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Desolati,
come paesaggi di frontiera
quei lunghi sospiri senza mura
che sorprendono
il camminare frettoloso delle ombre.
Il silenzio è illuminato
e solo chi è nel buio può scorgerlo.
Vi prego,
nessuno lo disturbi.
Prosegue il gesticolare affannoso
di chi è già in un altro viaggio,
– destinazione sconosciuta –
diranno i più informati
e tutto è come coperto da un velo di nebbia,
come un tempo
che si sposa con le disgrazie.
Si fa tenerezza l’altro sguardo:
quello che viene ora e
oltrepassa tutti i suoni del silenzio,
riecheggia nel domani,
il cigolìo di una porta che non si chiude.
Anche Dio ammazza il tempo
giocando a carte,
usando me come jolly.
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trovato mordendomi la vita
e non sarò mai contorsionista