histoire de la pudeur

indépendance - solitude d'une femme
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Fotografia di G. Janik

Succederai ancora in me
come prima del tramonto?

L'ombra accompagna sempre
i passi brevi d'inizio inverno
nel calmo respiro
fra un pensiero e il cadere delle foglie.

La vita
è un tempo che succede;
io mi sto di fianco
guardarmi accarezzare
dalle sue mani
che non vogliono dormire.

E' inversa la stagione della tenerezza:
nasce mentre i fiori
tornano in grembo alla storia.

Poco distante da me
giacevamo grovigli d'ombre
coperti dalla tenerezza del tramonto.

Ogni stagione ha un suo inizio
– si nutre di presenza –
e non si placa in un bacio.

Si scioglie la nebbia
e risveglia una pudica luce

sull'antico tepore
d'inizio inverno.

Anche per oggi sto rinascendo.

 

recherche d'équilibre

indépendance - (da fuorivena)

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Immagine trovata in rete e rielaborata

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Ho sempre creduto
alla bellezza delle ombre dei salici,
alla quiete dei ruscelli,
al male di vivere
che esplode come un temporale
nel cuore del silenzio.

Ho sempre creduto
che la vita precedesse la morte
fino a farmi sostegno dei miei cedimenti.

Ho dovuto ricredermi sulla vita
e solleticarmi dentro gli specchi
per non annegare
nel riflesso di un oceano senza fondo.

Come coralli
si sono colorati di rosso
tanti ricordi.
Anche gli occhi per il fumo del silenzio.

Le labbra, un maglione,
e le bacche di pungitopo
di ogni inverno senza ritorno.

Si è colorato persino il cielo
e le mani con cui mi hai consigliato
di sedermi sull'ultima riga
di un foglio nato bianco.

Ecco, sul fondo del fondo,
dietro i giorni che ho perso piangendo
e dentro un cerchio
che mi ha partorito prematuramente
tutto ha avuto inizio.

Tutto ha ancora inizio
 e anche domani
ci sarà un altro inizio.

Quanta fatica stare sull'ultima riga
di un foglio bianco
che non ha neanche una virgola

come appiglio.

***

Ripropongo un pezzo scritto da me tempo fa e che ora 
è una pagina di "fuorivena".
Qui sotto il file audio con l'interpretazione di
Vinicio Capossela
 


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trovato prima nella ricerca d'equilibrio
poi nello stupore

 

attachement d'une feuille

indépendance - solitude

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Come ci ingannano gli anni
profetizzando sul divenire
ignorando il cadere naturale
delle foglie.

Saremmo caduti anche noi, un giorno
sul ventre bagnato
della storia.

Eppure eri la foglia
che copriva gli occhi nel gioco delle ombre,
o la rincorsa di un'onda
che non si stacca
nè dalla sabbia nè dal mare
ingannando col suo passare

ogni riflesso di luce.

Ancora inciampo
l'eterna tenerezza di un giorno,
spacciandomi
– foglia ingiallita dal tempo –
per germoglio.

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Trovato nel solito ritornello
che fa da contralto a certi bassi

 

attentat à la pudeur

indépendance - secrèt
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Fotografia di Tina

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Chissà dove ci porterà il tempo,
se ci aspetterà sempre
dietro l’ultimo angolo
o se scivoleremo
distratti da uno sguardo
in un silenzio già umiliato,
per sempre infranto.

Il suo sguardo è l’antico dolore
che non è mai stato scritto,
il mio è vestito d’incredulità
ed ha freddo.

Urla al pudore
anche una voragine coperta di nebbia
e le parole diventano
il luogo del silenzio

come un oracolo
senza risposte.

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Trovato nella cronaca
– la peggiore di questo tempo –
e nella mia incapacità di trovare parole

le vent

indépendance - fille
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Fotorafia di S. Sun

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Il silenzio non è silenzio
nemmeno stanotte.

Il respiro ingravida un pensiero
e intervalla la quiete
dentro i limiti della notte
e prima di domani sta già arrivando
il giorno.

Così timido
non si smentisce il ricordo
e torna a cullarsi
come embrione stanco
che non sarà mai
vagito d’un sogno ch’è nato.

L’aria si fa breve
e dove ora spezza il cielo
una bianca corda di fumo,
torneranno forse un giorno
a liberarsi dalla gabbia, il vento,
il pensiero ribelle,
o la donna
e la sua solitudine.

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trovato prima di dormire
e forse per eccesso di stanchezza


le vent de la mer

indépendance - solitude
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Fotografia di Bettina

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L’avremmo scoperto un giorno
quel segreto che non è
ancora stato nascosto.

C’eravamo dentro
come l’aria nel vento,
il ramo fra le foglie
o la tua voce nel mio silenzio.

Forse eravamo attitudine al bisogno
o urgenza di pelle
dentro a una carezza.

Eravamo già in ritardo
per il breve incontro,
sorpresi a seminare sassi
in un ruscello senza più letto.

Ci scopriranno un giorno,
bonificare la vita
solo per sopportare voci
senza più sguardi.

Una mano nel cielo
ferma solo la brevità dell’istante,
la goccia di pioggia che fa traboccare
destini di sete
per labbra abbandonate.

Ci ritroveranno sale
in un pugnello di sabbia
e vedranno tutta la nostra sete
nell’essere niente
e voler tornare ad essere
silenzioso groviglio di schiuma
nel mare.

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Trovato in un frammento di tempo
dove tutto è e tutto passa