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Fotografia di Paula N.
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Il discorso è sempre quello:
ruscello che salta i fossi,
rincorre solo il suo percorso.
Sono rumori fuori posto
quei vagiti nei giorni della notte,
quando tutto è finito
e non si conosce ancora
l’epilogo del dopo.
La mano distratta accarezza in te,
le sagome del ricordo.
Il saluto breve
si estende nel tempo
diventa promemoria o accesso
alla stanza della tenerezza.
Anche l’ordine in me
era fuori posto.
Erano celesti le lenzuola in cui
– sfiorandomi l’infinito –
sei entrato sottovoce
nella donna.
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trovato aspettando primavera