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Fotografia di Yanire
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I fiori di dicembre
sembra che muovano la testa
per cercare la verità sottile
d’un giorno senza storia.
Dentro quel giorno
c’era la memoria
e c’ero io, più stanca della luna.
Riflessa in un ricordo,
sembravo un’altalena felice
in braccio al vento:
sembravo me nel centro esatto
di un sogno interrotto.
Ora che quel sogno
ha le ali recise,
zoppica il futuro nel presente,
contando i mozziconi
a cavallo della polvere.
I soliti pendolari
camminano frettolosi
verso la fermata d’angolo.
Quando m’incrociano
provano pietà per una malata di vita.
Muovono i passi ogni mattina
sulle stesse formelle del marciapiede.
Ne conoscono venature e difetti
e poggiano i piedi al solito posto.
Nella stagione dei fiori recisi,
nessuno calpesti la luna
nè interroghi le stelle.
Hanno visto troppo
e come me muoiono di vita
bruciando in seno alla notte,
lentamente.
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Trovato poco prima di partire