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Qui iniziava la mia storia
40 anni fa
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Trovato nell’archivio di famiglia
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Qui iniziava la mia storia
40 anni fa
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Trovato nell’archivio di famiglia
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Suonano anche oggi
i violini nell’aria.
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La perturbazione
dicono sia ormai alle nostre spalle.
Mi terrò per mano fino all’arrendersi
della sera nelle nostre tasche,
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Pochi spiccioli spengono il silenzio,
nell’automatico che mi farà fumare
altri momenti.
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Ho anche un blocco di pensieri
da sfogliare prima che tu arrivi.
Poi, lì dove ti perdo, m’addormento.
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Arrivi sempre inciampando
sulla soglia del mio risveglio
:come un ladro abituato a derubare
solo se stesso
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Trovato nelle mani
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Sarebbero piovuti giorni
alla mia tavola e anche più in là
dove si perdono in una pozza le briciole,
avrei visto galleggiare
il riflesso di un pensiero.
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Ero lo sguardo delle foglie,
che ballava fra i rami
vicino al silenzio.
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Nei miei inverni
subisco la metamorfosi
della sopravvivenza
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e dove come foglia, cado
divento dei miei fragili rami,
la linfa
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Gramigna si nasce
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Nel pensiero ti cerco,
e lì m’interrogo se anche tu
in qualche modo, facendo altro,
in quello stesso istante
che la mia anima viene a trovarti,
mi stai pensando.
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Chissà se senti le mie dita
percorrerti il cuore
che vengono a te
solo per verificare che non sia spezzato.
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Chissà se anche tu,
nei giorni di nebbia,
barcolli sulla mia bocca
alla ricerca disperata
di un bacio o di una carezza.
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Per te
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Rimando al risveglio di domani,
la domanda che tiene svegli
i fantasmi del silenzio.
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Mentre m’imbrattavi il cuore
chissà quale vita disegnavi.
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Tenevo su la tua mano
come si tengono vivi gli angeli in cielo,
perchè riempissi di un colore rosso,
anche le stanze vuote.
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Una luce intervalla il fumo
grigio di un pensiero.
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Navi che decollano
e aerei alla deriva
non invertono del destino,
la rotta.
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Dipingono di rosso
per mano mia il tuo cielo
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Trovato nelle mani
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All’origine c’è sempre
un dolore che aziona la superbia delle ali.
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La sopravvivenza al dolore diventa
naturale vanità
ch’è quella luce che genera altra luce
anche sul fondo di uno stagno.
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Lo sguardo annuncia nuove primavere,
mentre la vita sta accadendo.
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La scintilla chiede ancora materia
e brucia d’eternità
come fosse il tutto in cui stiamo
un enorme foglio bianco
in cui in un solo atto
è scritta
nel gesto del risveglio alla vita
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la grandezza dell’Amore.
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oggi Giacomo, sedici anni Insieme
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Trovato guardando la vita crescere.
stanno germogliando primule nei tuoi occhi.
auguri Giacomo.
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Ho volato stamani,
come volano le donne che tornano bambine,
che si perdono in un odore
e piangono dietro i vetri
il grigio dell’inverno degli anni.
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Il tempo mi avrebbe resitituito
la chiave delle tue cose personali.
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Voli di rondini
sono uscite dalla scatola di sigari,
dalla collezione di pipe, dalle scatole intarsiate.
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Perdermi nelle lettere, la tua calligrafia,
le mie parole custodite con amore,
fino ai miei disegni di bambina.
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Ed ho ritrovato la dolcezza delle mie braccia aperte
con la frase che ancora è incastonata
nella nostra storia.
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"Prendimi ancora e non lasciarmi mai"
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Ho ritrovato il tuo odore
e avrei voluto chiederti
di sollevarmi gli occhi dalla terra,
dalla polvere,
dal buio.
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Apri per un giorno ancora,
sul sole, la mia finestra.
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Stamattina
rincorrendo memorie antiche
la tua bambina ha pianto.
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Trovato tutto fra i tuoi effetti personali, babbo.
ho accarezzato a lungo la scatola di radica
ed ho sentito la tua mano asciugarmi le lacrime
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Misuro distanze
nella beffa degli anni;
recupero dalla soffitta degli angeli
nuove risorse.
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La metamorfosi non sono gli anni,
sono le lacrime che
disegnano ali
nell’infinito disincanto
degli occhi
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trovato nello specchio
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Era di vimini,
il vuoto che avrebbe sostituito
i respiri dell’attesa.
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Tanti fiori sono nati,
e tanti ne hai visti calpestare
in questa mia terra
ch’è di noi, la genesi
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In ogni giorno abbandonato dal sole
trova rifugio la mia vita
nelle tue radici
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oggi, sedici anni fa avevo già il parto aperto
ed ero in casa ascoltando Bach
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Ho trovato un pensiero libero
ingabbiato in tanti colori
ed ho trovato il silenzio delle voci.
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Ho trovato la prepotenza delle donne
in un coro che silenzioso
avrebbe dovuto solo Essere,
indipendentemente.
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Finchè urleranno pace
con l’odio fra le labbra,
non sbocceranno fiori sugli inguini
nelle case.
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Una delusione sorda
accompagna pensieri alla deriva.
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In qualche casa anche stasera
pioverà silenziosamente la solita antica storia
nel piatto di minestra
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trovato nella delusione
dell’atteggiamento delle donne
in difesa delle donne