le vent de la mer

indépendance - solitude
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Fotografia di Bettina

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L’avremmo scoperto un giorno
quel segreto che non è
ancora stato nascosto.

C’eravamo dentro
come l’aria nel vento,
il ramo fra le foglie
o la tua voce nel mio silenzio.

Forse eravamo attitudine al bisogno
o urgenza di pelle
dentro a una carezza.

Eravamo già in ritardo
per il breve incontro,
sorpresi a seminare sassi
in un ruscello senza più letto.

Ci scopriranno un giorno,
bonificare la vita
solo per sopportare voci
senza più sguardi.

Una mano nel cielo
ferma solo la brevità dell’istante,
la goccia di pioggia che fa traboccare
destini di sete
per labbra abbandonate.

Ci ritroveranno sale
in un pugnello di sabbia
e vedranno tutta la nostra sete
nell’essere niente
e voler tornare ad essere
silenzioso groviglio di schiuma
nel mare.

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Trovato in un frammento di tempo
dove tutto è e tutto passa

excisé

indépendance - au bord de la vie
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Fotografia di N. Fadul

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Nessun oltraggio alla memoria:
strappata o recisa
sarebbe nata e mai oltrepassata
la storia.

Dita inseguono sul dorso delle cose
le ombre dei pensieri,
quasi si perdono dove il giorno finisce.

E’dove nascono i pensieri
che la memoria diventa forma
e nel più doloroso dei casi,
assume lo sguardo di un odore.

L’odore di una spezia sconosciuta
fuoriesce sempre dalla borsa grande
di tela indiana rossa.

Ogni volta che la rovisto
escono immagini:
Il chiosco di legno con noi due dentro.
Il grande prato del parco.
una camera da letto senza vista,
il ritardo che già ci aspettava.

E’ così che si guarda alle cose
quando a illuminarle è un ricordo.

Come una trottola antica
dagli intagli ancora vivi
su un mobile moderno.

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trovato alla soglia del sesto anno di parole.
Tu eri il silenzio. Il silenzio delle cose.

nœuds

indépendance - soupir
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Fotografia di K. Chausheva

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Esce dai nodi del tempo
come una crisalide ingiallita
la mano di gelso
che sfiora i capelli.

Gira più volte le dita
sui riccioli della sera
e si accascia sull’autunno
in primavera.

Intreccia attimi,
sposta le nuvole
ai confini della tenerezza
e lì inizia
l’autocondanna alla rinascita.

Le mani di gelso
districano carezze sul petto
e come piante essiccate dal gelo,
tornano a piantare foglie
nell’aria.

Con quanti nodi
si sono scritte storie senza voce,
con solo gesti
fra il pomo d’Adamo ed Eva 
in quel disperato bisogno 

 d’Amare.

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trovato nei miei capelli tornati un po’ più chiari

memoire du vent

indépendance - le vent
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Fotografia di Nika

Per muta pazienza
s’increspano prima dell’orizzonte
le onde.

Qualche pensiero stride
laddove  non arriva la foglia.
Il remo in barca
ne è una conseguenza.

Eppure
per solo dovere di memoria
non vorrei scordare nulla,

Nemmeno il grido d’impotenza
di me perdente
o quegli artigli di vento
arpionati sulla mia resa.

Solo per muta pazienza
apre e chiude gli occhi,
nei gesti di un faro,  il tempo:

quel tempo senza giorni 
che nonostante tutto
prima che arrivi l’orizzonte

passa.

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Trovato così, nell’aria di primavera

la tendresse V

indépendance - une fille
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Fotografia trovata in rete e rielaborata

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Rumori di altra memoria
sostano ancora qui nel tempo,
dietro quell’andare
che più nemmeno ricordi.

Se solo ci avessero
avvisato della sorte
forse avremmo dormito tutto l’ultimo giorno
per schivare l’inganno
e trovarci stranieri
nella terra dell’adesso.

Ma la vita è proprio questo:
eterna sete nel deserto
o bisacce piene accanto ad una fonte.

Maglioni nudi
vestono i giorni
e la tenerezza si diverte a ricordarci
com’era bella.

L’incenso brucia l’aria
e non l’odore della pelle.

Anche le ombre hanno una forma:
nell’odore del sandalo,
è di nebbia tutta la loro consistenza.


Il blog ha compiuto cinque anni.
Il prossimo anno, in età scolare,
 potrà andare a scuola
e finalmente imparare a scrivere.

essence d'eau

indépendance - aller
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Fotografia di R. Natan

Lo guardo proteggersi le ferite
questo cuore mutilato
che non vuole,
 che non riesce a morire.

Gioca agli specchi,
s’intravede sorridere 
per poi scomporsi nell’essenza dell’acqua
e lì battezzare con altro nome
lo sguardo che non indietreggia
sulla linea di confine.

Cammina scalzo
sui sassi tondi di vetro;

poi li raccoglie
come fossero diamanti di sale
per farsene senza ragione,

una collana.

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trovato su un pesco in fiore

air de neige

indépendance - regard
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Fotografia di Elsvo

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Quel giacere dei discorsi
dove il silenzio è già altro
e il passare della vita,
il succedersi di un altro giorno.

Guardarla dai vetri opachi di fumo,
e viverla come fosse aria,
percepirne gli odori
e starci dentro
quasi come fosse silenzio.

(Chissà quale sguardo avrà oggi, il giorno…)

Ruggisce il cuore
come un gatto da poco nato
che si rotola sulle ombre
cercando di vivere, acchiappandole.

Così mi distrae la vita:
urlando echi per sordi,
come il fioccare di attimi,

teneramente.

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trovato nella tenerezza

 

comme les feuilles

indépendance - la recherche
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Fotografia di H.Living

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E’ quando arrivo a sera
che rincorro gli attimi del tempo
consumandomi un poco alla volta
come un tacco sull’asfalto.

Il gioco dei perdenti
è rilanciarsi sul dorso del già successo
e scegliere di svegliarsi
con gli occhi socchiusi
e le ferite aperte.

E’ questo muoversi lieve
dei giorni nel tempo,
che rendono l’attesa del nulla
-come foglie cadenti –

immensa meraviglia.

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Trovato nella ricerca di silenzio

temps présent

indépendance - encore les temps
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Fotografia di M. Machine

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Si sveglia ancora
come distratto dal silenzio,
a due passi dal ricordo,
il tempo presente.

Si muove
come chi è nel buio da sempre
e barcolla su ogni respiro
come fosse ancora
tempo di corse fra le ginestre.

Altri inverni succederanno
l’inseguirsi delle stelle
e placheranno l’anima
come stancati dall’eterna corsa.

La mia
è una bambina disobbediente
che rincorre e si nasconde
dal vento.

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trovato nei morsi delle tarme
e in quelli segreti che il tempo non cancella
ma solo evidenzia

tendresse d'automne

indépendance - vie
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Fotografia di A. Nika

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Qualcosa si muove
come mosso dalla tenerezza d’autunno.

E’ quest’andare
dentro la trappola del tempo:
sentire il peso e la leggerezza del tuo sguardo
e la gravità dell’assenza.

E ora mordimi nel profondo,
nella patria del sangue e della donna,
in quell’effimero che è
è lo spazio dei nostri incontri.

Una camera dalle finestre socchiuse
in cui entri sfiorando della farfalla
(ricucendole ali nello spogliarla)

i capelli e il suo sguardo. 

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inciso su un tronco d’albero
dentro me