angles

indépendance - et de la musique

Vorrei laccarti le unghie
Stefano Dall’Osso canta Béatrice Niccolai

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Come nascono i bambini
non è più per fortuna, un tabù
anche se la memoria oscilla con le reminescenze
della cicogna.

Fare un cd mi incuriosiva
e non implicava impiccagioni al cuore
come nel fare i bambini,
o anche al limite, solo pensarli.

L’incontro è avvenuto qui sl blog,
poi successivamente, fra Bologna e Borgo San Lorenzo,
in quel tratto d’autostrada
diviso solo dall’appennino tosco emiliano.

Anche la violoncellista, subendoci,
si è sentita male.
Ci hanno acompagnato in questi mesi
oltre a confidenziali discorsi, un buon vino toscano,
la volontà, la giocosità, l’ironia.


Il cd comprende 5 tracce:

– Vorrei laccarti le unghie
– Ma se tu ora non…?
– Le nostre donne
– Perle
– L’aquilone

(Ananas Studios di Ferrara  – Tecnico di studio Paolo Martorana)

La fotografia di copertina è di Deborah Marini
e rappresenta esattamente un’ombra appesa
alle pareti della mia casa,

nascosta come me,
negli angoli del cerchio.

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trovato vivendo

 

le vice

indépendance - la main du temps

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Fotografia di Labo Lau

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Sciogli vizi e giorni
con quella mano con cui
accarezzi il maschio e i ricordi.

Ho annodato
anche un tormento di fumo che sale
fin sul dorso della luna
a proteggere memorie.

Niente di diverso
da quello che appare.
In un sorso di vita galeggia il mio tempo
e quello che ne rimane.

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trovato nella consapevolezza
che i miei vent’anni son passati da vent’a
nni

QUI
un articolo su "Vivi Piacenza"
su Deborah Marini e me

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la faim naturelle des choses

indépendance - foto di Deborah Marini, dettaglio, 2007
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La spaventauccelli – dettaglio
Fotografia di Deborah Marini, 2007

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"C’è in mezzo al campo di ognuno di noi,
uno spaventapasseri abituato da secoli di obbedienza
a impaurire la naturale fame delle cose…"

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"Il y a au milieu du champ de chacun d’entre nous
un épouvant habitué depuis des siècles d’obèissance
à épouvanter la faim naturelle des choses…"
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Traduzione a cura di
Guidu Antonietti di Cinarca

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Tratto dall’apertura del mio prossimo libro
di cui per una serie di motivi non posso ancora
citare il titolo.

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Trovato nelle mani e sul marciapiede
del cuore

la pudeur III

indépendance - silencieuxe

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Ho cancellato parole che forse torneranno,
per dare spazio al tuo giovane treno
che ancora hai timore di guidare.

Tu sai quante stazioni rimangono abbandonate
e quanti treni si perdono, nell’attesa di passato
se non si sceglie un binario su cui partire,
soprattutto se si ha paura di andare
per paura di un dolore.

Tu sorrdi alla luna
mentre il cielo si spoglia di giorni.
E noi, andiamo lassù, a dormire sulle stelle.

Nel fiume, c’è il tempo
e un riflesso di luce che tu sai fermare
come fosse domani ancora
il mio ieri.

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Hai il pudore di chi cattura di nascosto
l’anima delle cose;
e ti stupisce che io mi innamori delle tue mani
e ti stupisce ch’io ti urli dal mio binario morto
di correre per quel treno, che il mio è già deragliato
in un giorno lontano,
nella mia memoria di donna.

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Deborah,
oggi la notizia che per  quel concorso fatto
(e che non volevi fare)
hai una copertina importante su una rivista di settore.

Grazie per farmi pensare
che ancora i miei grandi sogni
fatti di piccole conquiste,

in te, si realizzano

Le mie stazioni erano affollate
con una bambina che piangeva forte
e nessuno, nel suo perdersi,

 la sentiva

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La foto è meravigliosa