l’amour, la fleur et la pluie

indépendance - l'ivraie et la fleur
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Fotografia di Bethy

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E ancora cresci a dismisura
come l’ortica fra le pietre
e ti fai silenzio nel mio silenzio.

Tacciono nel loro muoversi
anche i fili d’erba.

Macchiato di pioggia
accompagni le nuvole in altri cieli
e ti fai sorgente fra le ortiche
per la mia sete.

E ancora emergi come cosa viva,
come uno fiore fra le macerie.

Petali timidi coperti di buio
cercano
attraverso gli spiragli e la polvere
d’intravedere il cielo più distante

quello oltre i rami e le foglie
e che ancora si ferisce
coi chiodi arrugginiti

dove abbiamo appeso
tutte le nostre stelle.

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trovato dove ovunque esisti

la même musique

indépendance - la musique des jours
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Fotografia di T. Lulayu

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Le stesse scale che sai
a volte salgono, altre scendono
fin dove tu mi conduci.

Fin dove la memoria mi conduce.

Fra i ricordi mai ordinati in soffitta,
dove dal lucernario la luce filtra
e rende immortale la tenerezza del tempo
in un tempo sempre più a forma
di domanda.

La pietra accompagna
quello strano modo
di scendere e salire le scale
o la rieducazione ai primi passi,
nel lungo tempo senza gambe.

Anche le piante de lauro
separano le distanze:
giovani foglie verdi succedono
il travaglio del seme nell’asfalto.

Ti sei fatto largo di tristezza
mentre osservo seguire
l’ombra dalle tue dita lunghe
accarezzare senza toccarle,

le foglie.

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Trovato fra l’asfalto e le piante di lauro:
la fontanella ancora come allora
sputa acqua sui nostri passi.

rêve

indépendance - rêve
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Fotografia trovata in rete di T. Lulayu

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La mia camera
si affaccia sempre su un cortile.

Vista da fuori
non sembra la finestra di una camera.
Non sembra nemmeno una finestra.

Gli occhi di Dio
si confondono alla folla
e nulla è più come lo guardi.

Sul davanzale
si rinnova la fame degli uccelli.

Le tende in maglie di giunco
sembrano nascondere una foresta,
e nel mezzo,
il fiume attraversa il silenzio della stanza.

Vorrei incontrarmi ridente
mentre attraverso la luce negli specchi,
o mentre la matita degli occhi
cerca di scrivere un altro sguardo.

La mia camera ha lenzuola profumate,
timidi incensi profumano le ombre
che non odorano pù di carne.

La selvaggina
– quando la porto fuori dalle cose che vedo –  
corre libera e zoppa

nel bosco.

trovato nelle coincidenze

comme papier

indépendance - aller
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Fotografia di Trisha

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E ancora i giochi della mente
si fanno riflessi
o si susseguono in mancanza d’altro.

Vorrei sentirmi mancare il respiro
per l’attesa che si fa vicinanza,
o sussultare come al primo appuntamento.

Vorrei indossare
la voglia di guardare un orologio
e impaziente truccarmi
come fosse ancora tempo di ciliegie.

Sono giorni che inseguo
il cadere della cenere su tizzoni ardenti
e brucio come fossi carta.

Trapasso così giorni,
abbracciandomi nel silenzio,
interrotta solo
dal cadere della pioggia.


***

Per Gilda e per chi è in Puglia,
Venerdì 29 maggio
serata di poesia, cucina pugliese e jazz
"sottovoce"
al Club "Grotta Omero" di Foggia.
Per info e prenotazioni:  3200610727
apalazzo9@gmail.com
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trovato in giorni particolari

La chanson du pecheur

indépendance - souvenir de vie
.
Fotografia di Stephanie
la foto che mi ritrae di profilo è invece di Giuliano Brandoli

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Trattienimi il fiato,
non vorrei partorire prematuramente
un inutile discorso.

Il cuore ha già le doglie
e le stagioni si succedono
deliberatamente come i fatti.

Le voci attraversano mille sguardi
e si soffermano sui silenzi.
Il tuo mi è sempre
incontrollabile dolce interferenza
fino a suonare come le corde di un violino
sui fili tesi nell’aria.

Non ho avuto voglia di morire
neanche oggi.
Temo sempre il peggio:
che si vociferi di me
e di una morte voluta per Amore.

Anche oggi ho scelto
di pizzicare le natiche alle nuvole
e innamorarmi del tuo andare
dove nulla torna.

Spingi forte le tue mani
sul mio campo incolto d’ortiche.
come fosse il ventre di un dolore.

Entrano nell’acqua
tutti i sassi che ci tira il destino,
per demolire un fiume
o costruire una casa.

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Trovato così
tanto per cambiare

la couleur du péché

indépendance - la femme et sa enfance
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Fotografia di J. K.

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Un giorno si potrebbe ritornare
laddove la vita
ancora rotola le sue cadute migliori.

Mi riconoscerai fuori dagli usci
che fanno odori, amore e casa,
o per quei vicoli dalle lenzuola colorate
sempre all’ombra di sguardi
che non fanno mancare i ricami.

Sì,
si potrebbe tornare
sulle panchine degli addii
o sul viale che costeggia il tramonto
a raccontarci la vita
presa in prestito
alle emozioni.

Sanguina
anche il più lontano dei ricordi
come una susina addentata male
sulla camicia bianca
fatta a forma di bandiera
ora rossa e quasi povera
così come la guardi.

C’è sempre il pelo sudato di Dio
arricciolato a forma di noi,
sul sudario dei ricordi.

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trovato nelle lenzuola bianche
e senza trine

coquille II

indépendance - le centre de la douleur
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Fotografia di J. K.

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Vieni,
tuffati nei ricordi
e andiamo a scaldarci.

Quanta verità
si fa detrito sotto le unghie
come se il tempo
non fosse solo
appannato malinconico pudore
fra lo sguardo e i capelli.

Le borse sotto agli occhi,
contengono tutti i nostri mari
e se guardi bene,
troverai una bambina che nuota,
una conchiglia rossa
e una trave che delimita il cielo dalle onde.

Vieni e scavami negli occhi
fino a trovare il più vero dei riflessi
in cui cerca di prendere fiato
il domani.

Capelli sciolti a filo dell’acqua
scrivono nel tempo
la forza dei nostri nodi.

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Trovato nella mia parte mancina

le retour

indépendance - encore la vie...
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Fotografia di L. Martin

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Tornare a casa è sempre tuffarsi
dentro a una sequenza di ricordi,
di odori fatti a forma di qualcosa
dai contorni duri e dallo sguardo
morbido e accogliente.

La lontananza,
per giorni m’allontana dalle feritoie
di una finestra sul presente
o di articoli che appaiono sulla stampa,
ricordando una morte ingiusta, prematura
ch’è già diventata parte della mia storia.

A volte mi chiedo come sia morta Eva,
se per presa posizione davanti
alla bellezza del peccato,
o se davvero inciampò su una foglia di fico.

La lontananza è stata accoglienza.
E ringrazio ancora chi ha aperto il suo spazio
a chi come me, ha una voce sconsolata,
con una toscaneità che urla senza c-dure
anche in silenzio.

Ed ho trovato, nei giorni lontana da casa,
la bellezza della semplicità dei gesti
o gli abbracci che non mi sono fatta mancare
ed ho pensato che poesia non è
quello che scrivo, ma quanto leggo
nella più semplice quotidianeità
degli altri.

La mia storia è quella del figliol prodigo
che tornò troppo tardi
nella casa ormai vuota,
o quella di Eva che colse la testa di una serpe
fra i rovi, credendola una mora.

Ma c’è sempre un odore
che mi è famiglia:
è la mia perdizione
risonante in una tasca vuota.

Ha uno strappo anche il cuore,
rammendato con il filo fievole
della vita che succede.

Ecco,
sono tornata a casa.

.

Trovato nelle cose che accadono
e negli odori di casa.

entre la soif

Accompagni ancora il silenzio.

Ne fai parte
come gli abissi al mondo.

Nella vita che succede
sei tu quello che strappa baci
alla vite e ai suoi tralci.

Sei quello che arriva
dalle visioni di un occhio appannato
e dall’angolo buio di una stanza.

Ho imparato ad ubbidire al dolore
solo per contare le stelle
sul fondale di latta
della mia sete.

Tu sei l’abbraccio
che mi stringe e mi assale
mentre la notte di fa verità
di tutto quello che non succede.

Nei silenzio che traduce le attese
in speranza di tempi migliori,

io sono quella che coltiva
nel cielo di dicembre,

i limoni.

.
Trovato sul un mac di passaggio
ascoltando Garbarek
tu stai nel graffio anche di cd nuovi di pacca