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Nessuno conosce il tuo nome.
Quello in cui vivi
e l’altro, più anonimo con cui ti svesti.
Il tuo nome me lo disse
un portiere d’albergo
– lo disse sottovoce –
molto prima del dopo,
ignorando le conseguenze.
Ora che sei la pelle del serpente
rispondono solo echi dal cortile.
La città fuori ancora vive
ignorando i tuoi nomi
fra le insegne al neon spente
e il catrame.
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fra i ricordi
sfogliando gli anni
era un due settembre