aller-et-retour

relire

 

"Sono scesa un attimo a vivere. Quelle sono le chiavi della mia vita"

Dai una doppia mandata
quando sarai entrato
senza toglierle dalla toppa.
Senza chiamarmi.

Quando tu mi dirai
"che bello stare qui"
io ti sorriderò, come sempre, amore.

Ma io non sono qui. Sono lì.
Sono scesa un attimo per amare un altro
e poi tornare alla mia fedeltà.

Puoi preparare intanto la cena
mentre mi laverò gli umori di lui
nel tuo bagno.

Mi dirai come sempre
"Tesoro Ti Amo. Non mi lasciare"
E tu saprai che anche io t’amo.

Così tanto da godere di te
anche attraverso qualcun altro.

– Mi hai mai tradito?
– No, mai.

 

liberamente tratto dai miei pensieri senza alcuna attinenza reale

voyageuse

140 km/h

 

Poi c’è quella musica che devi per forza accendere
quando la strada ti chiama presto la mattina.

Prima dell’alba.

– L’ora migliore per partire. –

Un Illy fatto in moka, rigorosamente macchiato, una benson rossa.
Tutto dopo doccia e ristrutturazione esistenziale in bagno.

Scendi con una professionalità di fogli e solite cazzate
che ti permettono di non morire
ne’ di noia, ne’ di fame.

Ma la vita sei conscia non è nei fogli
o nella valigia perchè sai che dormirai fuori:
la vita è in quel cd. In quel brano.
Lo lasci partire a tutto volume
solo allora sei pronta per andare.

Ci sono brani per viaggiare
così come ci sono brani per amare
o per amarsi.
.

Il casello ormai sai che prenderai quello nel mezzo
quello che non si sa come mai, non  prende mai nessuno.
Rimangono nelle loro file sia a destra, sia a sinistra.
E pensi che è una figata
con i Lynyrd Skynyrd
bucare tutti.

Quasi mangi il mondo
poi a sera capirai che anche quel giorno
il mondo ha mangiato te.
Lentamente
morso dopo morso.

Mi divertono i camionisti
e i rari casellanti rimasti:
Con il resto ti danno il numero di cellulare su un foglietto
Allora pensi che forse quel giorno sei anche un pò figa:
 ti senti una leonessa

La sera
capirai che la leonessa è lei che deve correre
mentre il leone dorme
e il casellante è solo un disperato tentativo
di sopravvivenza alla propria virilità.
Pensi che hai fatto  bene a gettare quel numero.

Poi accelleri
mentre l’alba fa capolino sul tuo "oggi"
e la pesantezza del giorno
tutta da immaginare.

Ha uno strano sapore il viaggio.
Di tabacco, asfalto e pensieri, forse.

forse

sweet home alabama
where the skies are so blue
sweet Home Alabama
Lord, I’m coming home to you

.

Lord, I’m coming home to you


parcours

la vie

 

Dicono che la vita sia un viaggio breve.
Quasi sempre doloroso.

Si inizia a piangere usciti dall’utero
per piangere poi
in ogni stagione, immancabilmente, sempre.

Dicono sia breve il viaggio
su binari mai scelti
ma sovrapposti alle nostre destinazioni.

Volevo una vita in montagna
questo vagone mi porta a mare.

In carrozza, signori
con o senza biglietto, su, salite.
Il prezzo di andata è offerto
dal destino
.

I paesaggi dal finestrino
non sono mai quelli che si vorrebbero vedere.
Solo brevi scorci di vita una tantum
tanto per tenerci vivi.

Dove è diretta lei, signora?
– Dice a me? E’ per me quel "Signora"?
– Non so dove vado, ma so che devo andare.
Sì, ma dove?
– Lontano lontano, molto lontano.
Sì, ma lontano dove?
– Il punto più lontano per poi non ritornare più.

Il suo biglietto è scaduto. Lo sa?
– Lo rinnovi il tempo esatto per terminare il  viaggio.
No, signora se lo rinnovo dovrò farlo per almeno altri 50 anni.
– Sono troppi 50 anni ancora. Davvero troppi.

Cosa farà signora?
Starò sul treno, senza destinazione
a guardare le pecore pascolare
dal finestrino.

Ma non voleva vedere il mare?
– Oh, non più ormai.
E che farà signora?

– Le farò compagnia sull’ultimo vagone
per i prossimi 50 anni
a dormire in attesa che l’abbonamento scada.

Forse scriverò poesie
o magari farò l’amore
tutto il tempo.
Forse aprirò un blog
come diario di bordo di
poche certezze.

Forse senza che lei se ne accorga
canterò canzoni e berrò vino;
o forse scenderò dal treno
per camminare lentamente
su quei binari più vecchi di me
fino a non poterne più
di aspettare

 

Poi finalmente sarà sera

.

hey sugar

hey sucre

 

Hey honey, take a walk on the wild side
Candy came from out on the island
In the backroom she was everybody’s darling

But she never lost her head
Even when she was given head
She says, hey babe, take a walk on the wild side

.

e io dico

Doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo
Doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo
Doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo
Doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo
(doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo)
(doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo)
(doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo)
(doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo, doo)


e io faccio

(non lo posso dire)

I said… hey babe, take a walk on the wild side

une rose blanche

vie interieure

 

Sì. Guardo fuori.
La vita interiore ha mura vissute
raramente tinteggiate.

C’è chi dice
"ciao, io vado"
e lo pensi come un saluto,
un arrivederci,
un passaggio.

C’è chi non dice niente
ma il silenzio
è la tinta forte di quelle pareti.

Ci sono passata, sai…
non c’era più mobilia.
Mancavano tutte le tue immagini
i fiori che tenevi sul tavolo,
una
rosa bianca.

E ascolto i tuoi silenzi
non come abbandoni
ma come certezza dell’esserci,
dell’esserci stata,
del ritrovarti.

Sai, io gioco ancora a tetris
e incastro male
sogni e bisogni

Ma dei sogni
anche solo per stigmatizzarmi
l’esistenza
come certezza del passaggio
e di tentativi disperati di vita
fuori e dentro di me,
io ne ho bisogno.

Sì, malgrado tutto
la vie est belle

.

feutrines

etre à sa place

 

i legàmi
sono odori

la mia pelle sa di me
da sempre
anche mescolata ad altri odori
umori

C’era un tempo
in cui gli odori degli altri
non si dovevano sentire
ne’ i propri, mostrare.

"i panni sporchi si lavano in casa"

si tendevano nella stanza
della lavanderia
per non mostrare mutande
alle comari di paese

Per non regalare l’odore
della propria intimità
lavata a mano

Ma i panni
sono macchiati di vita.
Chi non ha la propria
guarda l’altrui

è un bel bianco, sì.
Lavato a mano
con la stessa mano con cui
do carezze e masturbo solitudini

a volte scrivo

.

auveglé

humilité

 

Non ch’io abbia perso le parole

Le raccolgo fra i pensieri
che preferisco

I pensieri hanno passi
adeguati al proprio sentire
e i vuoti di parole
lasciati alle immagini e ai suoni
sono più espliciti
di parole non scritte.

La parola scritta è templio dell’ego.
Rincorsa inguaribile
di quello che si è,
che si è stati,
che si vorrebbe essere.

Traccia di sè
su spazi inesistenti.

Fra la ballerina e il mimo
nacque un forte amore

nessuno dei due
disse mai una parola.
Dicono le cronache che si amarono
profondamente
fino al giorno in cui lei morì
ormai vecchia.

Il mimo prese le punte
imitò le movenze di lei nel ballo del cigno
stringendo al petto metri di tulle
mentre in chiesa
qualcuno la ricordava.

Solo allora
imparò a dare voce
ai suoi ripetuti gesti,
al suo pianto

chiamandola come unica volta,
in tutta la sua vita
 con il suo nome

.