Eternelle

indépendance - les temps

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Sei qui
eternamente ora e per sempre,
nella quiete di chi è sollevato
con ali eterne
dalla polvere.
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La storia ci ha regalato
tanti luoghi da chiamare casa;
ci ha regalato la dolcezza
dei tuoi solchi di silenzioso rumore.
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In ognuno c’è un girasole che si muove,
una foglia che cadendo
torna alla radice.
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C’è un dolore che ha ora e per sempre
in te l’eterna origine.
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Hanno braccia forti
e un utero senza frontiere
in cui ogni giorno arrivano
con la ricchezza dei poveri,
le tue preghiere.
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Parlano per voce di vita,
silenziosamente
o solo per diritto d’esistenza
..
in te,
tutte le lacrime delle donne.

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trovato lavorando a due progetti
intorno a ‘le nostre donne’

Lumière de Vie

indépendance -  Lumière de Vie

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Parla per vita tua
e in quella che hai difeso nel tempo,
il tempo mai vuoto della Speranza.
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Giovani donne  invecchiano
nella costante dell’attesa nel nostro viaggio.
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Odori semplici arrivano ed escono
dalle preghiere senza pareti
di una stanza.
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Del violino tu hai la chiave
che apre ogni giorno la porta.
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il prossimo libro è dedicato
al silenzio delle cose
e a Julia che in ogni giorno della sua vita ha creduto all’Amore

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oggi, come ogni anno
ricordando la radice fragile e forte
de le nostre donne

grand-maman

indépendance - grand-maman

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Riconsegna sempre il tempo
le grandi verità,
come odori e dolori d’appartenenza.
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Nel liquido amniotico d’Ucraina
ho trovato tutte le nostre ferite di donna.
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Lui prepotente e ubriaco
che ti spinge e costringe
contro il muro che ha diviso
tutta la nostra storia.
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Canta la civetta nella notte,
la gazza ladra raccoglie le tue lacrime
e come preziosi nel tempo d’inverno
ce le riconsegna.
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Per braccia tue,
sono stata protetta dalle radici,
come fossi la foglia fragile
della nostra genesi.
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Se tu guardassi dentro la storia
che ha fatto la tua storia,
troveresti come me
la genialità del peccato.
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Troveresti come me,
una lingua che non hai mai parlato.
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6 novembre 2002 il primo incontro e abbraccio
a colei che ha fatto la storia
de "le nostre donne"

la franc-maçonnerie

indépendance - le futur

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A buttare sassi nello stagno,
tu lo sai, si moltiplicano, rilfesse le stelle.
Si sciolgono dal basso, in sorsi di vita
le zolle di terra.
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La terra mossa oscura lo sguardo,
e l’amico del giudice
ha la coscienza più sporca della melma.
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L’ho chiamato ora, babbo.
gli ho detto che sono figlia tua.
"si vergogni signiorina, lei ha detto di me cose infami,
io la denunzio, io non la voglio sentire più, si vergogni".

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Perdonami babbo se gli ho detto di farlo,
di denunziarmi, di farlo subito e garbatamente,
spogliandosi della tunica e dell’arroganza dei prepotenti.
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Ho continuato a dirgli
"Lei rappresenta lo stato, lei rappresenta niente".
Aveva la voce rossa,
che lo vedevo ricurvo sull’elenco degli amici
sputare rabbia dagli occhi.
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In questa terra di Dante
poteri occulti manovrano poteri ormai incerti,
e alla mensa dei massoni
delineano la vittima, poi uccidono lentamente.
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Sono arrivati qui, babbo
con quella lupara benpensante e trasparente
a minacciare la pancia che t’ha reso padre
e che non è più nemmeno utero sfitto,
ma è carne che muore lentamente.
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Getta un sasso nello stagno
e forse vedrai nella melma
rinascere e moltiplicarsi come fosse quello il cielo,
un coro di stelle

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Trovato nella lotta contro i poteri occulti
del tribunale di Firenze

Françoise II

indèpendance - patience

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Cara Francesca come stai?
Hai mangiato anche oggi una mela cotta?
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Erano nella nostra infanzia, il dolce della nonna,
ora nei tuoi quasi quarantotto anni,
è il tuo, quotidiano, se non lo butti per terra.
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Cara Francesca,
sono giorni che ti porto con me, in ogni angolo di casa.
Vorrei, come allora,
quando la vita era solo la genesi dell’inferno,
raccontarti della vita dei piccioni in piazza della Signoria.
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Le nostre piazze sono piene di corvi neri
che sfilano, uno ad uno i fili dei nostri maglioni.
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E’ arrivata qui ieri, nella casa dei nostri genitori,
e mi parlava di te, che non hai più la dignità del nome,
per la legge dei prepotenti, sei solo "l’interdetta".
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Le ho regalato delle parole mie scritte su segnalibri,
non avendone più nelle labbra.
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L’ho fatta sedere alla mia tavola, mentre mi notificava un atto,
un atto di disperazione, a cui ogni mio attimo
è appeso con un sottile filo di rabbia.
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Sai, Francesca, siamo nel mondo parallelo entrambe,
Tu stai nella follia,
io, per sopravvivermi, abito le parole,
incapace di abitare le strade dei piccioni.
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Lì nessuno verrà più a masturbarsi
davanti al silenzio dei miei occhi,
lì, nessuna piega tratterà più un odore,
che non sia carezza d’Amore.
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Sai Francesca,
son fiorite stanotte le stelle.
Sono fiorite nell’aroma d’oriente della mia stanza.

Qualcuna entrava a salutarmi,
altre erano distese sul cuscino ad accarezzarmi,
nel caleidoscopio delle lacrime erano pure belle.
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C’eri tu Francesca, stanotte con me
in sogno

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trovato nell’amore
della fragilità delle nostre donne

calendrier

Indépendance - Una tele bianca - Ruggiero Spadaro e Beatrice Niccolai, Barletta 2007
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"Come una tela bianca".
Per la "Giornata del contemporaneo"
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Domani sera alle 21:00 al Centro Culturale Zerouno di Barletta
l’Artista Ruggiero Spadaro dipingerà,
su manichini le mie parole
mentre io cercherò di fare "poesia"
anche se non sono, ne’ sarò mai poeta.
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 Con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Patrocinata da
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Senato della Repubblica
Camera dei deputati
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ministero degli Affari Esteri
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Unione delle Province Italiane
Associazione Nazionale dei Comuni Italiani
ICOM Italia

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Trovato nel calendario di parole
e nelle cose che accadono

père

indépendance - boulevard beatrice

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"… Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione,
chi tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi,
per consegnare alla morte una goccia di splendore,
di umanità, di verità…"

Fabrizio De Andrè
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***
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Ricordi ancora quando scrivevo parole
partendo dal lato destro del foglio verso sinistra?
Tu mi dicevi: " scrivi, scrivi come senti, scrivi come ti va’".
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Ricordi ancora le punizioni che prendevo a scuola 
perchè scrivevo al contrario e tu
scendevi dalla tua cravatta
per prendere in braccio la mia ragione?
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Ottobre, mese d’uva nera
di odore del primo fuoco nella stanza.
Ottobre, mese della dimenticanza.
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La tua casa ora è un odore di malattia,
dove la donna invecchia tutta la tua assenza.
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Non un organo del corpo
le suona più la melodia della donna.
"Quando mi ha conosciuta – dice ricordandoti-  
ero anche io così bella".
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Lo sguardo le cade sul posto tuo rimasto vuoto
e il cucchiaio scandisce memorie.
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Ottobre segnò nascita e prima distanza.
Le rose bianche supplicavano ritorno,
le tante rosse, mescolate alle zolle
pregavano per noi dal cuore della terra.

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Una fotografia ci ritrae ridendo
come se stessimo ancora camminando.

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Dalla più feroce delle assenze, babbo.

histoire III

indépendance - regard

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Oltre la siepe,
al di qua dove la vita succede,
m’hanno raccontato ci sia il mare.

Julia non ha mai visto il mare,
ma ha pianto i suoi oceani.

In una catenina d’oro e rame,
il peso inconsistente dell’Amore.

Il raggio di luce che osserva e taglia memorie,
ci avvolge in un tiepido
scorcio di storia.

Al di qua della siepe
dove tutto il già successo è un mare senza bandiere,
è solo una lunga fiera di paese.

Dimmi Julia se è così vivere,
nell’attesa eterna di un solo giorno di luce

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Prima di andare, prima di tornare.
ricordando l’abbraccio di Julia

maternelle

indépendance - maternelle

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Arrivarono con le divise
e una svastica sul degrado.

Il sangue è un filo rosso
che cuce nel tempo, memorie,
che mette oltre lo sguardo degli occhi,
 ali sacre alle donne.

Arrivarono con l’arroganza dei prepotenti
e senza bussare,
ruppero per terra tanti bicchieri.
Bevvero dal collo di un utero, la vita.
Poi ubriachi, se ne andarono.

Berlino era polvere
e macerie senza dignità
sull’inguine di una donna.

Scendeva il sole anche ad est.
Senza albe sarebbero passati
ventimila giorni di pazienza.

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Qualcuno raccontò
che il cielo di Berlino era rosso quel giorno

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Auguri mamma

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Sessantasei anni fa
nasceva a Berlino la storia delle nostre donne