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Erano gli anni consumati tutti in un giorno.
il ricordo è nei tuoi pugni su un muro
mentre piangevi.
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Io ero dietro ad un cespuglio di spade,
ero all’inferno.
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Era il mio male di esistermi,
era il vagone di un treno la mia casa.
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La tua m’aspettava
dietro ai primo odore di neve,
dietro alle lacrime,
compivi gli anni il tredici ottobre.
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Stazione di Milano e tu mi cercavi.
Bevevo vino nel tuo sguardo arreso
con un illuso come me.
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Ogni stazione ha la sua stagione.
Prego il dio che ti riporti sul binario
degli incontri felici.
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Giusto il tempo prima della ripartenza
per un abbraccio, una carezza, un perdono
e poi di nuovo dove il volo ti è verde,
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lasciarti andare.
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auguri babbo.
Sarebbero ottantadue tu fossi ancora qui.