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E ora che sei nelle braccia del vento,
proteggi dal silenzio
il silenzio di ogni donna.
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Un ciclamino bianco
per la mancata presenza,
un ciclamino che resiste nella neve
in quel silenzio sotterraneo
tempio e tempo prezioso
d’ogni donna.
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Molto più fragile il tuo sguardo,
quei colori forti con cui
esorcizzavi il male
e un turbante per non nascondere
quanto fa male vedere
un albero spoglio in estate.
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Figlia del destino
risorgi in me ogni mattina al risveglio,
fra il cantare degli uccelli
sui tanti rami spogli
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insegnami d’ora in poi la fatica
del viverti senza.
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A te, Patriza
con grande affetto e stima.
Donna stroardinaria, invidiabile Assesosre alla Cultura,
Professionista nella logopedia.
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Il ciclamino bianco che mi regalasti per le parole
ce l’ho sempre.