.
.
La conobbi in primavera.
.
Me la presentò l’assistenza sociale
quando me la portarono in ufficio.
Era un’emarginata, di quelle a cui dover riempire il tempo
perchè troppo lungo e vuoto nel paese di provincia.
:.
Aveva lo sguardo inchiodato nel vuoto
e una collanina di perle di plastica
sopra una camicetta inconcepibile per qualunque moda.
I pantaloni stretti nel culo e corti alle caviglie.
Un paio di calzini verdi corti anticipavano i sandali.
.
Nel mio ufficio era vietato vietare
e le permisi quasi tutto.
Si sentiva utile nel contare le cose e dichiararle alla carta
in un improbabile inventario con disegnato in fondo pagina, sempre un fiore:
dalle matite, penne, puntine e quelle cose inutili
che fanno trono a un qualunque dirigente.
.
La macchinetta del caffè con le cialde
era nel corridoio davanti al mio ufficio.
Lei adorava farmi il caffè. Non amavo farmi fare il caffè
e ogni giorno le dicevo di prepararsi che io e lei
si sarebbe andate a prendere un buon caffè al bar.
.
Era la mia ombra,
un’ombra triste che iniziò a raccontare
di lei e del pomeriggio nel suo appartamento.
.
Un appartamento comunale,
due stanze dove prostituire il bisogno d’amore.
Di solito ci salivano i vecchi,
quelli che stanno tutto il giorno davanti al bar malfamato di paese
con le mattonelle ancora tutte rotte.
.
Lasciata la mia vecchia professione,
per lei non ci fu più nessuno disponibile a seguirla.
.
Ogni mattina passo davanti a quel bar per vedere se la trovo.
Ha sempre lo sguardo vuoto inchiodato al destino
e riempie il tempo inutile col porco di turno.
.
E’ lei spesso le mie prime parole del mattino
e quando posso andiamo ancora in un caffè
per sentire, guardandola felice, meno male.
.
Sai, oggi ho dieci euro, pago io.
Mi guarda ridendo, felice per quegli spiccioli
arrivati dalla bocca, dalla figa dal culo.
.
Per un pompino le danno un euro. Se ingoia, due.
per un pacchetto di sigarette ne deve fare quattro,
con la grazia di un caffè a sessanta centesimi
se trova un barista clemente.
.
L’abbraccio ogni giorno.
Oggi era col vecchio dai capelli tinti
sorretto dal bastone di mezzo.
.
Il suo portone era aperto,
il vecchio attraversava la strada,
quella stessa strada dove si chiudono le finestre
della maledetta assistenza sociale.
:
Stamani avrei voluto strapparti come un fiore, Maria
un fiore bastardo che cresce senza nemmeno la protezione delle nuvole
abbandonato sui petali fragili della tua strada
.
Dalla strada dei miei angeli