les poètes

Tiziano Terzani

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"Solo dei poeti, ormai, solo della gente che lascia il cuore volare,
che lascia la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano,
è capace di pensare diversamente,
ed è questo di cui oggi avremmo bisogno."

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Tiziano Terzani

liberamente tratto da un’intervista a Tiziano Terzani
ricordandolo oggi nel secondo anniversario
dalla sua morte

tes yeux

tes yeux

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I tuoi occhi
che bell’invenzione di Dio.

Attraverso i tuoi occhi,
m’appaio persino bella.

In certi momenti l’idea d’un Dio
aiuta ad appellarsi alla grazia divina
ma sei solo Te, tutta quella grazia

– la terza –

Guardando le grinze dei tuoi occhi
pesco sul fondo del tuo sentire
il mio sentire e trovo me.

E’ attraverso te
che mi ricordo di me.
Attraverso la parola, ricordo alla memoria
– quella mia, quella autistica –
che sono esistita e che t’amo.

Amare è amarezza
nella morbidezza delle forme
m’appiglio al duro di te

che non è carattere
ma il ramo con poche foglie
e troppe spine.

Se poi,
nella delicatezza del tuo sguardo
tu trovi una smagliatura nell’anima,

fingi che sia di me
un sorriso abusato
o un fazzoletto caduto come cadono
le foglie d’autunno.

Nel tuo sguardo mi guardo
e nella dolcezza di una tarda estate
oltre l’immagine riflessa di me,

io sempre vedo Te.

liberamente tratto dal ramo dei tuoi pensieri
e dal mio bocciolo

besoin

erotique

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Mi chiese d’amarlo,
amarlo per sempre.
Ero sua.

Sua nei suoi pensieri
così lontani dall’Amore.

Scucii i suoi pensieri dalla mia pelle
e corsi lontano
alla ricerca di un odore
simile al mio.

Trovai gli stessi suoi anni
e mi chiese d’amarlo
amarlo per sempre.
Ero sua.

Sua nella pelle della codardia
così lontana dall’Amore.

Mi sbucciai tutta e gli lasciai le croste;
corsi lontano
alla ricerca di un prato dove pisciare.

Trovai un cane
molto più grande di me
molto più sciolto di me
che non mi chiese niente

Pisciavamo sullo stesso prato
a una distanza di indiscussa libertà

Senza guinzagli
iniziammo a giocarci addosso
le nostre pulci

Ci siamo maledetti
l’un con l’altro
fino a morderci piano l’anima

in un lungo bacio
per poi tornare a pisciare
sul prato

dove sempre,
senza chiederci nulla
ancora giochiamo
l’Amore

liberamente tratto dall’odore del pelo

pensée nue

pensée nue

.

Sui pensieri nudi
anche d’inverno la vita richiama
e tutti i sensi io te li spedisco
con un bacio.

Sui pensieri nudi
potrei coprirmi tutta la vita
e sentire ogni corrente
dove tu mi cammini dentro.

Sui pensieri nudi,
inutile tu mi chieda di coprirmi l’anima
che la tua è  sempre in erezione
e hai il desiderio animale
di possederla.

Prendila e giocala
in un lungo gioco proibito,
poi, nella dolcezza del dopo,
senza ch’io ti chieda niente
abbracciami i pensieri

fino alla fine di ogni inzio
per poi in me, lentamente,

ricominciare

liberamente tratto dalla tua anima in erezione

désir

homme

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La tua anima
affollata dalle mie carezze
e la tua voce che sempre s’interrompe
nella dolcezza d’un bacio

acqua per la mia sete

Gli intervalli dell’anima
sono brevi sospensioni
in cui senza difese
a te, arrivo.

sono stanca di fuggire, aspettami.

I polsi, i tuoi polsi forti
così lievi negli abbracci
e quello straziante bisogno d’appartenere.
Ti trasuda dalla pelle
il desiderio d’un bacio.

Il vento asciuga
la memoria dei fatti
ma non disperde l’odore dei dolori.

E’ nell’apparente mia morte
che in te s’è espressa
la mia resurrezione

liberamente tratto dalla pelle

abandon

seule

.

Raccoglimi nel tuo respiro
e in quello più greve, sospeso,
del desiderio.

Hai l’anima sempre in erezione
d’una dolcezza ruvida
dove di te le antiche vette sanno di mare

Nelle tue mani forti
racchiuso in un pugno d’amore

il mio abbandono

liberamente tratto dalla pelle

Poésie

Alda Merini

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Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch’io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c’era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.

Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.

Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

Ma un giorno da dentro l’avello
anch’io mi sono ridestata
e anch’io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all’inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.

"La Terra Santa"

in audio "Terra Santa" – Alda Merini

e ci dicevano "un pazzo non deve amare nessuno"
dal mio diario segreto 1986 – 1989