Fotografia di Quarter C.
Come ci appartiene
l'odore di terra bagnata dopo un temporale…
E' l'odore in cui ci siamo cresciuti
noncuranti del tempo,
delle mareggiate delle nuvole
sulle nostre stanze.
Scavano nella pietra
l'acqua e il vento.
Il mio sguardo ovale
ti è utero sempre.
Pioggia preziosa
che alimenta il mio silenzio.
L'ingravida come il verbo, la carne.
I tuoi fiori hanno imparato
a reclinare il capo
per schivare i ciottoli di grandine
e crescere altofusto
nell'odore d'erbe selvatiche
della mia steppa.
Tu sei un'altra cosa
e arrivi già sole alto
nella mia aurora dallo sguardo di lavanda.
***
Nel numero 22 di "poeti & poesia"
nella rubrica "otto poeti scelti da Elio Pecora"
c'è uno spazio dedicato a me.
Trovato oggi in camera tua
mentre ti cercavo