souvenirs d'automne

indépendance - automne
Fotografia di L. Alvarez

Di quell'ottobre ch'eravamo
sono rimaste le giovani foglie
ad ingiallire nel tempo
e lasciarvi più distanti.

Passi sicuri precedevano la sera
e noi qui a pensare che la vita
fosse altro.

Ora che il tempo
è quel vizio ballerino
che fanno nel loro morire le foglie
la storia diventa carta bianca,
finestre che si aprono
sulle possibilità.

E mi lascio cadere nel nuovo giorno
da anni, ogni giorno
come stessi ballando
la stessa partitura
delle foglie gialle

qui,
col curioso vezzo d'esserci
anche in autunno.

trovato passeggiando dentro un ricordo d'infanzia
 

Amour éternel

indépendance - père
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Giovanni Niccolai, 13 ottobre 1925
13 settembre 1989 – 13 settembre 2009

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da un articolo che ti riguarda
apparso questa settimana sul periodoco mugellano
"il Galletto"

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Mamma fece scrivere
“uomo onesto, leale, retto”
sul manifesto che annunciava la tua morte.

A distanza di vent’anni Angela e io riconfermiamo le sue parole.
In vent’anni di Assenza è stato piantato l’abete che volevi.
Solo le tre viti d’uva non hanno resistito i lunghi, rigidi e inimmaginabili inverni.
Neanche mamma a dire il vero.

Le mancavi e ti ha reso presente ogni giorno alla sua tavola,
nei suoi silenzi, in ogni suo gesto,
rendendoti presente nella stagione in cui ci è stata accanto.
In vent’anni sei anche diventato nonno:  Giacomo ti somiglia molto:
indossa di tanto in tanto le tue cravatte.

In vent’anni non sei sparito dal cuore delle persone
che ti hanno anche solo conosciuto. 
Attimi è quello che ora ricordano e in cui tu, per mezzo loro, rivivi.

Oggi ci piace immaginarti di nuovo con mamma.
Starti lontano oltre vent’anni era forse per lei, troppo.
Chissà se siete nella spiaggia più pulita del mondo 
o se siete semplicemente,  vicino a noi, Accanto.
Ora che qui è vuoto intorno, affacciatevi almeno nei sogni.
Diventate vento e neve per i nostri inverni
e fatevi sole almeno al risveglio o nell’ora breve del tramonto.

Ora prenditi cura di mamma e pensa a tutti noi, 
fra una battuta e una burla, di tanto in tanto.

La firma potrebbe essere di Beatrice
ma credo anche di Angela, Marcella, Giacomo, Francesca (che ancora ti ricorda)
e di tutte le persone che ti sono state vicine
o che hanno semplicemente di te un Bel ricordo.
 ***
Personalmente ti ricorderò presto a Borgo San Lorenzo,
nella via del tuo babbo, Via Francesco Niccolai, 
in una serata di poesia e musica con Orsetta Foà, attrice (figlia di Arnoldo Foà),
Enrico Nascimbeni , cantautore (figlio di Giulio Nascimbeni,
il “maestro della terza pagina del corriere della sera”- e critico personale di Eugenio Montale)
e  con Lina Bernardi, attrice
(pane e tulipani, non ti muovere, la stanza del figlio, l’ultimo bacio I e II, ed altri…).
Figli di Grandi padri, insieme a me, per te,  babbo.

Beatrice

giorni strani.
fra il vecchio e il nuovo
c’è tanta strada da fare

en blanc et noir

indépendance - Mike Bongiorno nel 1960 a casa mia
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Mike Bongiorno a casa mia, 1960

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Ci sono qui, nella casa dei miei, ora di mia sorella.
tanti luoghi che raccolgono passati e segreti.

Fra qualche giorno
sarà il 20° anniversario dalla morte di babbo
e con Angela ci troviamo a percorrere ricordi.

Dovevo scrivere tre righe per ricordare babbo
sul giornale locale così ci siamo cimentate a cercare
foto di babbo e mamma. insieme
ora che ci manca ferocemente anche lei.

Nelle loro fotografie ci siamo spesso noi.
Inutile dire la commozione nel trovare scatti d’altri tempi
con noi bambine  o meglio ancora
quelle in cui ancora eravamo solo un probabile progetto.

Dal cassettone delle fotografie
è saltata fuori questa, datata 1960.
E’ il retro di casa, dove un tempo babbo fece fare
un cinema all’aperto.

Dalle mie finestre vedo quel giardino,
luogo d’infanzia e di sogni
dove la vita non è ancora
quello non t’aspetti.

Era la stagione delle fragole,
degli odori che fanno ricordo
e certezza d’appartenenza.

Ora è vuoto intorno
e il passato solo una trama di ricordi.

E sono giorni in cui quello che è stato
è una pellicola che rivediamo in silenzio,
dentro noi.

Poi ci guardiamo
e con Angela confrontiamo i fotogrammi.

In vent’anni ci sono angoli di casa
che sono rimasti intatti.
Le sue pipe, le sue radici d’albero, le sue collezioni,
persino un faldone con scritti di me adolescente.

Aperto con pudore, senza sfogliare tanto
per non perdere almeno lì il suo odore,
abbiamo ritrovato un primo articolo che mi riguarda.

In questo tempo in cui le radici
sono la sola forza delle stelle,
attraversiamo il tempo

con un morso ai frutti maturi
e uno sul cuore, fino a colorare
il nostro piccolo universo.

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l’autunno torna ogni anno più forte.


absence

indépendance - la mèmoire
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Fotografia di Lilina

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Se esiste un paradiso,
voglio immaginarvi scalzi,
come prima di ogni tempo
prima che fossimo genesi di una storia.

Costola che protegge
il pulsare delle onde,
o semplicemente questo vento
dalle mani grandi
che nulla disperde.

Se esiste un tempo,
sono ancora in quello distante
dal volto disteso
come perso in un abbraccio.

Se esiste un paradiso,
oggi mi è distante.

Abito in silenzio
ogni vostra parola
lanciata nel mio fiume
come allora, sassi acuminati
levigati da questo fiume che scorre.

Nulla è come previsto.

Solo l’abete che piantaste in giardino
non cambia mai le foglie.

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trovato nelle mie assenze

cette vie

indépendance - entre la vie
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Fotografia di Kirsty Mitchell

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Vorrei lasciarti andare
oltre la vita
per solo saperti tornare
sorridente
nell’ora più lunga del giorno.

Entrarti negli occhi
e sentirti urlare solo per partorirmi
come se la vita fosse
l’eutanasia della morte
e tu la certezza del prima e del dopo
questo durante che non ha tempo.

Vorrei avere un cuore spento
per non sentire il frusciare
del dolore alle finestre.

Con queste mani
ti entrerò anche stasera
nei capelli.

Chissà se le sentirai tutte
 le mie carezze di perdente
se riconoscerai la pioggia
che ci ha fatte figlie della stessa storia
o se per te sarà solo sospensione,

il volo di chi per sopravviverla,
in questo freddo che non passa,
la sua vita,
(questa vita che lacera e si consuma)

la dorme.

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Prima del turno di notte
aspettando che ti svegli

dix-sept ans

indépendance - Giacomo
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Giacomo

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Dietro al sipario delle probabilità,
resusciti la bambola che dorme
e accendi col solo esserci,
 un milione di stelle.

Si muovono
con la stessa eleganza
dei tuoi passi nella notte
dove costruisco nel tuo abbraccio
la mia casa.

Mura forti d’eterno.

Rimargina la vita
quello che altri strappano,
la bellezza dell’esistere,
ora e sempre in te rifiorisce

pioggia dei deserti
e neve bianca.

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Buon compleanno Giacomo
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per i tuoi 17 anni

c'est ici que tout a commencé

indépendance - la porte
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Fotografia di Emily

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Le mie stanze
si aprono dietro una porta chiusa
e diventano il mio giardino di betulle.

Un piccolo scrigno di castagno
per inventare un mare
alle conchiglie.

Vorrei dirti
che oggi ho trovato la tua voce
in una fotografia.

Eravamo in bianco e nero
vestiti di colori.

I tuoi amici son quasi tutti andati
e l’uva fragola
è diventata un privilegio
anche per i merli.

Dietro questa porta
la pietra è rimasta pietra,
le travi sorreggono le stelle
e la fame dei tarli.

Non guardare mai dietro la porta
rimani qui eternamente
al di là delle cose:

dentro quello che nessuno
potrà portarci via
c’è il solito branco di vampiri
assetato della tua immortalità.

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per i tuoi 84 anni
se tu fossi qui, babbo.

dis-neuf ans

Indépendance - Giovanni e Beatrice Niccolai - 1969
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Mugello, 1969

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I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
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E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m’appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
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Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
.
Dovevamo saperlo che l’amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
.
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(Vincenzo Cardarelli – ‘Passato’)

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qui manchi

père

indépendance - Giovanni e Beatrice Niccolai - 1971
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 Firenze 1971

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I tuoi anni, i miei sbagli,
mentre tu voli la vita,
qui prende forma il gracchiare nero
nel silenzio.

Niente è come ricordi.

La tua assenza ha aperto la porta ai corvi
e gracchiano fuori e dentro le mura
dal giorno in cui andasti.

Non c’è notte che la luna
non si trattenga sugli angoli degli occhi
preparandoci al risveglio.

Spaventano ancora  tua moglie
l’hanno violentata a turno sempre più forte:
ora è l’ombra di un’assenza
e chiama, cercando anche te
 "mamma".

Niente è come avevi previsto,
Anche il giudice è ormai corrotto.
Per fortuna esiste l’acqua corrente
che espia, lavandosi le mani, le colpe.

Poi arriva sera
qui fra il legno e la pietra,
in questa nostra vita che è oggi,
anche la tua storia.

Tutto è
come tu non avresti voluto mai.

.
Trovato nella nostra storia
e in quello che non avremmo voluto mai.