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Fotografia di E. Baca
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Ho Amato con poco pudore
il tuo corpo
e con la forza dei temporali
quel te impaurito
– scardinato dal vento –
che ti viveva dentro.
Eri d’argilla
come la mia costola
e diluviavi in ogni abbraccio.
Sacra l’acqua
anche per chi come noi,
non ha terra.
Anche i salici hanno le loro ragioni
e si muovono fuori e dentro
le storie dei temporali.
Ora che solo fra i rami
passa quello che mi regala il cielo,
vorrei sedermi a terra
fra i fili del passato
e ricucirmi
– dove il divenire è già stato –
il cuore.
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vorrei scrivere altro
ma le dita battono sempre lì
come pioggia sui vetri