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Fotografia di Pluja fina
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Amo in me
quell’orizzonte chiamato Speranza
E Amo ogni giorno di pioggia
in cui ho abitato
più le pozze per terra
che non me stessa.
Amo le ginocchia rotte
nel mio riflesso
e quello più alto, chiaro,
nascosto dietro stormi di nuvole.
E Amo la brevità
del mio essere,
per poter stare in qualcosa
che mi contenga.
Come l’esserci
sia pur per distrazione, casualità o sbaglio
in questo rumore
generato dal silenzio.
Amo in me
l’Amore che cade e si rialza
solo per dichiarare al nulla
che ancora esisto
e che amo, canto, urlo e piango.
Poi mi accendo un pensiero
sulla bellezza del tuo sguardo
come fosse ancora vivo
il ricordo.
Oppure
come se avessimo per secoli,
instancabilmente
fatto l’Amore coi fatti della vita
e un po’ narcisi,
anche con noi stessi.
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Bon, ora esco e vado a fare la turista
a Firenze.