wagon-lit

reinassance

.

Ascolto, il passare veloce
di ogni treno che ho preso
senza scendere mai nella giusta stazione.

Binario parallelo all’esistenza,
quel biglietto troppe volte obliterato
per una ex  terza classe
dall’odore di legno antico e polvere.

Lo stridere della rotaia
all’arrivo dei sensi
su un binario morto
dove ora nascono piccoli, ruvidi fiori.

Come scendere, discendere,
rincorrere, perdere e aspettarsi di nuovo
sul letto disfatto della vita
senza volere, poi,
scendere mai.

Guardo fuori di me
quelle lenzuola di lino bianco
tese al vento
come braccia aperte nell’incontro.

Sotto la pioggia
ancora viaggia
coi miei vecchi bagagli,
la tenerezza.

Mon petit wagon-lit

liberamente tratto dallo scompartimento delle parole

feuilles mortes

contre la guerre

.i

I soldati, sempre
come foglie, cadranno

Ho visto morire in me un pensiero
mentre fuori di me,
moriva silenziosa, un’intera filosofia

C’hanno scritto la storia sui libri
mentre fuori, s’incarnavo le storie della storia
in divise diverse
nel linguaggio universale
ch’è il linguaggio del dolore

Autunno prevedibile
questo lungo viale mai fiorito
di foglie ammassate
con doverosa e incivile moralità

in nome d’un Dio
si sparano sempre per il territorio della pace
la difendono, la difenderanno sempre
così ferocemente
quella pace
che in ogni uomo,
in ogni guerra,
muore 

povere foglie incolore,
dimenticate da Dio
dalla storia
dal vento

e
da me

Qui
il disertore – di Boris Vian
interpretato da Ivano Fossati

drammaticamente tratto dall’inutilità della guerra

calme

tendresse infinie

.

Arrivami dentro,
sali tutte le scale di corsa
senza prendere nemmeno fiato
aggrappati alla mia corsa
fino su in cima alla vetta
dove nasce un pensiero.

Poi
vestita della mia pochezza
lasciami riposare

.come fosse, di me, quella,
la più intima
delle preghiere

liberamente corso sulle mie scaleachioccioladentro

prière III

prière

.

In ogni parola così lontana dalla vita
incarnata nel verbo della follia
abbandonata anche dalla solitudine

incontrai un Dio bambino

uccideva con l’Amore
che m’aveva bevuto in grembo,
ogni male.

Nel silenzio,
nel templio sconsacrato dalla vita
incontrai la madre del Dio bambino
che giocava alle parole sull’acqua.

La salutai, distrattamente
come si salutano quelli che non si conoscono
e lentamente m’incamminai.

Il Dio bambino
le corse incontro
per cadermi addosso
sull’erba bagnata.

Dietro ad un cespuglio di rovi
si nascondeva la tristezza.

Mi prese per mano
e nel mio vuoto a rendere,
con noi,
s’incamminò, la sera

liberamente tratto dalla mia Anima sconsacrata

fils

appartenance

.

Mi sciolgo in un bicchiere
d’acqua rubino senese
e mi dissolvo in te

per decantarti lentamente,
in quell’utero a forma di calice,
per spingerti oltre la nascita,
fino all’origine.

L’origine
confine naturale dell’esistenza
in quell’inspiegabile mare
di calma e di tempesta
dove plachi ogni male
con acerba saggezza

Nuotarti dentro,
perdermi,
fino a non ritrovarmi più,
nella tua voce

liberamente tratto dalla placenta

chanson

elle attente lui

.

La sua voce
è una calza che sfilo piano
mentre già ha la corda della sua chitarra,
tesa vicino alla mia porta schiusa

è una ballata senza tempo
la sua canzone dentro me.

inesorabile il ripetersi
del ritornello

.

in audio, Bruce Springsteen – Mrs. McGrath
dall’appena uscito album
"we shall overcome" Springsteen canta Seeger

(brano udibile…basta perdersi a cercare nel post… la mano…)
"dedicato"

http://moreferarum.altervista.org/mrsmcgrath.mp3

liberamente tratto dalle corde

couvre-moi

pendant

.

Mentre dormirò, tu mi coprirai?

Se avrò quel freddo
di un inverno che nevica dentro
mentre fuori sfioriscono glicini e lillà
tu mi coprirai?

Non chiedo al tempo
ne’ alla memoria lenzuola coi merletti
mi basterà solo un maglione buttato sulle spalle
che porti quell’odore di tristezza
così tuo da farmi quasi male
e quell’odore di pelle matura
sul mio bocciolo in fiore
nascosto da una consueta timidezza
che sa quasi di mare

Se in un giorno di sole, io avrò freddo,
mentre dormirò nel  tuo respiro,
 Tu mi coprirai?

liberamente tratto dal Suo odore

rebelle

la nature

.

Fin quando l’uomo
avrà la presunzione di superare l’intelligenza della Natura
continueremo ad assistere
ai grandi disastri
che rendono questo mondo in cui siamo di passaggio,
un disfacimento di civiltà

Perchè la mano della Natura
sempre si ribellerà.

In questo, la sua maestosità

ricordando il disastro di Chernobyl
26 aprile 1986

liberamente ricordato

feuille au vent

le temp

.

Un forte vento
spazza via pensieri, non memorie
fra il gracidare delle rane
e quella natura che mai s’addormenta.

La notte, accompagna pensieri.
Qualcuno mi ricorda che è tardi per pensare
e che lenzuola aspettano il mio bosco.

La notte, accompagna pensieri
mentre sul lago, qualche foglia
portata dal vento,
disegna strani movimenti nell’aria.

Un forte vento
accompagna pensieri
e una foglia si posa,
delicatamente

sull’apparente assenza

liberamente tratto dalla notte sul lago