l'unconnue

indépendance - automne
.
Fotografia di Karine

.

Disegno l’ignoto
tracciando ombre sui riflessi
inseguendo in me,
il niente.

Luoghi sconosciuti
tornano familiari
quando riordino i capelli.

Come schiusa alla vita
la vita, torna femmina.

Tanto il dentro
ha sempre le finestre aperte
e una tenda bianca
che ricade sul tempo.

Eri un ricciolo di desiderio
un timido ricciolo senza testa
io ero già
– graffiate dal vento –

ali di farfalla.

.
trovato!

les feuilles d'automne

indépendance - après les temps
.
Fotografia di H. Tulla

.

.Ancora sogno.

Il tempo è una carrucola nello stagno,
preleva fango
come nell’esistere giorno dopo giorno.
Solo le foglie anticpano i passi.

E ancora piovere.

Dal basso verso l’alto,
come i primi fiori di maggio,
come una vertigine
che danno i voli, gli abbracci
o questo tempo
dalle pareti spoglie.

Le prime luci dell’alba
sono sempre i ricordi,
poi diventano miraggi dello sguardo.

Nella pioggia d’autunno
cadono anche le foglie.

Dietro le tende del vivere
si avvicinano le parole.

Solo loro.
Come ogni giorno.

.trovato nel tempo che passa,
che cambia e non cambia mai.

avec la lune

indépendance - solitude
.
Fotografia di Karine

.
E quel credere il tempo
unica variante del destino
a ingannare le ombre nei luoghi interiori
come se questa vita
fosse d’altri.

Curiosa metamorfosi
quella dei sassi levigati dall’acqua
nati pronti a diventare altro.

I detriti del fiume oggi
delimitano nelle loro rotondità
le rigogliose aiuole.

Cercami lì:
al centro esatto del mio smarrimento
in quell’aiuola
dai geranei rossi calanti
e le rose bianche al centro.

Essere la pioggia d’autunno
e la terra che l’accoglie.

Piangono nel vento
anche i salici
quando la notte si placa
nella longevità dei sogni.

Sulla panchina dei ricordi,
si siedono tutte le sere
ad annaffiare la luna

due ombre.

.
trovato fra le mani e il cuore

pluie d'été

indépendance - saison pleurant
.
Fotografia di E. Baca

.

Ho Amato con poco pudore
il tuo corpo
e con la forza dei temporali
quel te impaurito
– scardinato dal vento –
che ti viveva dentro.

Eri d’argilla
come la mia costola
e diluviavi in ogni abbraccio.

Sacra l’acqua
anche per chi come noi,
non ha terra.

Anche i salici hanno le loro ragioni
e si muovono fuori e dentro
le storie dei temporali.

Ora che solo fra i rami
passa quello che mi regala il cielo,
vorrei sedermi a terra
fra i fili del passato
e ricucirmi
– dove il divenire è già stato –

il cuore.

.

vorrei scrivere altro
ma le dita battono sempre lì
come pioggia sui vetri

au-delà

indépendance - regarder
.
Fotografia di Pluja fina

.

Qualcosa si sgretolò nel silenzio
e ancora riemerge
nei luoghi in cui la vita E’
apparte tutto.

In un giorno di pioggia
abbiamo confuso le lacrime
e barattato un bacio per un raggio di sole
come se da quel gesto
dipendessero le nostre speranze,
le nostre sciagure.

Ancora t’incontro
aldilà dei rovi degli altri
dove le nostre rose
da gialle sono diventate rosse.

Fioriscono m’han detto
anche in gennaio.

Storia comune
fra tante storie nate speciali
e già dimenticate.

Ma noi eravamo altro:
delle nostre ali
– in quell’attimo che E’ e sempre Sarà –

noi
eravamo il cielo.

.
trovato in salita.

encore la nuit

indépendance - aller
.
Fotografia di A. Spidistra

.

Ancora entrare
nella porta dai mille sguardi
e sentirti arrivare
da altre distanze.

Percepire il rumore delle foglie
quando già eri vento
o quel battere di pensieri ai vetri
di quand’eri pioggia
in quest’andare di domande.

Ancora aspetto
il tempo buono della neve sulle foglie,
in quel silenzio ovattato
senza echi, senza distanze.

E’ questo cancellare orme
sui fossili del passato
o questo cercarci
negli sguardi dstratti del futuro
a distrarre i denti dalla bocca.

Ancora andare
come presagio di vita
all’inizio del vento

riconocere in te,
l’inizio del mio peregrinare
nel mio smarrimento.

Luce delle stelle
delimita al solo accendersi,
il buio della notte.

.
trovato nella bassa pressione
e in un’emmoragia che mi costringe a letto.

une autre aube

indépendance - l'aube
.
Fotografia di M.

.

Il tuo passo muto
risuona anche nel silenzio.

Si avvicinano nella notte
i pensieri più distanti;
diventi forma autentica
o l’occhio con cui mi guardo.

Saperti al di là dei discorsi,
nei colori dell’alba
e nella resurrezione di me perdente.

Come fosse vero
quello che seppur muto,
sento.

Ha sete di te
nella fragilità degli steli
ogni mio germoglio.

.

trovato dove non credevo nascesse
più nulla.

esprit de fleurs

indépendance - fleurs
.
Fotografia di Esther

.

E’ in quel tempo di ombre
che ho conosciuto
ogni angolo del mio silenzio.

Quel lasciarsi planare da dentro
dove tutto è già di per sè,
vertigine.

Essere in me
già una proiezione astratta
come fanno sulle pareti,
le ombre.

Quel riconoscersi solo per le movenze
e da meno distante,
per la vivacità
che rimane negli occhi.

Sapermi beneficiata dal dubbio,
mi assolve dalla brutalità delle circostanze.

E’ così che da fuori di me ti osservo:
avvicinarti alle pareti

come un ladro di sogni
o come ombra clandestina
che cura o strappa

le rose selvatiche alla mia casa.

.
Trovato nelle mani,
nelle cose da fare, nella vita che richiede presenza.
e nelle assenze.
Quelle non mancano mai.

notre âme déshabillé

indépendance - vie diverse
.
Fotografia di Szeike
.
.
.

Dagli sguardi fuori posto
immaginare un ordine,
percepire gli odori
in stanze sfitte per troppi anni.

Essere tutti quegli anni.
Esserci dentro fin sopra al collo
ed essere già pronti
per nascere
nella stessa ora di sempre,
nel solito luogo, storia o destino
solo per ritrovarti.

Come quando mi spogliai l’anima
e la lasciai nuda
 accanto a qualcosa di vivo,
che già era la mia aria.

Ma mi bastava quello:
repirarti nel silenzio
e conoscerne già i discorsi.

Ero già troppo ubriaca di vita
per aver bisogno del vino
ero troppo felice
per aver bisogno dei ricordi. 

Le mie notti si infilano
– di silenzio in silenzio –
in tutti i dirupi dei sogni 

nel letto sempre occupato
dalle nostre ombre.


Trovato fuori posto

en ce temps-là

indépendance - liberté
.
Fotografia di Penny J.

.

Quelle lunghe ore senza tempo
e quell’esserci così per forza,
come se stessi per vita mia
già scrivendo l’undicesimo comandamento.

Vorrei estirpare la pesantezza
come una radice dalla terra
e sfamare il bisogno di colori
dall’arancione di una carota.

Ci sono giorni che si scrivono
con la luna di traverso
o il sole fuori posto.

Certe ombre si vedono anche al buio
e occupano verità e menzogne
come il filo d’erba al prato.

Mi soccorra la Speranza
quando la notte
copre tutte le radici nella terra
e quando anche la terra
si veste di silenzio.

Vorrei frugarmi dentro la vita
in cerca solo di una stupida certezza,
o di una noce fossilizzata
come amuleto.

Sentirti vibrare in quest’eterno
ch’è dichiarazione di vita

per noi che inciampando
stiamo solo passando.

.
c’è il solito rumore che parla dentro.
la vita fuori fa il suo corso.
ancora mi sto guardando per vedere
se mi riconosco almeno di spalle.