excisé

indépendance - au bord de la vie
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Fotografia di N. Fadul

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Nessun oltraggio alla memoria:
strappata o recisa
sarebbe nata e mai oltrepassata
la storia.

Dita inseguono sul dorso delle cose
le ombre dei pensieri,
quasi si perdono dove il giorno finisce.

E’dove nascono i pensieri
che la memoria diventa forma
e nel più doloroso dei casi,
assume lo sguardo di un odore.

L’odore di una spezia sconosciuta
fuoriesce sempre dalla borsa grande
di tela indiana rossa.

Ogni volta che la rovisto
escono immagini:
Il chiosco di legno con noi due dentro.
Il grande prato del parco.
una camera da letto senza vista,
il ritardo che già ci aspettava.

E’ così che si guarda alle cose
quando a illuminarle è un ricordo.

Come una trottola antica
dagli intagli ancora vivi
su un mobile moderno.

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trovato alla soglia del sesto anno di parole.
Tu eri il silenzio. Il silenzio delle cose.

derrière l'hiver

indépendance - dèrriere l'hiver
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Fotografia di R. Natan

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Magari già dormo
quando mi sveglio in un sogno
e tutto è
l’incorreggibile niente.

Cantano la solita nenia
gli antichi giorni appesi sui rami
fuori da ogni logica,
come se fosse già notte
ad ogni risveglio.

Accendo uno sguardo
e l’insipiro così per noia
o solo per debolezza.

Il calice è ebbro
prima che lo riempia,
prima che lo guardi.

Mi nausea anche
vederlo vuoto
sul lato occupato dell’Assenza.

Le stoviglie hanno la patina
della nostalgia
nel lusso di un fiore sullo smeriglio.

Cresce solo l’erba
dove non passi, dove non arrivo,
dove m’incontro:

nella liturgia della passione
bagnato di notte
dall’inguine sfiorito

del mio sguardo.

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trovato mentre guardavo come tu ora sei.
Invecchiato persino dentro.

oracle

indépendance - main
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Fotografia di Grenie

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Il tempo,
quest’oracolo muto
dalle spalle larghe
si fa breve al risveglio.

Non una risposta
rimane fra le mani quando ti cerco,
piuttosto la vertigine
dell’avere un baratro
come scendiletto.

Giorni a seguirsi
nell’anno lungo di figlia,
nel trovare bella la parola mamma
e non avere nessuno più
a cui raccontarla.

Solo immagini in movimento
si frantumano ogni sera,
al ricordo.

Di che colore erano
quelle lenzuola tese
prima che ci piombasse addosso l’inverno?

Si rincorrono che sembra che giochino
come nell’infanzia,
certi pomeriggi senza memoria,
i pensieri dall’odore di sandalo.

Indosso come allora lo sguardo
con cui guardavo il silenzio
o con cui frugavo i riflessi negli specchi.

Ora che tutti gli specchi
si sono incrinati sulla siepe del lauro,
che anche alle scale manca
l’eco dell’affanno,

troverà una sua eco in me
almeno il silenzio?

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Un anno dopo, manchi mamma.
Dio se manchi.

grève d'Amour

indépendance - fille
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Fotografia di G. Green

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Solo a sera ricordo che esisto
riemergo dal non fatto.
Pile di cose da riordinare fuori e dentro
mi aspettano.

– ormai rimando anche me a domani –

Riaccendo lo sguardo
sulla vita che mi passa accanto.
Ha suonato il telefono,
hanno lasciato messaggi.

La sigaretta brucia l’aria
a lei la colpa dei miei occhi rossi
d’un’agitazione
che sia della femmina la colpa.

Uno, due, tre inviti
da evadere
e suonare musica su un piatto vuoto,
(quasi cantarci sopra la malinconia);

 uno sciopero d’amore
e chiamare amore
altri corpi senza storia.

Al buio mi è più facile
confondere il tuo respiro all’universo
e ritrovarmi da anni con
ogni sera uno sconosciuto accanto.

Come ti chiami?, chiedo.
Poi accendo una sigaretta
anche se in camera
– in quel dopo dove il tempo inizia –

di solito
solo con te fumavo.

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trovato sotto al letto

Amour, c'est toi?

indépendance - ici
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Fotografia di Martin L.

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Una voce ancora
nel rimando degli specchi
e la certezza di te
in un odore dalla voce stupìta
quasi incredula
nel sapermi sopravvissuta.

Esisto, esisti.
Come la mettiamo ora
coi lutti da rielaborare
e la vita rimasta da vivere?

Bruciano nell’aria
gli incensi e le candele.
La voce diventa un eco
che assume la forma delle nuvole

mentre scendi
di pietra inquieta
queste mie scale.

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trovato fra i calcinacci dei lavori in casa

liturgie d'une femme

indépendance - la solitude d'un jour
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Fotografia di Sandrine

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Ancora il riflesso della luce
s’intreccia all’andare della corrente
come spinto dall’abbraccio senza casa
del vento.

Ad un passo da Dio
invertire l’ordine cronologico delle disgrazie
o fermarmi implorando sete
a due passi dalla sorgente.

Farmi da parte
mentre la vita oltre noi, passa
riconoscermi nello smarrimento
e più in là,
dove il senso dell’albero
è la radice dell’ombra.

Lì, 
– sorretta dalla sola capacità di cadere –
incidere una preghiera nell’aria
perchè nessuno la calpesti.

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Trovato in giorni non facili.
Il rientro è sempre reincontrarmi
e spesso discutere

toujours verte

indépendance - solitude
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Fotografia di F. Bird

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Ora che il tempo
è tornato a farsi spazio fra le stagioni
aspetto solo la mia solitudine
da incontrare.

Un insolito silenzio
come d’un pesce fra i pescicani,
protetto fra le pietre d’un muro di cinta
in fondo al mare.

Nella via di mezzo,
il dubbio e la certezza si fanno argine
come nel sale,
l’andare delle onde.

E’ lì che ora esploro l’aria
senza maturare:

come un frutto sempre acerbo
nato fuori stagione.

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dalla vita
che è non è mai come si vorrebbe
dai calci in faccia che si predono di continuo

per quello ho cambiato connotati

Mémoire d'une errante

indépendance - écrire
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Fotografia di E. M. Gomes

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Le prime visioni al risveglio,
provengono da altra memoria,
quella ancora ridente
con un sogno vivo
che reclama esistenza.

il sogno è lo stesso
anche quando ebbi un baratro
per scendiletto
e la vita fu una scommessa persa
ogni giorno.

Furono orge di vita
smarrite tutte nel solito letto.
Furono orsetti, lupi e pescicani,
poi misi una trappola fra gli inguini
e mi ferii
mentre stavo partorendo
di me, la donna.

Hanno
uno sguardo buono sulle rovine,
gli angeli.

Camminano scalzi
sui vetri rotti e sugli anni
loro ancora scommettono e vincono
su me,

 ad ogni risveglio.

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Trovato fra le pezze di acqua fresca
e il cane
e nella dolcezza infinita del suo sguardo. 

odeur en blanc et noir

 

Qui a Roma, senza notebook
non ho i miei strumenti per le immagini

 

 

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Il silenzio
– questo frammento di ricordi –
è l’ossessione del tempo
di tutto quello che non ci siamo detti.

Vorrei raccontarti ancora
di un glicine in fiore,
di ginestre sotto le mie finestre,
di questa strada asfaltata con la costante
dei miei inciampi

o di quanto la vita
non ci risparmi niente
in emozioni e cedimenti.

Odorano ancora,
come un tempo mai scaduto,
 quei miei luoghi interni
in cui tu

senza voce, forma, odore e vita
ancora esisti.

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Trovato di passaggio dal pc di Monia
Roma è freddissima.
Stasera ripartirò per Borgo

derriere ton regard

indépendance - écrire
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Fotografia di J. Alika

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L’altra metà del nero
si fa quasi d’argento al tramonto.

Niente a che vedere con le epoche,
con i sostantivi del cuore
o le incertezze del vivere.

Il tempo futuro
è un tempo già atteso
e precariamente oltrepassato
fino a qui dove mi trovo.

Vorrei correrti incontro
farti tornare al presente
da un tempo troppo distante

Il tempo di una carezza
sull’ultimo sguardo.

Nascondermi al di là degli occhi,
fra le ombre delle domande

e sempre trovarmi
a cercarti.


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dopo una spremuta di arance,
al caldo di una stufa al pellet