une femme errante

indépendance - aller

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Vado,
io che delle nostre donne
sono l’errante.

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Mi ero emozionato quando lessi “Le nostre donne” di Beatrice Niccolai,
versi di una forza straordinaria!
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La nostra Associazione Culturale, Blog – Territori e Paradossi,
aveva già in programma una serata con uno spettacolo
liberamente tratto dal libro Papalagi per il 7 marzo e facente parte
della rassegna dedicata alle donne ed organizzata dalla Municipalità di Favaro.
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Proponemmo ad Enrico Nardin, delegato alla cultura della municipalità,
di far leggere nell’occasione quei versi;
Enrico ci chiese “…ma si può invitare la poetessa?”
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Contattai Beatrice, che non conoscevo se non per le risposte
a qualche mio commento che avevo lasciato alle sue poesie,
e la cosa diventò possibile.
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Eravamo a fine gennaio, si trattava di organizzare la serata:
partivamo da Beatrice e dalle sue opere;
mancavano tutti gli altri ingredienti che lei, con infinita gentilezza,
ci suggeriva utili alla riuscita dell’iniziativa.
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Una ballerina di flamenco: l’Associazione “Paso Libre” di Mestre
ci raccomandò Martina Furlan, solare e bravissima interprete del ballo spagnolo.
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Mancava una lettrice: l’Associazione Teatro Arte Povera di Mogliano
propose la propria attrice Valentina Longo.
E si mise a nostra disposizione anche il loro tecnico del suono Massimo Mason.
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Il poeta Alessandro Bon,
presentatoci dal “Gruppo Poesia Comunità di Mestre”, ha proposto alcune sue opere.
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Il chitarrista classico Andrea Marzari
ha accettato con entusiasmo di partecipare alla serata.
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La poesia di Beatrice ha catalizzato la collaborazione spontanea
di molte nuove persone che ringraziamo di tutto cuore.
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Siamo fiduciosi che il ricordo di questa serata
accompagnerà nel tempo chi vi ha assistito;
e siamo sicuri che resteranno indelebili nei loro cuori
le emozioni che i suoi versi immancabilmente trasmettono.
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                                                                  Giuliano Brandoli
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Giuliano ha organizzato tutto
e ogni giorno abbiamo lavorato a distanza
per lunghe settimane di umana pazienza.
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La serata di sabato lascerà
ad ogni partecipante un libretto omaggio
con scatti fotografici di Giuliano Brandoli
associate a parole mie.
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Sai Giuliano,
quando hai abbinato la fotografia del 1967 di tua moglie Laura
alle mie parole  ‘la tenerezza dell’infinito’

ho avuto la certezza della tua straordinarietà.

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Grazie per avermi dato conferma
della forza dell’Amore.

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Come posso desiderare di camminare
se con Te ho volato,
lo spazio illimitato del cielo?

Con la Tua mano ho colto
la tenerezza dell’infinito
nel breve spazio di una carezza.

E se una stella brilla
da qualche parte nel buio del cielo,
è perché la Tua mano
mi ha accompagnato ad accenderla,

in un giorno lontano,
per noi,
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lassù.

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Beatrice Niccolai, ‘La tenerezza dell’infinito’ –  ‘Gramigna’, 2008

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dalle cose che accadono