pudique

fragment de femme

 

le rare volte che giocavo i giochi del mio sesso
vestivo tacchi a spillo e sottane
nello specchio di camera dei miei.

Il trucco mai.

La sottana gitana
era la sottana che prediligevo.
Caldi colori e profumi di terre lontane.

In camera mia
le ante dell’armadio
nascondevano specchi
e io stavo nel mezzo
la mia immagine riflessa all’infinito.

La mia anima
quando si vestiva da femmina
era accompagnata dalle immagini di me
perse all’infinito

Era il mio segreto
quello
di tacchi a spillo e sottane
mi si addolciva il viso
ed evidenziavo le mie acerbe curve

poi vestivo jeans e maglioni lunghi
quando uscivo dal segreto degli specchi.
Adidas a strisce blu
una vegogna, il seno.

Il mio maglione era blu
le mie curve si perdevano bene lì.
Nascondevano seno, dolcezza e femminilità

si evidenziava il senso del pudore
e non ho mai messo un centimetro di tacco
per simularmi donna
fuori.

Giocavo a pallone
e andavo a cavallo
per nascondere la femmina
che in un giorno d’estate
avrebbe chiesto disperatamente
di uscire.

C’erano persone austere
quel giorno lì.
Era caldo in terra fredda
e per la prima volta
riposi quel maglione
per sentire meglio
l’odore che emana la pelle
di una bambina diventata donna.

Non credo di aver più messo
da quel giorno
ai piedi tacchi a spillo.

Difficile camminare scalza
su uno specchio rotto.
Schegge ovunque
di frammenti di bambina
che vuole ancora
giocare

nel suo maglione blu