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Fotografia di N. Fadul
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Nessun oltraggio alla memoria:
strappata o recisa
sarebbe nata e mai oltrepassata
la storia.
Dita inseguono sul dorso delle cose
le ombre dei pensieri,
quasi si perdono dove il giorno finisce.
E’dove nascono i pensieri
che la memoria diventa forma
e nel più doloroso dei casi,
assume lo sguardo di un odore.
L’odore di una spezia sconosciuta
fuoriesce sempre dalla borsa grande
di tela indiana rossa.
Ogni volta che la rovisto
escono immagini:
Il chiosco di legno con noi due dentro.
Il grande prato del parco.
una camera da letto senza vista,
il ritardo che già ci aspettava.
E’ così che si guarda alle cose
quando a illuminarle è un ricordo.
Come una trottola antica
dagli intagli ancora vivi
su un mobile moderno.
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trovato alla soglia del sesto anno di parole.
Tu eri il silenzio. Il silenzio delle cose.