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E’ questo tempo che sa di ginestre in fiore,
che si ricompone gli occhi sullo specchio del lago
non è d’altri questo tempo che ci rimane.
Appeso al cielo,
dietro al salice spettinato
si sono incamminati i giorni del domani.
Ci diranno che pure noi siamo partiti,
che il cigno muore una volta sola
urlando l’ultimo canto al sole.
Ho le corde vocali distrutte
per i concerti a cui mi hai obbligato,
per i fogli dello spartito che rincorrevano il salice
come fosse solo vento, questo restare;
e lì sotto, sotto alle nostre macerie,
silenziosa,
una bambina intona il domani
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Trovato solfeggiando parole