souvenir III

indépendance - solitude
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Fotografia di Elena Baca

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Nessuno conosce il tuo nome.
Quello in cui vivi
e l’altro, più anonimo con cui ti svesti.

Il tuo nome me lo disse
un portiere d’albergo
– lo disse sottovoce –
molto prima del dopo,
ignorando le conseguenze.

Ora che sei la pelle del serpente
rispondono solo echi dal cortile.

La città fuori ancora vive
ignorando i tuoi nomi
fra le insegne al neon spente
e il catrame.

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fra i ricordi
sfogliando gli anni
era un due settembre

maintentant que…

indépendance -  les temps
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Fotografia di Angy Holcomb

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E ora
che non abbiamo più nulla da dirci,
ora che la polvere è ovunque
e ogni bottiglia è vuota

posso tornare a  coltivare ortiche
e giocare un solitario
sul tavolo del divenire.

E ora che la siepe non delimita più confini
e i miei cassetti han perso
le lettere che conservavo,

aspetto il forire dell’inverno
– o solo la capacità di un idraulico –
come fosse ancora prezioso

il tempo che,
senza più guarnizione

sto perdendo.

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trovato nella punta di una matita

raison d'être

indépendance - ensemble
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Fotografia di McInarnay Photo

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E tornare là
– dove pazienza non mente –
sulle lancette dei dubbi a cercare certezze.

Riconoscerti in ogni gesto familiare
e cercare il nome delle cose
attraverso le ombre.

Essere nel mondo
– quel mondo che tu abiti
e in cui io transito –
alla fermata sotto al salice d’inverno.

Sentire piovere la noia
come per millantato credito
è quest’esistenza.

Abbracciare gli echi degli addii
per ricordare un gesto, una voce, una smorfia,
per essere mela d’inverno
e fragola a giugno.

Essere qualcosa che è e che esiste
al di là delle domande.

Giurare quiete al tramonto
e smettere di rincorrere le foglie
come quando se ne vanno,
da qualche parte

come noi
-note senza chiave –


senza sapere dove e perchè
un giorno.

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trovato nella mano sinistra
quando l’anello era nascosto nella mano destra

rue Brouillard

indépendance  - la mer
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Fotografia di Chrissie White

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Sei la forma del vento
e la dolcezza di un frutto maturo
che cerca l’inguine della bocca
per maturare il senso e i sensi
delle stagioni.

Burrascano senza voce
e arrivano cantando
tutti quei giorni smarriti in un attimo.

Si fa quasi dolore
– nella vanità della preghiera –
e diventi odore di limoni
nella terra silenziosa degli ulivi.

Ma tu sei la forma del vento
e arrivi senza preavviso,
ad asciugare segreti
e a scolpire sguardi di luce

qui 
ai bordi della nebbia.

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trovato nel cassetto disordinato
mentre cercavo una canottiera à pois

amitié

indépendance - Umberto Mazzone
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Umberto Mazzone
– per gentile concessione –

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"Umberto Mazzone è avvocato: di sera e nei momenti di pausa, invece, dipinge. Attività forense e pittura di solito si cozzano. Qualche volta,tuttavia,quando si incontrano fanno molta strada insieme. Il codice ha solchi di giustizia, ma ha anche risvolti umani: aride norme che catalizzano in fredde e stereotipe informazioni squarci di miseria umana colta in atteggiamenti da brivido,in lussureggiante disarmonia o in mille altre forme. E al centro vi è sempre l’uomo, con le sue passioni, con il suo volere, con la sua avvincente personalità, legata ai problemi della quotidiana routine.

A volte egli,l’uomo,è diafano,a volte esuberante, pieno di emotività; a volte,invece è innamorato o sente la stanchezza della vita… insomma l’uomo è uomo. Umberto Mazzone è a contatto con questa realtà quotidiana. Successivamente, l’immagine che ne è stata delineata si assopisce nella memoria per risvegliarsi più tardi,nei momenti di pausa, sotto tutt’altre forme, quasi una necessità interiore che preme, incessantemente, per realizzarsi in apparenza estetica. Qui la descrittività, sempre legata ai problemi umani diventa ricerca e necessità di verifica per una sorta di rispondenza tra l’arte e la vita.

Ed è proprio qui che Mazzone avvocato e Mazzone artista si incontrano.Qui l’uomo e l’artista si fondono."

Vito La Piana.

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Ho avuto la fortuna di conoscere Umberto oltre un anno fa e la stima reciproca ha consolidato una nascente Amicizia.
Certo è che mi ha stupito quando mi ha chiesto di scrivere una sua poresentazione per la prossima sua mostra personale.
A chiare lettere gli ho detto di non conoscere l’arte se non con quel filtro emozionale che ci danno in dotazione alla nascita.

Recensire un artista che ha già avuto ambiti riconoscimentinon è semplice.

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Umberto Mazzone è nato a Catania nel 1941.
Ma ha la capacità straordinaria di nascere sempre, ogni giorno
come fosse in ogni domani, la sua venuta al mondo.

Già nel 1979, in occasione di una personale a Roma, il presidente dell’Accademia Tiberina, Prof.Igor Istomin gli ha conferito l’Onorificenza di Accademico.

Si sono interessati alla sua produzione artistica molti quotidiani, riviste, l’archivio per l’arte italiana del Novecento (Kunsthistorisches Institut in Florenz) e numerosi critici si sono interessati a lui…

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Dal 5 all’8 settembre p.v.
al Tennis Club di Messina,
la sua mostra personale
"Un punto nell’infinito"
la cui presentazione Umberto ha voluto affidare a me:

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***

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"Umberto Mazzone,

giocoliere, trapezista senza reti del colore.

 

 

 

E’ stato uno di quei casi che hanno la logica degli incontri,
il rimanere catturata dalla morbidezza dei colori di Umberto.
C’è quasi sempre un otto nei suoi dipinti;

due cerchi che si uniscono e tracciano le linee dell’infinito.
C’è la leggerezza della donna radice forte del suo uomo,
che insieme formano musica e armonia dell’unione.

Avvicinandomi sempre più ad Umberto ho trovato la tavolozza segreta
che emerge al solo essere in contatto con lui.
E’ impercettibile ma si capisce come dipinge,

passionando ogni attimo, ogni tratto, con la cura paziente
che solo la saggezza del tempo,  – un tempo eterno,  paziente e amante –
può avere.

 

Il tempo Amante è il tempo vivo, eterno che esula dal tempo passante.
In questo Umberto ha la forza che lo contraddistingue, lasciandolo
a chi lo conosce, patrimonio inestimabile.



Umberto potrebbe essere la bellezza di un mandorlo in fiore
che funambola acrobazie di fuoco sulle acque del mare."




Beatrice Niccolai

 

mistral II

indépendance - fille
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Fotografia di Gosia Janik

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E’ di sette vite
come un treno fermo sulla curva di uno scambio
il vivere, così come si vive
l’amore al primo sguardo.

L’anima esce dal corsetto della carne
e bacia la terra in cui affondano la radice
gli occhi d’inverno.

Fioriscono dove il tempo
arriva  a dismisura,
costantemente piovendo
– maestrale d’eterno –

come bambini al primo girotondo,
dentro e fuori la melma


saltando.

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trovato nelle mani e nei cambiamenti
che arrivano come un vento di maestrale

le mal de vivre

indépendance - nuages
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Fotografia di Chrissie White

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Ascoltami guardare
il sentiero farsi strada
e percepire, quasi arreso.
il respiro.

Le nuvole finchè soggiorneranno nel cielo,
avranno spazio per averne,
perchè il troppo sole
non diventi minaccia per la pelle
e, oltre, dove lo sguardo non arriva,
peccato della carne.

In quel silenzio
fatto solo di grilli e di erbe mosse dal vento
cerca con me
  – mosso dal timore di vivere –

un Dio senza altare
farsi uomo nella polvere.

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trovato nell’ansia di vivere

distance III

indépendance - les temps
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Fotografia di M.José

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E poi rimane quell’al di là delle foglie,
in una distanza
che disegna solo la mente.

La luce fievole d’un ricordo
è sentire affondare nel cuore
i morsi vivi di un serpente.

Ed è bello guardarti
anche nella distanza,
evaporare nel silenzio

come un ragno
che annoda la sua casa
ai piedi dell’aria
fra la rugiada e l’erba.

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trovato prima di dormire

saison du miel

indépendance - à la plage
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Fotografia di Michelle Brea

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Ho ancora con me
quel tempo paziente
di pochi ozi ai vetri socchiusi delle finestre.

Sfioriscono ancora stagioni
al di là dei dubbi,
al di qua della siepe
attese e attesi
compilano in bianco giorni.

Non chiedermi il perchè
ma tu non spengere il braciere
che inverno tornerà.

E’ sempre più breve
la stagione del miele.

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trovato finalmente nel pc sistemato
e nella desolazione per aver perso tanto, tanto, tanto lavoro

cirque du vert

indépendance - sourire à le vent
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Fotografia di Olivia Bee

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Ti lancio uno sguardo
come cristalli di sale
su una fiamma troppo viva che brucia,
– come scia di un desiderio –
il nostro pugnello di stelle

e possa ricordarti
dov’è che si è perso
o semplicemente dimenticato,
come ingoiato dalla melma di uno stagno
il verde del mio guardare

 smeraldo.

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trovato aspettando Godot