oiseau

indépendance - vol
.
Fotografia di Javi_indy

.

Se si stringe il cielo
e tutto è appeso al pascolo di nuvole
che non torna,

ora capisci perchè
mi vesto di temporali
e perchè parlo con ogni goccia di pioggia
che cade qui sulla terra.

Hanno senso i fiori
e ha senso il cercarti nelle pozze;
nei discorsi del vento
e negli sguardi degli altri.

Ha senso uccidere un pensiero
per sentirsi in colpa.

Tutto è e nulla resta,
come la vita

qualcosa che esplode, piange
e come le nuvole
-lasciando solo la scia d’un arcobaleno –

 passa.

.
nella vita che succede
mentre succede la vita

des murs

indépendance - bouche
.
Fotografia di rosiehardy


.
Vorrei chiederti
laddove memoria ci tradisce
se eri Tu con me,
mentre abbracciavo la tua ombra.

O se,
più probabilmente era la tua ombra
lontana dalla tua essenza
a mostrarmi la vastità del mio regno.

Quel luogo in cui solo i ragni
contano le perle di pioggia
depositarsi fra l’intercapedine
e i vetri rotti.

Fuori da questi luoghi
ci sono i luoghi dei colori,
dove nulla è immutabile,
tranne gli odori.

Tu non puoi sentirli,
non da lì dove non sarai mai
i tuoi passi generosi
affrettarsi e salire fino al cielo,

le scale.


dentro a un’idea

mains et vent

indépendance - fleurs

.

Erano il mio tempo migliore.

C’era il silenzio a cantare nel vento,
come fosse quello
l’attimo eterno.

Un ruscello costeggiava la stagione,
e mani d’uomo costruivano
con premura il telaio dell’aquilone.

Ora che abbiamo trovato il cielo,
ora che la pazienza
è solo il tempo del ricordo,
quanta legna bruceremo
nel nostro fuoco?

La chitarra è appoggiata alla parete;
dei ruderi d’infanzia,
rimane l’odore del tempo lontano
e un vento fuori che lo ricorda.

Era l’inizio della fine dell’estate
era un tamburo che batteva
nel vestitino bianco

rosso di ciliegie

.

Dalla mia stagione migliore.
ricordando Spazzavento – 1972

marécage

indépendance - dedans

.

Accendo un pensiero sulle labbra,
aspiro guardando la vita
e penso.

L’aria è una certezza che mi bagna.
Rugiada selvatica il lago in cui
nella mia melma ti tuffi.

L’orlo degli occhi è una passeggiata
in cui s’alzano in volo le anatre.

Pescatore di domani,
fruga in tutte le mie pieghe.

Da qualche parte è nel letto del lago
che dorme il mio aquilone

.
Sperando voli ancora
il mio aquilone

dans les nuages

indèpendance - réveil.

 

Mi sorpenderanno ancora le nuvole.
Ormai le conosco,
quando arrivano mi aspettano fin dal risveglio,
non mi abbandonano
e nei giorni neri, sembrano la dimensione dell’eterno.

E nasce la pioggia
proprio dove inizia lo sguardo
e tutto è un eterno inizio.

indistinte stanno sotto ai sogni e pascolano.

E’ lì che l’anima è a casa,
in un cielo che se le sposti
possono volare senza fili, gli aquiloni.

E poco importa se piove fuori,
se la solitudine ha mille colori
l’intrecceremo per farne acrobazie
tenedoci per mano.

Cadrà il funambolo
dalla terra che scende tutte le volte che sale.

Noi lo sappiamo bene
che dentro la disperazione c’è sempre tanto posto

per far nascere il sole

.
Trovato dove sai, nel cuore

tout-bas III

indépendance - la tendresse

.

Certo che lo vorrò,
come scegliere di non stuprare
più i sogni.

Eravamo così stanchi di piangere
che di te ho bevuto le lacrime,

delle mie ero sempre allegra,
acri, evaporavano in discesa,
laddove, accanto a un fiore
m’hai raccolto.

Ora che hai la radice della mia vita nelle mani,
piove una stagione appena iniziata
nella tarda estate dei nostri giorni,

ed è essere partoriti
dai sogni dei nostri figli
e il cuore la certezza d’un battito veloce
che risuona nella vita delle montagne.

Aspettami Amore,
prima che il giorno finisca
rendiamo alla luna
perchè non si spenga mai,

il bagliore della nostra
tenerezza

.
Dalle cose che accadono
nel cuore e nella vita

reflétée

indépendance - la pudeur

.

Iniziò un giorno,
la memoria ch’è dei nostri giorni, storia.

Iniziò fra le lenzuola clandestine
nella camera ricavata in un buco nella soffitta.

Raccontavano della tenerezza dell’incontro,
raccontavano del dover nascondesi,
sempre e comunque.

Il germoglio erano i miei fianchi
allargati nell’attesa del nuovo tempo.
Fiorivano le stagioni,
nell’attesa della donna.

Nel silenzio avremmo colto l’essenza
ch’è oggi siepe di lavanda
nel passare delle nostre stagioni.

Dall’estate colgo il fiorire della tua primavera,
puledro d’alta montagna,
in questa mia estate che nella tenerezza del sole, avanza.

Memoria futura dei miei segreti,
oggi t’ho raccontato di come a volte piange la luna.

In silenzio,
mentre gli uomini del mondo
navigano senza bussola le rotte del sonno.

.
Dalla profonda tenerezza e dalla gioia
d’essere mamma

as-tu compris?

indépendance - primtemps

.

Capirai mai il tempo
che si è fermato a mangiare
giorni dal mio destino?

Quel tempo che ha ingoiato le stelle
prima che potessero illuminare
di noi, la strada.

Capirai mai
l’urlo che gesticolo nel silenzo
per non svegliarti?
Perchè è di noi, quello che non avremo mai.

Cercatori di ieri
nelle miniere del domani
ce ne usciremo felici
solo per aver trovato in un pezzo di terra,

le nostre mani che si sfiorano.

.

Trovato nelle mani
e in quello che non trattengono

athée

indépendance - prière

.

Ci incontreremo in una preghiera.

La preghiera fuori processione,
per le vie di un paese
con in braccio, il figlio illegittimo di un Amore.

Ci incontreremo come se ci fossimo già conosciuti,
come fossimo figli, amanti e genitori
della stessa stagione.

Sbocciano ancora
dietro la processione senza Signore
i nostri pensieri in fiore

 .
Fra un bucato a mano e un sugo da girare,
una sigaretta accesa e qualche parola

pommes

indépendance - deshabillé

.

Frugami dentro agli occhi
nel tempo del risveglio,
quando i salici non piangeranno
e la vita ancora s’alza nel nuovo giorno.

C’è un dio per ogni stagione
e una bugia per chi la coglie.

Si rincorrono le bestemmie per le vie del paese
e dietro la collina ci nasce partorito dal cielo,  
il sole.

Siamo ombre qui noi, in paese.
Oltre, impigliato in un ramo,
ancora il suono di qualcosa che succede.

Hanno rubato tutte le pesche dal melo
e sulle tue labbra hanno trovato,
come fosse mio il peccato,

una sottile traccia di veleno

.
Dalle rincorse per le vie del paese