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Fotografia di Szeike
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Vorrei non avere parole
per non ricordarmi
del perchè scrivo.
I luoghi interiori
diventano visioni d’altro
come le ombre lunghe
fra la veglia e il sonno.
Certezza d’incertezza
la vertigine si fa risveglio
come quel cercarmi sempre
dove il giorno finisce.
E ancora è farsi strada
dove era smarrito il percorso,
o dove la forza motrice dell’anima
è solo
un sasso nella scarpa.
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Trovato in giorni di rabbia, dolore e smarrimento
la legge ci da ragione.
Cosa può vincere
uno che è già stato sconfitto?