tendreté

douceur

 

mi fermo a guardare la vita
la mia
e provo tanta tenerezza

Perchè io non sono forte
Perchè io trovo sassi dappertutto
Perchè cammino scalza sulle rocce
Perchè sto sotto la pioggia
Perchè non metto mai la protezione
Perchè ho perso i guanti giocando sulla neve
Perchè il cappotto si è scucito in un giorno di vento
Perchè sono una bambina
e credo

irrimediabilmente ancora

drammaticamente tratto dalla mia disperazione

caresse

cadenans

 

Quella fu tutta la nostra incoscienza
e la nostra gioia.

Se avessi letto più giornali e scopato meno
forse non saresti nato
perchè c’è tanto egoismo in una pancia.

L’egoismo del futuro per forza
condannandoti poi a vivere
(mantenerti vivo)
in questo mondo che non merita le tue carezze.

E so che mi leggi
quando vado a portarmi fuori
con il guinzaglio delle distrazioni.

Quando mi porto fuori a pisciare
possibili emozioni
leggi la testa di quella pancia

quasi ti faccio tenerezza

E amo di te i sogni
perchè hanno l’odore della speranza
e finchè c’è odore di qualcosa che vive
c’è spazio per piangere.

Gli spazi per piangere
li vedrai col tempo, non più da un grandangolo
ma dal buco di una serratura
o di una figa che irrigherai
per tornare a guardare
come si guarda il mondo
dagli occhi di un ragazzo.

I tuoi occhi sono lacrime a rendere.
Grandi e puliti
come lo sono i miei che ormai non
vedono più.

Certo mamma che te sei una mamma strana
mi dici ridendo.

Le cose per forza sono una tortura
per questo ti ripeterò sempre solo
di credere nell’Amore
lamoreveroquellochetifasentirevivo-
anche se dovesse durare un solo giorno

Perchè alla fine
è per quell’unico giorno
che vale tutta una vita.

Liberamente dedicato a Giacomo, Gaia, Elsa, Luca

je l'aime

mon vagin

 

oui. J’aime mon Vagin.

.

L’amo con naturalezza e con dolcezza
anche se la guardo sempre dall’alto
penso sia bella.

Mi mancherà di vederla dal basso
per sussurrarle che Le voglio bene.

A volte ci siamo guardate allo specchio
io e Lei.
E’ buffo parlarle. 
Sembra che capisca e risponda.

Beh lei conosce tutto di me.
Come potrei raccontarLe una cazzata?

Lei è il mio io nascosto fra le cosce.
Attraverso Lei ho conosciuto mondi
ed esplorato emozioni.

Ma sembra assurdo parlare di figa
perchè Lei non è una figa
è molto di più.

E’ il centro del mio corpo.
avrei voglia di misurare a quanti metri sta
del mio metroeottanta
Quanto dista dagli occhi
e quanto invece disti dai piedi.
Anche se funziona solo, maledettamente col cuore.

Eppure è così timida.
Se solo si rendesse conto che racconto di Lei
penso che si ritrarrebbe
come una lumaca nel suo guscio.

Lei
ha vissuto con me i momenti più intimi.
Attraverso Lei ho esplorato me
e ho esplorato
quell’animale magnifico che è l’uomo.

Perchè inutile parlare male
di chi ci accorda l’organo
sulla perfezione del "la"

Perchè è sul quel "la"
che si intona una donna
e intona poi colori e trucchi.

E inizia ad amarsi.
Se ami la tua figa, ami te stessa.
questo insegnerei a una figlia
se l’avessi.

E’ territorio prezioso
da curare e difendere.
Da amare e proteggere.
Non è una servitù prediale
nè quattr’etti di carne.

E’ molto di più.

E’.

liberamente tratto dai miei ricordi

souris

rire

 

Tu as raison.
La vie c’est une putain!

-Donne-moi une souris.
-n’est pas possible.


perchè…


"quando non puoi scappare
impari a piangere
con il sorriso
sulle labbra"

libera-mente soffocato nel cuore

point d'ombre

ombre

 

Caro blog,
domattina svegliami presto, come al solito.
Preparami il solito cappuccino e lo yogourt di mirtilli
che fa bene ai capillari e alla vista.

Alla vista… che con te mi consumo gli occhi.
Se tu fossi uomo blog, consumerei altro.
Consumerei i tuoi occhi
invece dei miei.

E consumerei tutta la vita in un unico sorso
per sentirla vibrare tutta.

Sai, c’hanno detto che esisti te e che esisto io.
(mica vero)

Noi siamo quelli lassù in foto
ritratti al mattino quando scegliamo
fotografie e parole da allacciare
prima di partire.

Certo che io e te blog
siamo una strana coppia.
Di quelle coppie stanche che si raccontano
le stesse cose, sempre.

Parliamo del tempo, della figa,
qualche poesia, parliamo di qualche emozione,
parliamo, parliamo
e poi?

Se tu blog almeno mi guardassi negli occhi
invece di farti scopare sempre
forse ci diremmo cose diverse
e magari una volta scriveresti te su di me
qualche parola ch’io possa capire.

Perchè vedi, blog,
io e te, almeno in questi febbrili giorni
siamo sempre insieme.
Sempre.

E piantala di seguirmi in cucina o nello studio
o di là, fra i miei pensieri.

M’hai lasciato un tag nell’appelet
tutto in html
perchè t’eri incazzato che non t’avevo portato con me
a tavola con gli amici.

(di che avresti parlato poi? Dimmelo…)

E ora caro blog
non mi costringere a lasciarti.
Lasciami respirare
Fammi fare l’amore da sola almeno una volta
e fammi dormire.

Spengimi in un click
e io sarò di nuovo mia.

liberamente tratto dai miei pensieri

il y a

Celine et Julie

 

e c’è che ancora mi stupisco.

come quando ancora i campi regalavano profumi
e le calze andavano ai ginocchi
e le merende erano di pane vino e zucchero.

E mi stupisco di un bacio nascosto
o di una farfalla che ancora ha il coraggio di volare
con il pudore che non hanno le bombe sul nostro futuro.

E mi supisco dei miei occhi
che ancora sanno piangere
e delle carezze che so ricevere da mio figlio.

E mi stupisco del mio utero
che ha abitato il mio futuro
come se dovessi continuare a vivere
in eterno.

E mi stupiscono i bambini
molto meno mi stupiscono i politici.

Mi stupiscono le parole.

E mi stupiscono i paesaggi visti da un treno
quelli passati e quelli da percorrere.

Mi stupisce mia madre
quando cerca un abbraccio in me

Mi stupiscono le lapidi
che nascondono la nostra storia

e mi stupisce la tenerezza
sempre

e c’è che mi nascondo fra le parole
come se io fossi verbo.

Ma io non sono niente
se non acqua che piove
o follia inespressa

E sono un piccolo nick
dalle sembianze teutoniche e l’accento francese

ma il mio stupore
non ha parole.

esclama, semplicemente
per ricordarmi che ci sono

e mi stupisce la bellezza che mi nasce dentro,
come se fosse
mia

liberamente tratto dal mio stupore