un brano che ancora ascolti del tuo tempo ormai passato di donna.
Mi chiedi allora di prepararti un cd con brani di Faber, della Ferri,
della Lumini, di Dylan e della Baez.
Mi commuove il tuo disperato bisogno di vita.

La prima amputazione fu sui seni.
Un seno florido, diventato ricordo.
La seconda amputazione sull’organo genitale
che da anni ti costringe a una vita diversa.
L’ultima mutilazione è di questi giorni.
Oggi è arrivata a casa la macchina che anche a casa ti aiuterà a tenerti viva.

Non mi è rimasta che la possibilità di farti riascoltare
i brani del passato per cercare ancora, insieme a te, il futuro.

Con la macchina attaccata oggi m’hai detto
che neanche il prete ti saluta più, che finge di non vederti
nella corsia di ospedale perchè sei mamma di una figlia diversa.

Ora capisci mamma perchè io
non credo nei preti ma solo nelle lacrime?

.
Liberamente tratto dagli uteri
e dal cordone ombellicale con cui m’infiocchetto la vita