retour III

tes ans

.

Mamma, domani torno un pò da te. Ti va?
Perchè me lo chiedi? Certo che mi va.
Qui è casa tua.

(Sei te il proprietario e non te l’ho ancora detto.
Ho già lasciato tutto a te. Che non si sa mai.
Io usufruttuaria dello spazio che mi lascerai.
Rimango tutrice della tua età e dei tuoi errori.)

Vuoi che venga a prenderti alla stazione
oppure ti accompagna babbo?
Mamma mi fermerò un pò a Firenze, poi arriverò.

Maledetta me che t’ho insegnato l’amore e la libertà.
Però un pò mi benedico per questo
che stai crescendo come avrei voluto crescere io.

Casa tua è un campo nomadi
quando tu non ci sei.
Casa tua è la chitarra sempre sul divano
un pc sempre acceso e fornelli spenti da mesi,
la fisarmonica lì vicina alla luna per le solitudini di tua mamma.

Casa tua è una distesa di cose da fare
e libri sparsi dappertutto per terra.
Tua mamma è una bambina distratta quando tu non ci sei.

Casa tua,
ancora vorrei poter essere io
e quel frigo che apri per vedere che c’è.
Se apri le finestre del mio cuore
ci trovi ancora la tua culla di vimini  e il carillon.

Domani sarò grande, figlio,
mi sveglierò prima dell’alba perchè
tu trovi quell’ordine che non riesco a darti
e al quale mi sono disabituata da mesi,
però a te non mi  disabituo mai.

Mi rieduco facilmente se sei con me.
Faccio persino le fusa come i gatti
e mi pettino lisci i capelli.

Domattina mi truccherò
nonostante il caldo, mi truccherò.

Una macedonia e un budino
per una cena a lume di candela
per me e te.

Una candela centrale
e altre sparse per casa.
Questa casa troppo grande per la mia sola solitudine.

Ho imparato persino
 a pisciare al buio senza te

liberamente tratto dall’attesa

équilibre

silencieuxe

.

Se cadevo fra la polvere e il cielo
mangiavo polvere e respiravo cielo.

In religioso silenzio
imparai il dovere del cuore
ch’è solo seguirlo.

Se cadevo solo sulla polvere
prima o poi avrei trovato nel cielo
la forza d’uno sguardo.

In ostinata contraddizione
avrei sempre preferito la polvere del cuore
all’assenza di nuvole d’un cielo.

Che un cielo senza nuvole
non ha pareti dove appenderci la camicia quando arrivi,
ne’ ha il sapore sbiadito d’un ricordo.

Sei sempre stato così nuvoloso
che da subito ho desiderato diventare
 la tua pioggia.

La pioggia non è tristezza
è una canzone dolorosa che lascia presagire
il cambio di tempo.

Il vento che cambia
mi trascina per i capelli nella mia polvere
e se piove, modelleremo nuovi giorni
da farci le statuine per natale.

Dicono che i fanghi ringiovaniscano la pelle
e diano luminosità anche al buio.

Non so se siano i fanghi
o se sia la pioggia

ma oggi io ci vedo poco

liberamente tratto dalla polvere
dei miei giorni

si je

sein

.

Se della mia voce potessi liberarmi
per attorcigliare la tua gola alla mia
e solo usare quell’oceano
formato dalle tue parole che nettare sono
per la mia lingua di orfano di vedovo di straniero
Se smettere potessi d’essere assente
per trasformare la tua anima nella mia patria
lasciandoti sentire per una volta
l’impatto mortale del mio silenzio
In fondo altro non sono che il ricordo della tua voce
Ogni volta che mi rifiuti
finisci di partorirmi

.
Alejandr Jodorowsky
se della mia voce

liberamente tratto dalle Poesie che Amo

baigné

nue

.

Con la parola
quella parola con cui sfiori
la pelle che non ho
annaffi di me, pensieri e nascoste solitudini.

Con quella parola che sai anche tacere
disegni con le dita, parole all’anima.

Quest’anima che ho usato tanto
e che sempre indosso
ch’è l’unica cosa io riesca a portare con disnvoltura
fino in fondo al pozzo scuro dei tuoi occhi.

Prendila e toglile il respiro
poi, con poca delicatezza
spoglia anche me

Hai una strana voce
quando mi parli con l’anima del tuo sesso.

Di te
io ho sempre
l’anima bagnata

liberamente tratto dai pensieri nascosti

souffle

peau

.

Inutile che cerchi dentro di te
quello che lasci di giorno in giorno in me.

E’ l’odore della pelle che risponde
alle cose che non chiedi.

Non chiedermele
che le risposte hanno l’autenticità della certezza.
Ch’è forse meglio cullarsi fra braccia
sicure a pericolosi lanci oltre
l’iride del sentire?

Inutile ch’io chiuda gli occhi se tu vedi oltre
e nell’ombra le anime s’abbracciano
mentre anch’io cerco di fuggire.

Si è così avvelenati dalla burocrazia esistenziale,
che a stento respiriamo l’odore della pelle
e dell’anima animale che sempre corre

in un bacio profondo
fino alla fine dei tuoi occhi,
all’inizio di me

il vero unico
respiro

liberamente strappato dalla pelle

saut

fatigue

.

Ogni volta che lo chiamavo sul telefonino,
il mio dottore conosceva già il mio male.
Non mi lasciava nemmeno iniziare il discorso…

– Tu scopaci e basta
e poi cazzo Bea, come te lo devo dire, situazioni normali te no eh?
– Cazzo doctor, mica scelgo io. Lascio scegliere alla pelle.
Segue le sue traiettorie… Sai che poi ho sete dell’anima.
– Sì ma poi l’anima ti scende dal naso, perdi il respiro,
inizi le tue depressioni e chiami me.
– Senti doctor, non rompermi le palle, sto male, aiutami ora.

Mi guardava, sorrideva, mi prescriveva delle pasticche rosa.
Le pillole anticoncezionali del cuore,
poi si usciva sempre a bere qualcosa insieme.
Mentre noi si beveva, il mio cuore sempre si allontanava
ed andava a innamorarsi di qualcuno.

Il mio cuore era, nonostante tutto, molto fertile
e partorii così tanti figli da invadere ogni dove.

Ho un cuore mamma
che crede alla bellezza di un gesto
e si innamora di una ruga di un cuore
e crede ancora alle carezze e fa le capriole di nascosto.
Ho un cuore testardo
che ogni volta che salta, salta più in alto.

Prende l’asta e corre per lanciarsi nel vuoto
per poi ricadermi addosso con tutta la sua forza

L’ultima volta che ha preso la rincorsa
io glielo dicevo di stare attento…
Ma lui non mi ascolta mai:
Col salto è volato così in alto, oltre al visibile,
in alto, così in alto che ancora deve ritornare

liberamente tratto dalle mie meteore

coeur

Amour

.

"C’è stato un tempo in cui pensavo che il valore più alto fosse la libertà.
Ma non avevo fatto bene i conti con l’Amore.
Perché nessuno è libero quando ama.
E’ stato un precipizio masticare sogni
appigliandomi al vuoto di una vita senza sguardi.
Giacché smontando i pochi attimi che ritenevo belli,
mi accorgevo che nell’ombra delle ombre ognuno di quegli abbagli aveva un occhio di vetro.
Senza amore è tutto insufficiente.
E chissà se non si fosse ricordato di me cosa ne sarebbe stato del mio cuore.
Ora chissenefrega se sparisse il sole.
Nel suo caldo spargimento,
il mio cuore danza ogni giorno verso il cielo, e il suo viso splende."
.

Ezio Vendrame
"Il mio miele ti avvelenerà"
liberamente tratto dalle parole che amo

racine

tes mains

.

E’ nel silenzio ch’io ti cerco
dove il pensiero riflette la parola
e i vuoti a perdere solo brutti ricordi da cancellare.

E’ nel silenzio della sera
che le mie mani giocano a cercarti
e si muovono nell’aria in un abbraccio di dita
come fossero le tue mani forti
a fermare le mie
molto più fragili, molto più dannate
che piangono la lontananza.

Sei un treno fermo nella mia stazione
e un aereo in volo nel mio cielo.
Sei quella mano apparentemente forte
d’una dolcezza che si ferma fra i miei capelli
come un passero nel nido.

Tirale forte queste radici
e diventa tu stesso tutta la mia radice
che nella tua presenza
non c’è dolore, non c’è solitudine
ne’ dimenticanza

Solo mani stanche di cercarsi
stanche di rincorrersi
nel folle gioco dell’abbandono
nella tua pelle
sì, solo nella tua pelle 
scorre vivo

 tutto il mio sangue

liberamente tratto dal bisogno ora di un tuo abbraccio