nuit divinique II

indépendance - vie d'artiste

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La mia poesia "nuit divinuique"
ha dato il titolo ad un’opera di
Valente Cancogni

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Qui la sua "Nuit divinique"
presente fino al 16 settembre p.v.
al Castello di Malaspina a Massa

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Rimane nascosto,
nell’incontentabile monologo di preoccupazioni,
quel sedersi dietro la finestra dell’ieri
e faticare a guardare il domani.

Non saper uscire dal buio
perchè è lì che si impara la forza
della fragile luce.

E’ lì che pregherò una stella cadere.
Proprio dove ti sto aspettando,
proprio dove silenziosi i pensieri,
per non distrarmi, stanno camminando.

E’ un pensiero di luce già solo l’odore della tua voce,
poi perdere la logica del sogno
e iniziare, atea in dio

a credere

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(nuit divinique – 10 agosto u.s.- Beatrice)

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Qui l’unione delle due opere

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Dagli incontri che fanno dell’Amicizia
un’Arte

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mouchoir

indépendance - la femme

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Mi sono allargata in fianchi e cuore,
stringendo le spalle e gli occhi
sulle eventualità.

Le volte che mi sono persa,
ho ritrovato me in tutte le mie fragilità,
in un lungo autunno
mentre altrove, per te, nasceva il sole.

Nascevi te
in ogni mattina d’odor di foglie
sulla rugiada della donna.
Nascevi nelle urla del silenzio.

Ho nel petto,
dove nascondevi il maschio
la debolezza e la forza del respiro

e un fazzoletto bianco
con un desiderio nascosto dentro

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Trovato credo fra i seni,
mentre cercavo un fazzoletto

fantôme II

indépendance - bisou d'ombre

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Abito senza residenza i tuoi pensieri,
ed è questa la mia unica
riconoscibilità.

Ho i documenti scaduti
e vivo clandestinamente la quotidianeità.

La notte sposto una vetrina barocca
sulla porta casa
perchè nessuno bussi, suoni, arrivi,
a ricordarmi che un tempo
qualcuno da quella porta entrava.

Quella porta ch’è da tempo
la mia solitudine violata.

Con le ore del giorno,
tutto torna alla normalità.
L’argenteria inutile chiusa nella vetrina
torna nel suo angolo, io nel mio.

Strappata come erba cattiva,
la memoria è un privilegio o il limte
che cresce e si strappa a maggio,

mese che delle rose 
ha depositato in me
i boccioli sempre freschi di spine

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Storia di vita quotidiana
– autoscatto –

couler

indépendance - l'attente e la mer

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C’è un incatesimo per ogni disgrazia
che nasce senza permesso nella solitudine.

Se tu m’avessi chiesto
cosa avrei voluto dalla vita,
t’avrei detto che avrei voluto il rumore dell’acqua
che accarezza inquietudini e rimuove certezze,
che inonda e cancella rughe di tempo
in cui ha la sua eternità l’anima.

Se tu m’avessi chiesto un sogno,
t’avrei detto quanto sarebbe stato bello
ascoltare con te accanto il rumore dell’acqua,
nell’inquietudine di una vita che passa.

Di tutto quel che è stato
rimane soltanto il rumore di un fiume che scorre

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Credo d’averlo trovato nelle mani

fermez la porte

indépendance - derrier la porte

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Non aprire quella porta,
non spogliare il silenzio dalla lunghezza delle ombre,
dove la solitudine, fedele distrazione
m’accompagna.

Nell’odore del tempo ritrovo tutti i miei errori,
ritrovo una casa infestata di vecchi fantasmi
e una sedia a dondolo
dove si rilassano nella dolcezza del tempo,
 i nostri orgasmi.

Non aprire quella porta,
non accendere la tristezza.
Riconsegnami alla leggerezza della parola,
riconsegnami al silenzio.

In un graffio profondo come un solco
ho seminato mentre aprivi quella porta,

un ricordo

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Trovato dietro la porta

propos

indépendance - parcours

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Ricordi amore mio,
il frusciare del tempo nella lontananza?

Se solo
tu mi avessi lasciato un pensiero da accarezzare,
non avrei mani ruvide ora
con cui pulisco i rami secchi dai miei fiori.

Non un punto, una virgola
confondono al tempo che non arriva

gli antichi discorsi

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Trovato credo nel secondo pacchetto di sigarette
e sotto alle unghie